Check Point Software e Lutech, un binomio di valore per il 2021

Check Point Software e Lutech, un binomio di valore per il 2021

Come cambia l’approccio alla cybersecurity sotto la spinta del cloud? La partnership consolidata tra Check Point e Lutech punta su un modello olistico e multidisciplinare per rispondere alle esigenze delle imprese di agilità, enforcement, visibility e trust

Il legame che tiene ben strette Lutech e Check Point Software Technologies è di quelli consolidati e di vecchia data. System integrator da una parte, vendor dall’altra, con un raggio d’azione unico nello scenario della sicurezza aziendale. In questo complicato 2020, dove il perimetro tra professionale e privato si è fatto sempre più labile, l’adozione tecnologica da sola non basta più e deve essere preceduta e seguita da una consapevolezza maggiore per fronteggiare il rischio a cui si è costantemente esposti. In un panorama del genere, dove l’everywhere ed everytime è ben lungi dall’essere una novità, si necessitava già di una comprensione estesa della sicurezza, anche per via dell’inarrestabile diffusione del cloud che la situazione di emergenza sanitaria ha contribuito ad accelerare.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Come ci spiega Massimiliano Bossi, Channel & Sales manager di Check Point Software Technologies: «La partnership con Lutech è iniziata quasi 15 anni fa quando il core business Check Point era focalizzato principalmente sulla sicurezza perimetrale. Negli anni, Check Point è riuscita a rafforzare la posizione strategica presso i clienti grazie a una vision chiara, orientata al consolidamento della propria offerta e al mantenimento di standard sempre elevati nella prevenzione dalle minacce note e zero-day. Leadership mantenuta anche grazie all’ampliamento del portafoglio di soluzioni end-to-end scalabili e adatte a ogni dimensione aziendale, con lo sguardo rivolto a fronteggiare il panorama delle minacce, giunte ora alla sesta generazione, e a mettere in sicurezza il cloud che con il 5G e l’IoT rappresenta un potenziale rischio su scala globale. Non solo, essendo Check Point un vendor 100% canale, le partnership sono state, e sono, un asset strategico di importante investimento per poter perseguire e consolidare questi traguardi.

Declinare al meglio le strategie di mercato Check Point a livello locale e vincere le sfide di cybersicurezza è possibile grazie anche alla sinergia con i partner locali e di rilievo come Lutech che, nella fattispecie, si è contraddistinta grazie allo sviluppo di competenze verticali sulla digital trasformation. Insieme a Lutech sono state sviluppate collaborazioni di successo in ambito della cloud security, intesa come protezione di applicazioni cloud, infrastrutture cloud/ibride e governance e compliance dei public provider. Continueremo nel 2021 a collaborare con successo sui filoni già avviati in precedenza e ci concentreremo ad evolvere la sicurezza del settore manufacturing che risulta essere una importante sfida da vincere nuovamente insieme.

Leggi anche:  Kaspersky supporta l’INTERPOL per interrompere le operazioni del malware Grandoreiro

La sinergia risponde a un approccio end-to-end: Lutech si pone come trusted advisor nei confronti del cliente, con servizi che spaziano dalla consulenza e design sino alla fase di implementazione e realizzazione, che può contare sulle nostre soluzioni tecnologiche e best practice all’avanguardia. Il risultato è una proposta di valore per il cliente che, oltre a garantire un livello di integrazione e di sicurezza elevato, permette una gestione semplificata dei processi, con riduzione di tempi, costi e risorse.

«Pur essendo perennemente in quella fase definita di trasformazione digitale, di rado si pensa a quanto sia complesso per le aziende intraprendere un viaggio simile. Le tematiche da gestire sono davvero tante ed è impensabile potercela fare da soli. Gioca un ruolo chiave la programmazione del digital journey, così come la capacità di gestire nel tempo tutte le esigenze che insorgono. Questo è particolarmente vero nello scenario della security, dove l’aggiornamento continuo sullo stato dell’arte è imprescindibile. Dal punto di vista di Check Point, la volontà di trasferire al cliente un progetto di transformation si unisce a quella di applicare le tecnologie più innovative e adeguate. Insomma, ci si pone in maniera più ampia come consulenti, il cui ruolo può finalizzarsi solo con un partner specializzato come Lutech».

VISIONE MULTIDISCIPLINARE

La visione di Lutech, fortemente orientata a indirizzare le esigenze di business dei clienti fornendo soluzioni “tailor-made”, incontra sulla stessa linea d’onda gli obiettivi di Check Point, che ben si sposano con i “main services”, parte centrale dell’offerta del system integrator. «Il cloud comprende tanti scenari differenti da richiedere un cosiddetto “continuous service improvement”, un modello dove la continua verifica dell’aderenza dei requisiti deve incontrare non solo l’applicabilità della tecnologia ma anche la coerenza del business. Vedendo il sorgere di un cloud dove la predominante è il “data border” – le informazioni residenti in un perimetro di co-sharing – c’è il bisogno di estendere la governance sul dato, proteggendo le infrastrutture sul cloud, senza venir meno a visibility e trust» – spiega Gianluigi Citterio, head of Presales Technology del Gruppo Lutech. «Immersi in un mondo dove non esiste un’accezione singola del cloud ma una situazione diversificata, con tecnologie e offerte differenti, la governance diventa complessa e richiede skill specifiche per un approccio corretto. Sorge, quindi, il tema del know-how effettivo di chi propone soluzioni e singoli prodotti. C’è una netta differenza nell’acquistare, per esempio, un software su un marketplace, rispetto ad affidarsi a professionisti del settore IT. Nel primo caso, ci potrà essere un risparmio economico ma il progetto non prosegue oltre la fase di completamento dell’acquisto. Chi segue il cliente nelle fasi successive? Chi ha garantito che quella soluzione fosse la più indicata per le sue esigenze specifiche? Una conoscenza parziale impedisce di fornire un supporto idoneo al cliente. Il valore di Lutech è proprio questo: un servizio di consulenza estesa su aspetti di carattere tecnologico e infrastrutturale, cyber security e cloud, fino all’applicativo».

Leggi anche:  I rating di sicurezza: strumenti in rapida ascesa

LA TECNOLOGIA NON È TUTTO

Per alcuni versi, la situazione odierna torna a rispecchiare quella di qualche anno fa. A venire meno non è tanto la tecnologia in grado di assicurare la corretta sicurezza della rete, ma la volontà di procedere in tale direzione. La voce “security”, nonostante l’accelerazione digitale dettata dall’emergenza sanitaria, rischia ancora di passare in secondo piano rispetto alle esigenze primarie di business continuity, che tuttavia possono essere minate proprio da questo tipo di approccio. «Non capita di rado di parlare con imprenditori che hanno bisogno di essere convinti nel fare investimenti per implementare una soluzione di security a 360 gradi. Manca ancora, in alcuni casi, quella cultura che si riscontra in altri paesi, dove la sicurezza non è la tappa finale ma qualcosa in più» – sottolinea Massimiliano Bossi di Check Point. «Bisogna considerarla anzi come vettore e abilitatore di tecnologia. Che si tratti di aprirsi verso altri mercati, utilizzare metodi innovativi di contatto con il cliente oppure di ampliare le piattaforme di utilizzo, la cybersecurity è il reale pilastro di una crescita costante, che si consolida nel tempo. Oggi, il cloud è certamente un catalizzatore, e lo è stato fortemente negli ultimi mesi. In molti casi, la sua adozione è stata una risposta frettolosa a un’esigenza contingente, senza però una visione olistica. Agire con una certa lungimiranza, significa invece partire dall’esigenza del momento per far evolvere in maniera strutturata e complessiva l’approccio alla cybersecurity all’interno dell’organizzazione».

L’IMPORTANZA DELLE SOFT SKILL

Più volte nel corso dell’intervista, Citterio e Bossi hanno sottolineato il concetto di competenza, con una duplice accezione. Da un lato, inteso come skill necessaria in-house del cliente affinché intraprenda un nuovo sentiero strategico, in cui la security svolga un ruolo cardine. Dall’altro, la competenza di chi offre qualcosa di più di un prodotto, un modello per cui l’utente finale si possa aspettare di essere seguito anche con l’evolversi degli attacchi, quando si rende necessario un upgrade del sistema o dell’hardware in uso, magari anche al ribasso nei periodi di riduzione della produttività. Tutto questo significa «andare oltre il semplice concetto di valore sistemistico della sicurezza, per puntare sulla programmazione e l’ottimizzazione, visto che la sicurezza invade tanti campi, coinvolgendo aspetti tecnici ma anche interdisciplinari. Ed è il motivo per cui parliamo di multidisciplinarità» – afferma Gianluigi Citterio di Lutech. «Se il paradigma da seguire è Agile, la sfida diventa soddisfare realtà che vogliono lavorare in maniera veloce senza rinunciare alla sicurezza, di cui non è detto siano consapevoli di aver bisogno. Quanti credevano di fare affidamento oggi più che mai agli smartphone? Quante aziende hanno protetto adeguatamente questi dispositivi? Compito nostro e dei partner è quello di sensibilizzare le persone, con la convinzione che gli strumenti più utilizzati sono proprio quelli presi più di mira». Insomma, nessun criminale informatico si sognerebbe di spendere ore per attaccare un fax, sapendo che vale molto di più puntare su una mail di phishing con un file infetto in allegato.

Leggi anche:  SentinelOne stabilisce un nuovo standard per la cybersecurity grazie alla Singularity Platform Unity

BETTER TOGETHER: 2021

Il lavoro di concerto di Lutech e Check Point proseguirà senza sosta anche nel 2021. Il focus sarà sulla tecnologia ma anche sulla versatilità che imprese, enti e istituzioni richiedono. Su tale punto spinge il vendor con Infinity, un modello di licensing capace di evolvere nel tempo, senza intaccare gli investimenti. «Non dipende solo dalla pandemia, ma dalla velocità stessa con cui il settore IT evolve» – afferma Massimiliano Bossi di Check Point. «L’agilità dei servizi deve prevedere anche un cambio di priorità, indipendentemente dal settore di riferimento» – conferma Citterio di Lutech. «Si passa sempre più all’OpEx per ragionare con maggiore flessibilità, per meglio rispondere ad ambienti smart, voraci di mutamento». Linee di pensiero che inevitabilmente legano le due realtà, facce della stessa medaglia dell’innovazione.