Cristina Signifredi (NoemaLife), l’era della gestione della conoscenza medica

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Pianificazione, gestione e controllo. Con un uso intelligente e produttivo di big data, analytics e IoT, il CIO è chiamato a svolgere funzioni di governance complessiva dei servizi

La trasformazione digitale sta davvero cambiando la Sanità: «L’ICT rappresenta una leva strategica sempre più importante e pervasiva per le organizzazioni sanitarie, in quanto strumento indispensabile di supporto al cambiamento dei processi e di corretta conduzione di attività di pianificazione e controllo» – spiega Cristina Signifredi, socio fondatore e consigliere esecutivo di NoemaLife, società fondata a Bologna nel 1996, che opera nel mercato dell’informatica per la Sanità da oltre vent’anni. In questo nuovo contesto, «anche il chief information officer è chiamato a svolgere funzioni di governance complessiva dei servizi: non è più un semplice tecnico che si occupa solo di innovazione digitale, ma una figura manageriale che deve avere capacità di visione strategica, di governo e di relazione, con competenze di revisione organizzativa e di processi clinici, in grado di tradurre queste diverse sfere di azione in una visione architetturale sistemica. I nostri interlocutori sono chiamati a scegliere le tecnologie in grado di abilitare strategie aziendali complesse, ponderando risorse disponibili e contesto di riferimento».

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Verso la gestione della conoscenza medica

A contribuire al nuovo corso, sono anche paradigmi quali big data e analytics, che «saranno sempre più utilizzati in ambito Sanità per creare realmente valore aggiunto» – prosegue Cristina Signifredi, rilevando che «ci stiamo spostando da una gestione dell’informazione sanitaria a una gestione della conoscenza medica, codificata e immessa in sistemi esperti in grado di elaborarla analiticamente». È in quest’ottica che va il software Ulysses, sviluppato da NoemaLife nell’ambito di una sperimentazione condotta per il progetto europeo Smart Health 2.0. Si tratta di un «potente sistema di analisi di dati clinici, per la prevenzione e la cura della malattia renale cronica asintomatica. Ulysses è in grado di generare allarmi precoci e tempestivi su pazienti asintomatici, al fine di migliorare la gestione delle cronicità attraverso diagnosi precoci. La piattaforma Ulysses permette cioè il passaggio da dato a informazione a conoscenza, attraverso un processo di strutturazione semantica, garantendo interoperabilità e possibilità inferenziali. È dimostrato che la possibilità di ritardare di almeno cinque anni la progressione del danno renale per almeno il 10% dei soggetti e di ritardare, sempre di cinque anni, l’invio dei pazienti in dialisi, permetterebbe al Sistema sanitario nazionale di risparmiare risorse per 2,5 miliardi di euro. Ulysses rende inoltre possibile il cambiamento di paradigma da un modello di sanità reattivo a un più efficace modello attivo e predittivo» – mette in evidenza Cristina Signifredi.

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Le prospettive dell’Internet of Things

Ma sono anche i dispositivi medicali connessi nel quadro dell’IoT ad avere grandi potenzialità: «Potrebbero infatti far risparmiare ai sistemi sanitari miliardi di euro – sottolinea Cristina Signifredi, anche alla luce del fatto che NoemaLife ha «partecipato a numerosi progetti europei volti a mettere in rete servizi di telemedicina o dati provenienti da sensori indossabili. Il progetto FarSeeInG (FAll Repository for the design of Smart and sElf-adaptive Environments prolonging INdependent livinG), coordinato dall’Università di Bologna, ne è un esempio. L’obiettivo è prevenire le cadute degli anziani, che spesso hanno come esito l’ospedalizzazione e la perdita di indipendenza, grazie all’analisi di dati comportamentali e fisiologici raccolti attraverso smartphone, sensori indossabili e ambientali». Non solo. «In questa direzione – spiega Cristina Signifredi – va anche il progetto ALFA (Active Living for Alzheimer Patients), che fa parte del programma europeo Ambient Assisted Living Joint Programme. Grazie a questa sperimentazione sarà possibile sviluppare un’unica piattaforma per i pazienti affetti da demenza che potranno interagire con il proprio ambiente circostante, compiere scelte, rimanere attivi a livello sia fisico sia mentale, pur rimanendo nella propria abitazione».