Talend Fall ’18, semplificazione e ottimizzazione su larga scala

Talend Trust Score, ciò che conta è l’affidabilità del dato

Antongiulio Donà, Vice President Sales Italia di Talend, ci racconta in che modo la nuova release accelera uno sviluppo del cloud aperto e scalabile

«Non di rado incontro clienti, magari colleghi e amici attivi nel settore dell’IT, che mi chiedono: cosa dovrei farci con tutti i dati che produce la mia azienda. La mia risposta? Raccogli tutto in modo governato, e ottimizza l’uso per ottenere il massimo». Basterebbero queste poche parole di Antongiulio Donà, Vice President Sales Italia di Talend, per spiegare gli obiettivi che si pone l’ultima release di Talend Data Fabric, Fall ’18.

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Svelata in occasione del Talend Connect UK, la piattaforma di ultima generazione offre una serie di funzioni che faranno comodo a chiunque conosce già il mondo della compagnia leader nelle soluzioni di integrazione on-premise e tra i cloud, e a coloro che ancora non hanno sperimentato i vantaggi del modello Talend.

Per capire meglio cosa abbia guidato lo sviluppo della nuova versione, abbiamo intervistato proprio Antongiulio Donà: «Siamo partiti volendo implementare alcune peculiarità. La prima riguarda il miglioramento della governance dei dati. Si tratta di un aspetto fondamentale quando entrano in gioco file e applicazioni hostate oggi anche su nuvole differenti. Organizzare, elaborare e condividere i dati dovrebbe essere un processo semplice e naturale nell’era odierna ma non sempre lo è. Fall ’18 mira a creare un data lake governato, che permetta un accesso in modalità self-service per aziende e clienti, così da incentivare l’utilizzo dei servizi e dunque far crescere il business».

Quella della governance è un’esigenza ancora fondamentale. Prosegue il manager: «Nei vecchi data warehouse abbiamo continuato a infilare migliaia e migliaia di informazioni, accatastate negli anni, prive di valore. Si tratta di una problematica avvertita dalle principali Industry, soprattutto quelle del Finance, dove ancora oggi non si è in grado di sfruttare lo stesso dato per più di uno scopo. Fall ’18 entra in gioco proprio qui, proprio quando urge un abbattimento del muro che divide quantità da qualità dell’informazione».

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Strettamente connesso a tale concetto è quello di Data Catalog che, all’interno di Data Fabric esegue automaticamente l’analisi di tutti i dati ovunque essi siano (on-permise o nel cloud) per fornire una loro classificazione, eventuali relazioni e un accesso basato sulla ricerca. L’obiettivo? Permettere di giungere a decisioni più veloci e puntuali, data-driven e coerenti con le strategie dell’azienda.

Ulteriore aspetto su cui punta la neonata release è il consolidamento di REST API Services quale via per semplificare la progettazione, i test e l’implementazione in ambito di sviluppo, col fine di far ottenere risparmi significativi in termini di creazione e gestione delle API. «Sono lontani i tempi delle applicazioni monolitiche – sottolinea Donà – che a noi sembravano perfette ma peccavano di interoperabilità e capacità di dialogo con altre piattaforme. Con REST API Services superiamo questo paradigma con un approccio che vede le API come elementi contestuali, dinamici e capaci di offrire molte più opportunità di integrazione con i cicli produttivi delle organizzazioni».

Antongiulio Donà ci ha poi parlato dell’importanza del supporto serverless in ottica programmazione integrata: «Con tale supporto, il programmatore non deve più preoccuparsi di come è fatta la macchina di delivery. La modalità serverless risolve una problematica concreta, con cui superare le tempistiche di analisi e adattamento delle applicazioni. Il mantra è chiaro: programmo una volta e distribuisco dove voglio. Una libertà di developing che libera la mente con l’automazione delle routine e la porta a concentrarsi su altre questioni, di più alto valore per il business».