Tre elementi trainanti guidano la nuova ondata di migrazione al cloud

Tre elementi trainanti guidano la nuova ondata di migrazione al cloud

Andrew Brinded, Vice President & General Manager EMEA Sales, Nutanix illustra tre motivi per cui le aziende stanno spostando sempre più risorse nel cloud e cosa significherà questo cambiamento di mentalità per il modo in cui verranno gestite le aziende più lungimiranti

Nel corso della pandemia l’adozione del cloud è accelerata poiché le aziende hanno cercato di distribuire rapidamente applicazioni, strumenti e servizi in grado di supportare il telelavoro. Ma le modalità in cui viene distribuito il cloud e le ragioni per cui viene distribuito sono cambiate. In questo articolo desidero illustrare tre motivi per cui le aziende stanno spostando sempre più risorse nel cloud e cosa significherà questo cambiamento di mentalità per il modo in cui verranno gestite le aziende più lungimiranti.

Innazitutto, prendiamo in considerazione l’attuale contesto IT aziendale. Più di metà degli imprenditori britannici ha indicato che il cloud ha salvato le loro aziende offrendo un modo per continuare a lavorare superando il lockdown, mentre in Italia si è registrata una crescita esponenziale dei servizi cloud nel 2020. L’emergente opinione generale indica che molte, se non la maggior parte, delle aziende prevederanno modalità di lavoro più flessibili oltre al telelavoro anche quando la pandemia avrà cessato di influenzare in modo predominante il processo decisionale.

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Ciò significa che la transizione attualmente in corso verso il cloud continuerà, spesso come parte di un più ampio esercizio strategico di trasformazione aziendale. La portata di tale fenomeno non può essere sopravvalutata. Gartner suggerisce che il 45% della spesa per infrastrutture, applicazioni e outsourcing dei processi aziendali passerà al cloud entro il 2024. Si tratta di una crescita della spesa per i servizi di infrastruttura cloud che varrà 63 miliardi di dollari nel 2020 e 81 miliardi di dollari il prossimo anno, rispetto ai 44 miliardi di dollari dello scorso anno. Nel frattempo, il datacenter tradizionale vede un netto calo, con una spesa che si riduce del 10% a 188 miliardi di dollari nel 2019. Possiamo sicuramente aspettarci molto altro in futuro, ma il trend è decisamente chiaro.

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“La percentuale di spesa IT allocata per il cloud accelererà ulteriormente dopo la crisi generata dal COVID-19 perchè le aziende cercano di migliorare l’efficienza operativa”, afferma Ed Anderson, Distinguished VP Analyst di Gartner. E il numero di applicazioni e servizi on premise si riduce sempre più.

Motivi del cambiamento

Ma anche le ragioni che portano le aziende ad adottare il cloud stanno cambiando. Il cloud inizialmente ha avuto un’impennata in parte perché il modello di fatturazione dell’abbonamento aveva più senso rispetto al tradizionale modello di licensing del software aziendale. Le aziende potevano così pagare in base agli effettivi consumi, sostituendo le spese in conto capitale con le spese operative. La flessibilità finanziaria era la carta vincente del cloud e, a sua volta, significava che gli utenti del cloud potevano testare i propri progetti a costi molto bassi e molto rapidamente. Per molti versi, il cloud ha portato in azienda l’etica della Silicon Valley del “fallire velocemente” – ovvero capire in brevissimo tempo se un progetto può essere un successo o no.

Ora però le cose sono cambiate. Le aziende in realtà accettano che nel tempo, a conti fatti, potrebbero pagare di più per il cloud rispetto a un’infrastruttura IT on premise, ma lo considerano qualcosa per cui vale la pena spendere. Tre fattori in particolare stanno guidando la seconda ondata di accettazione del cloud, ciò che Gartner definisce “cloud shift”, e sono: agilità, sicurezza e intelligenza artificiale. Esaminiamoli uno per uno.

Agilità. In tempi di incertezza, le aziende devono essere in grado di provare nuove cose, di cambiare strategia rapidamente e di scalare la capacità in base alle necessità. Rivenditori al dettaglio che spostano la loro attività online, ristoranti che diventano virtuali con il solo servizio di consegne, riunioni faccia a faccia che si trasformano in videocall, modelli complessi di scenari what if per il cambiamento strategico… sono tutti esempi che spiegano perché sia fondamentale muoversi velocemente e solo il cloud offre questa flessibilità e questa capacità a prezzi accessibili.

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Sicurezza. Originariamente considerata un punto debole del cloud, ora il punto di vista è cambiato. Poche aziende sono in grado di proteggersi con la stessa efficacia dei fornitori di cloud che gestiscono alcuni tra i più grandi data center al mondo, hanno visibilità su qualunque tipo di minaccia in arrivo, possono integrare processi che rilevano e monitorano comportamenti sospetti e possono permettersi di assumere squadre di esperti in diversi campi. Tutto ciò significa che la sicurezza è diventata un elemento di forza del cloud.

Intelligenza artificiale. Il cloud funge da trampolino di lancio per le aziende che cercano di provare cose nuove e fornisce gli strumenti, la potenza di elaborazione flessibile e l’infrastruttura per farlo. Consideriamo, ad esempio, Google Cloud AI come un modo per accedere a soluzioni preconfezionate, elementi predefiniti e strumenti per sviluppatori. L’intelligenza artificiale si è probabilmente evoluta più lentamente di quanto indicherebbe il battage di notizie che le ruota intorno, ma la maggior parte di noi concorderà sul fatto che è una delle tecnologie più potenti che si possano implementare nei prossimi anni per automatizzare e accelerare decisioni, processi e creazione di informazioni dettagliate.

Questi tre fattori stanno guidando sempre più l’adozione del cloud, ma di quale tipo? Credo sia inevitabile che le aziende si affidino a più cloud per evitare il lock-in ed essere in grado di spostare i carichi di lavoro, quando necessario, nel tempo. L’utilizzo di più di una piattaforma cloud permette di supportare anche il disaster recovery, la business continuity e la conformità normativa. Il nuovo centro dell’attenzione si allontanerà dai cloud individuali che verranno utilizzati negli ambiti applicativi in cui sono più efficaci. Il centro operativo si sposterà invece verso “data plane” che forniscono ai CIO un modo per gestire le API e spostare i servizi tra i cloud in modo dinamico, per mantenere flessibilità aziendale e fluidità operativa ottimali.

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Naturalmente tutto ciò non avverrà dall’oggi al domani. Questi cambiamenti richiederanno diversi anni e sfide come la modernizzazione delle applicazioni non dovrebbero essere sottovalutate. È probabile che la maggior parte delle aziende consolidate continuerà ad affidarsi ai propri data center ancora per un po’. Ma quelle che si stanno già muovendo per passare al multi-cloud saranno le più sicure, rapide e determinate. E saranno nella migliore posizione per ripartire in fretta e prosperare, qualunque cosa ci riservi il 2021 e gli anni a venire.