Google chiede agli OEM di nascondere le gesture personalizzate in Android 10

Google lancia Android Q Beta 4

Con una clausola, la compagnia invita i produttori a rendere più difficile l’attivazione dei gesti custom nella prossima versione dell’OS

La più recente iterazione del sistema operativo mobile di Google, introduce una serie di nuovi controlli gestuali progettati per sostituire i tradizionali pulsanti di navigazione, classici delle precedenti edizioni. Il fatto è che, essendo open-source, gli OEM spesso creano le proprie funzionalità prima che Big G le porti ufficialmente su Android. Ciò significa che molti telefoni hanno già la propria idea di controllo gestuale.

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Ma un documento trapelato e analizzato dal sito 9to5Google suggerisce propri ai produttori Google ha inviato una nota che aggiorna le condizioni nell’accordo sui servizi mobili di Android. Le policy non vietano i gesti di terze parti ma ricadono in  un nuova clausola, che nega la possibilità di pubblicizzare tali gesture durante la procedura di installazione o di promuoverle come funzionalità esclusive.

Cosa cambia da adesso in poi

Il documento suggerisce che tali funzioni siano nascoste “ad un livello più profondo” del sistema, all’interno delle impostazioni. In altre parole, dovrebbero apparire nelle “Impostazioni avanzate” anziché accanto a quelle per i gesti ufficiali di Google. La compagnia, evidentemente, vuole che i valori predefiniti siano o i vecchi pulsanti digitali o i nuovi gesti ufficiali, non quelli custom degli OEM. Le regole vietano persino di pubblicizzare le funzionalità nei popup, escludendo qualsiasi tipo di aiuto.

Tutto ciò non sarebbe nemmeno così male se i gesti ufficiali di Android andassero bene per tutti, ma forse non lo sono. Il ricambio delle modalità tradizionali ha incontrato molta resistenza sia da parte degli utenti che degli OEM stessi, il che lascia un enigma. Da un lato, questo tipo di politica contribuirà in qualche modo a rendere Android un sistema operativo unito anziché un miscuglio di diverse iterazioni; dall’altro, se è open source, dovrebbe non rallentare lo sviluppo da parte di terzi, accettato o meno che sia.

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