Facebook contro Apple per l’opt-out del monitoraggio

Facebook contro Apple per l’opt-out del monitoraggio

Il gigante social denuncia il colosso di Cupertino perché consentirà agli utenti di non farsi monitorare

Facebook ha lanciato un attacco ad Apple per una nuova funzionalità che consentirà agli utenti di decidere se le app che utilizzano possono accedere ai propri dati per scopi pubblicitari. Il colosso di Cupertino dovrebbe introdurre la funzionalità conosciuta come “AppTrackingTransparency” in iOS 14, offrendo agli utenti ciò che Zuckerberg descrive come “un messaggio scoraggiante” per chiunque fino ad oggi abbia fatto soldi con l’invio di adv personalizzati.

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Facebook afferma che la funzione danneggerà gli sviluppatori di app, le piccole imprese ed è un atto anticoncorrenziale progettato per dare vantaggi alla sola Apple. La mossa del social network arriva nello stesso momento in cui quest’ultimo decide di porsi dalla parte di Epic Games nello scontro che vede Apple aver bannato dal proprio store Fortnite, per la conosciuta storia degli acquisti in-app e della percentuale dovuta a Cupertino.

Guerra tra giganti tech

“Imprenditori e sviluppatori creano app gratuite perché fanno affidamento sulla pubblicità per sopravvivere: dalle notizie del mattino al gioco in coda al bar” ha spiegato Facebook. Con la decisione di lanciare l’opzione di trasparenza su iOS 14, per Facebook, l’obiettivo di Apple è quello di dominare l’intera internet. Secondo i manager dell’azienda, Apple sta “cercando di riportare indietro il mondo [della pubblicità] di 10 o 20 anni”, sebbene non vi siano dettagli che giustifichino tali affermazioni.

In una dichiarazione, Facebook afferma: “Riteniamo che Apple si stia comportando in modo anti-competitivo, utilizzando il controllo dell’App Store a vantaggio dei propri profitti e a scapito degli sviluppatori di app e delle piccole imprese. Continuiamo a esplorare modi per affrontare questa preoccupazione”. La nuova funzionalità di Apple è stata annunciata al WWDC all’inizio di quest’anno: non blocca il tracciamento, ma chiede agli utenti di dare il loro permesso agli sviluppatori di tracciare i dati prodotti e condivisi nell’utilizzo della stessa app.

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