L’AI di Google impara le lingue. Da sola

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Zero-Shot è il risultato della rete neurale autodidatta di Google Brain, in grado di tradurre tra due linguaggi senza averli mai studiati

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Oltre Babele. Google ha insegnato a Brain, la sua rete neurale artificiale a destreggiarsi senza alcun problema tra lingue diverse. Lo fa in un tempo così breve da aver spinto i ricercatori ad assegnare al progetto il nome di “Zero-Shot”, indicando che i tempi di una traduzione simultanea sono più che vicini. Il bello è che Google Brain ha fatto tutto da solo, ovvero ha creato un sottoinsieme di linguaggi da cui preleva i termini da associare, non semplici conversioni letterali ma parole e frasi di senso.

Come funziona

La rete semantica rende possibile la traduzione sfruttando una particolare competenza transitiva del cervello informatico. Nella pratica: se Google Brain può tradurre frasi dal portoghese all’inglese e dall’inglese allo spagnolo, con le informazioni in possesso, arriverà a tradurre anche dal portoghese allo spagnolo, senza bisogno di dati aggiuntivi. Lo fa pescando all’interno di un proprio linguaggio, fatto di algoritmi e connessioni che semplificano il passaggio da un idioma all’altro, sfruttando appunto la proprietà transitiva automatica. Il cosiddetto sistema Multilingual Google Neural Machine Translation è stato già introdotto all’interno dei prodotti Google, come Translate, in modo da servire, con maggiore velocità, 10 delle 16 lingue attualmente servite, un vantaggio sicuro anche in termini di qualità.

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