Durante il meeting a Washington, il presidente ha criticato i principali social network per paura che i suoi contenuti vengano nascosti o eliminati
Donald Trump ha accusato i social media di trattarlo in modo ingiusto e parziale. Parlando la scorsa settimana al Summit dei Social Media presidenziali alla Casa Bianca, il tycoon ha dichiarato: “Non saremo messi a tacere”, accusando le società di “terribili pregiudizi”. Ha poi continuato: ”La tecnologia non deve censurare le voci”, anche se non ha fornito alcuna prova a sostegno delle sue tesi secondo le quali le aziende tecnologiche hanno cercato di minare i repubblicani nel paese. In passato, Trump aveva puntato il dito anche contro Twitter, per la sua dubbia presa i posizione sul numero di follower del presidente, insomma questioni irrilevanti. Ma tant’è.
Cosa succede adesso
Il summit di Trump sulla libertà di parola ha visto la partecipazione di diversi noti personaggi del social media di sponda conservatrice, tra cui Ali Alexander, Jim Hoft, Lisa Rose e la cantante Joy Villa. Presenti anche legislatori come il senatore Marsha Blackburn e il rappresentante Matt Gaetz, che hanno accusato Twitter di limitare la portata dei loro tweet, oltre a diversi membri del gabinetto di Trump e della sua squadra della Casa Bianca. Durante l’appuntamento, il presidente ha anche dichiarato di aver invitato i suoi funzionari a lavorare su nuove leggi e regolamenti per aiutare a proteggere la libertà di espressione.
A marzo, ha firmato un ordine esecutivo che rende obbligatorio per le università negli Stati Uniti mantenere la il “freedom of speech” nei campus, se vogliono ricevere fondi di ricerca dal governo federale. Inoltre, ha confermato la necessità di discutere dell’argomento con le principali aziende di social media. Tra queste anche l’Internet Association, un gruppo che racchiude gente del calibro di Twitter, Facebook e Google.