Applicazioni in “autoscaling”: una scelta di business e tecnologica

Il 57% delle imprese in Italia procede con attività di espansione

Il punto di Emmanuel Becker, Managing Director Italy di Equinix & John Gazal, Vice Presidente South Europe e Brasile di OVHcloud

In un contesto economico, per poter rilanciare la crescita, è necessario innovare. In ambito tecnologico, le innovazioni di “processo”, come il multicloud o il Cloud ibrido (l’alleanza del Cloud e delle soluzioni “locali”) contribuiscono a rendere un’azienda più efficiente e flessibile. Ma in un’economia incentrata sulle esigenze dei clienti, le innovazioni dovrebbero dettare le scelte delle infrastrutture. Ciò significa ripensare al modo in cui vengono sviluppate le applicazioni che sostengono questi prodotti e servizi. Nuove applicazioni intelligenti, in grado di effettuare l’”autoscaling”, ovvero, la scalabilità automatica della propria infrastruttura, rendono possibili nuovi modelli tecnologici e di business.

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Cliente e applicazione al centro della riflessione

Il dibattito su come sviluppare le applicazioni non è più riservato ai soli sviluppatori e responsabili delle infrastrutture. Viviamo in un mondo “incentrato sul cliente”, in cui le funzionalità e l’ergonomia delle applicazioni non dovrebbero più dipendere dalla scelta dell’infrastruttura, ma direttamente dalle esigenze dei clienti.

Ad esempio, con un’infrastruttura privata, le reti e un Cloud “on premise”, un’azienda rivendica una competenza tecnica, fiscale e di sicurezza. Ma questo scenario limita l’agilità e la creatività degli sviluppatori di applicazioni. L’introduzione di funzionalità o l’implementazione dell’applicazione in nuove aree geografiche richiederanno infatti l’adeguamento dell’infrastruttura e delle reti. Le collaborazioni o le alleanze con altri attori richiederanno la condivisione dei dati e l’interconnessione dei sistemi. I vincoli di sicurezza, di eterogeneità degli ambienti e semplicemente di budget, possono frenare la volontà di collaborazione dell’azienda con il proprio ecosistema.

Cosa succede se questa impostazione di pensiero viene invertita, e viene data priorità alle applicazioni e ai servizi? I team si potranno concentrare sul front-end e sull’esperienza del cliente, e come rendere un’nuova offerta più attrattiva e un’applicazione più responsive. In questo modo, l’azienda acquisisce gli strumenti che le consentono di innovare testando nuove offerte e applicazioni, concentrandosi sul suo core business e sul profitto.

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Applicazioni in grado di effettuare “autoscaling”, nuovo stato dell’arte tecnologica

Il mercato dell’infrastruttura ha raggiunto una nuova fase di trasformazione che consente alle applicazioni di consumare “back end” in base alle esigenze.

Il riferimento riporta chiaramente ai picchi stagionali dell’e-commerce, ma anche, nell’attuale contesto di pandemia, all’adattamento dei prodotti e dei servizi all’evoluzione dei nostri stili di vita. Nessuno prima d’ora avrebbe immaginato la collaborazione tra le aziende specializzate in materiali o chimica per produrre mascherine o gel idroalcolici? Un paragone dell’attuale scenario potrebbe essere raffigurato da un “perno permanente”.

Questo cambiamento di paradigma è possibile grazie allo sviluppo di applicazioni distribuite e intelligenti, in grado di effettuare “autoscaling” in tempo reale, per adattare la loro dimensione al comportamento degli utenti e ottimizzare i costi delle infrastrutture nel modello di pagamento a consumo. Possono anche essere spostate da un ambiente all’altro, cioè tra infrastrutture private o pubbliche, o con un approccio “multi-cloud”, in particolare in base a criteri geografici per la localizzazione e la sovranità dei dati.

Una “portabilità” e una “reversibilità” rese possibili dall’avvicinamento di container e microservizi, in quanto l’applicazione integra tutti gli elementi necessari al suo funzionamento (linguaggi di programmazione, framework, librerie…). I meccanismi di automatizzazione, come gli orchestratori Kubernetes, liberano i team tecnici di (quasi) tutti i task associati alla creazione e all’evoluzione di un’infrastruttura informatica. Si tratta di un elemento importante che, unitamente alla protezione fisica delle apparecchiature o all’adeguamento delle norme di sicurezza, deve facilitare la decisione di affidare i propri dati e applicazioni a soggetti in grado di industrializzare le infrastrutture digitali. E infine permettere ai clienti di focalizzarsi totalmente sulla loro crescita e la loro capacità di innovare.

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Più connettività e meno latenza per liberare l’innovazione

Questa nuova generazione di applicazioni “autoscale” non potrebbe esistere senza una connettività diretta tra i diversi attori dell’infrastruttura. Le piattaforme di interconnessione, presenti nei principali poli di attività economica di tutto il mondo, permettono alle aziende di connettere direttamente le proprie applicazioni a migliaia di provider Cloud e API. Il tutto nel rispetto degli standard di sicurezza e dei relativi audit.

Questa rete globale e questa connessione diretta in fibra ottica permettono oggi di immaginare applicazioni Cloud ultra-performanti per il gaming, l’IoT e l’e-Health, in tempo reale senza latenza.

La tecnologia di interconnessione e di ibridazione e le competenze sono già disponibili e possono rendere possibile la realizzazione di queste applicazioni. Ora la sfida principale consiste nell’individuare modalità flessibili affinché tutto ciò sia possibile.