Blockchain, filiere e nuovi ecosistemi. Quali opportunità?

La sostenibilità come fattore di differenziazione competitiva

Nei prossimi anni, saranno principalmente l’industria di processo e il settore del retail a impiegare la blockchain per l’efficientamento delle attività di supply chain, la tracciabilità di prodotto e la tutela del marchio

Una delle tecnologie che oggi, più delle altre, è in grado di suscitare curiosità, entusiasmo e anche dubbi è la blockchain. Questa è progettata per essere una rete incorruttibile e decentralizzata, in grado di abilitare in maniera sicura transazioni, condivisione e scambio di dati. Il registro digitale che costituisce la blockchain è condiviso infatti da una rete di partecipanti in modalità peer-to-peer ed è in grado di tracciare le transazioni attraverso un sistema di firma digitale o crittografata. Inoltre, i nodi all’interno della rete contengono una copia dell’intero “registro”, rendendolo disponibile a coloro che hanno il diritto di accedervi. Queste particolari caratteristiche contribuiscono a rendere la blockchain una novità assoluta per le transazioni finanziare, per la stipula di contratti, per la tracciabilità di prodotti, abilitando la collaborazione tra aziende e tra industrie, nella logica dell’ecosistema con funzionalità di certificazione.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

LE POTENZIALITÀ DELLA BLOCKCHAIN

Le potenzialità della blockchain sono enormi e già oggi si contano diversi progetti pilota e in produzione a livello mondiale che vedono la collaborazione di diversi attori a vari livelli: aziende dello stesso settore, aziende che operano nella stessa filiera, oppure aziende appartenenti a industrie differenti. Grazie alla blockchain, anche realtà tra loro concorrenti possono collaborare per contribuire a migliorare l’efficienza di sistema. La fiducia è un elemento fondamentale al centro dei progetti basati su blockchain e gli ambiti di collaborazione tra le aziende sono numerosi: trasporti, logistica, certificazione di prodotti, transazioni finanziarie, smart contract. In base alle stime di IDC, in Europa il settore del banking si posiziona al primo posto per investimenti in blockchain, seguito dall’industria discreta, industria di processo e dal retail. Nei prossimi cinque anni, saranno però proprio questi ultimi settori nel nostro continente a far registrare le crescite maggiori degli investimenti in progetti legati alla supply chain, soprattutto l’industria di processo e il retail.

Leggi anche:  Programmazione low-code per un AI Agile su SAP

FILIERA ALIMENTARE

Il settore alimentare è uno di quelli che sta già mostrando un forte interesse per questa tecnologia: aziende appartenenti alla stessa filiera stanno infatti collaborando attivamente su progetti volti a rendere più efficienti i processi di certificazione di origine dei prodotti e a fornire forme estese di trasparenza, controllo e garanzia. Sono molti gli esempi concreti: dalla certificazione dei prodotti ittici nel Regno Unito alla filiera del riso o dell’olio extra vergine di oliva in Italia. In questi casi, la tecnologia blockchain è in grado di garantire in maniera sicura il monitoraggio e la tracciabilità del marchio, dal coltivatore allo stabilimento di produzione, fino addirittura ai mercati di esportazione, ottimizzando i processi di scambio di informazioni tra i diversi soggetti (coltivatori, impianti di trasformazione, controllo di qualità, impianti di confezionamento, distributori) e riducendo anche i costi dei processi di certificazione e le procedure cartacee. Grazie alla partecipazione di numerosi e differenti soggetti e alle caratteristiche intrinseche della blockchain, è possibile verificare e controllare tutti i partecipanti alla filiera, fornendo una maggiore trasparenza sui processi e garantendo una maggiore tutela ai consumatori, contribuendo a evitare frodi. In alcuni casi, i progetti su blockchain legati ai prodotti alimentari vedono anche la collaborazione con i settori a valle: per esempio, retailer e ristoranti.

SANITÀ E INDUSTRIA FARMACEUTICA

Altri due settori che stanno sperimentando in maniera rilevante la blockchain sono il farmaceutico e il sanitario. In questo caso, la tecnologia permette lo scambio di informazioni tra aziende della stessa filiera per garantire e verificare l’autenticità di medicinali, ma anche tra aziende di settori adiacenti, all’interno della rete ospedali-farmacie. La collaborazione tra le aziende farmaceutiche consente di efficientare i processi, certificare la provenienza dei farmaci e gestire in totale sicurezza i dati dei pazienti: per l’intera filiera, la certificazione dei medicinali con tecnologia blockchain permette di contrastare il fenomeno oggi in crescita della contraffazione, generando efficienze a livello di sistema con impatti positivi sulla salute dei cittadini. Il settore della sanità, inoltre, potrebbe far parte di un ecosistema basato sulla collaborazione con le aziende farmaceutiche per la condivisione di dati storici su pazienti e cartelle cliniche, in formato anonimo (o comunque attraverso la richiesta del consenso al trattamento dei dati personali), fornendo in questo modo alle società di ricerca dati effettivi e di vario genere sui quali poter basare le proprie analisi. In ambito sanitario, inoltre, i dati dei pazienti possono essere condivisi tra medici e tra strutture sanitarie per efficientare i servizi erogati e migliorare in generale l’offerta sanitaria. Le sperimentazioni della blockchain stanno quindi significativamente aumentando al di fuori del settore finanziario come diretta conseguenza del miglioramento della tecnologia e della maggiore consapevolezza e conoscenza da parte delle aziende. In base alle stime di IDC, gli investimenti in blockchain raggiungeranno i 5 miliardi di dollari nel 2020 a livello mondiale, registrando una crescita importantissima rispetto al 2019 (+76%), il che conferma il forte interesse da parte delle aziende, soprattutto nel settore del manufacturing e nel retail. Gli investimenti delle aziende in innovazione si orientano sempre più verso nuove tecnologie e piattaforme in grado di ottimizzare la condivisione di dati, insights, informazioni, e di ottimizzare e migliorare i processi di business, soprattutto in modo sicuro: la blockchain – da questo punto di vista – si conferma in grado di trasformare il modo in cui le aziende collaborano le une con le altre, abilitando elevati livelli di fiducia e di trasparenza end-to-end tra tutti i partecipanti all’ecosistema.

Leggi anche:  Boom dei pagamenti digitali, italiani fedeli al contante

ASPETTI CRITICI

Non mancano certo gli aspetti critici che vanno considerati e che in parte contribuiscono a generare scetticismo ancora presso molte realtà. Innanzitutto, la progressiva adozione e diffusione della blockchain richiederà nuove competenze in grado di operare con tale tecnologia. Le professionalità in grado di sviluppare, integrare e gestire progetti di questo tipo saranno sempre più richieste, alla pari dei professionisti in grado di operare con il cloud computing, con soluzioni di advanced analytics, IoT o con applicazioni di intelligenza artificiale. Al tema delle competenze si aggiungono poi le preoccupazioni che le aziende mostrano per gli elevati costi di implementazione e per l’interoperabilità tra sistemi. La blockchain è una tecnologia ancora relativamente recente e senza grandi casi di applicazione ancora diffusi: per queste ragioni, un altro aspetto che preoccupa le aziende è la poca maturità della tecnologia. Molti dei nuovi progetti blockchain hanno di fatto portato alla progettazione e allo sviluppo di nuove piattaforme, anziché all’utilizzo di quelle già esistenti: questo dimostra come, in effetti, il mercato sia ancora in una fase di definizione di standard e infrastrutture tecnologiche.

Diego Pandolfi Research and Consulting manager di IDC Italia