Se la cybersecurity mette a rischio anche i robot

IOActive ha trovato un bel po’ di bug all’interno dei sistemi che potenziano le macchine connesse. Un pericolo per l’incolumità di tutti

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Proprio ieri scrivevamo di Handle, il robot più agile al mondo. Tra sgomento e lungimiranza, pare che la macchina mostrata dalla Boston Dynamics abbia risvegliato le preoccupazioni di chi, forse a ragione, pensa a un futuro in cui automi e uomini saranno talmente integrati da essere quasi indistinguibili. A quel punto, chi dice che uno di loro non possa prendere il sopravvento e guidare una rivolta contro gli abitanti della Terra, magari a causa della tassazione suggerita da Bill Gates? Come potremmo fermare un esercito che noi stessi avremo fatto crescere e progredire? La domanda non è banale soprattutto quando si considera che i robot sono comunque oggetti connessi e dunque suscettibili di essere hackerati e manipolati dall’esterno.

Cosa ci aspetta

E’ il tema centrale di un report pubblicato dall’agenzia di sicurezza IOActive dal titolo “Hacking Robots Before Skynet“. Qui i ricercatori stilano una serie di vulnerabilità scoperte su vari sistemi che potenziano macchine intelligenti, partendo dalle reti di comunicazione per finire alle procedure di autenticazione, passando per crittografie deboli, memorie corrotte e problemi di privacy. “Nella nostra indagine iniziale, data la vastità del campo, abbiamo scovato 50 vulnerabilità di sicurezza – ha spiegato Cesar Cerrudo, CTO di IOActive – già in passato tanti incidenti sono stati causati da malfunzionamenti dei robot, che hanno causato seri incidenti, anche perdite di vite umane. La situazione non potrà che peggiore visto che l’industria continua a crescere e le macchine ad aumentare”. Quindi, il nostro destino è segnato? Forse non ancora: “I vendor devono focalizzarsi maggiormente sulla cybersecurity – ha aggiunto – lavorando, di pari passo, sulle nuove funzionalità ma anche su come proteggere al meglio l’ecosistema in cui gli automi vengono immessi”. Insomma la paura è duplice: da un lato le macchine stesse, impazzendo, potrebbero danneggiare tutto quello che hanno intorno, senza nemmeno accorgersene. Dall’altro, hacker e criminali informatici sarebbero in grado di prendere il controllo dei robot, spingendoli ad agire con finalità distruttive e per nulla etiche.

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