Una città, quella di Torino, che pensa a creare basi solide, digitali e di sinergia, oltre che di internazionalità, per far fronte a un futuro sempre più competitivo. In Italia e nel mondo. Il capoluogo piemontese sta correndo nell’innovazione tecnologica a velocità doppia rispetto al resto del Paese. Venendo a mancare le spalle larghe dell’automotive, gli imprenditori più illuminati si sono radunati per disegnare i contenuti della città del futuro e hanno iniziato a realizzarla.
Massimiliano Cipolletta, imprenditore, amministratore del noto gruppo Scai, presiede la Fondazione Torino Wireless. Il suo mantra per innescare la crescita economica del territorio è uno solo: rivoluzione digitale. “A Torino abbiamo già un ambiente favorevole – sottolinea – fatto di infrastrutture digitali, in un contesto di storica apertura all’innovazione”. La Fondazione prende infatti avvio 20 anni fa, con l’illuminato Rodolfo Zich.
Secondo Cipolletta, il cui obiettivo è conquistare definitivamente la leadership tra gli hub digitali italiani, “è indispensabile un processo di alfabetizzazione che consenta di abbattere le barriere culturali. Siamo arrivati a un traguardo importante per la comunità economica imprenditoriale torinese: la consapevolezza del sapere digitale. Ovvero: attraverso un enorme sforzo per far comprendere la necessità del cambiamento e dell’innovazione tecnologica, siamo arrivati a un grande risultato. Si è capito che serve mettere in atto nuove azioni e strategie per rimanere competitivi, per non essere tagliati fuori da un mercato sempre più competitivo”. Perché la rivoluzione digitale, è la sintesi, ha bisogno di formazione permanente e promette a breve centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro.

Altra figura di rilievo è Dario Gallina, a capo dell’omonima azienda di famiglia fondata 62 anni fa. Produce sistemi e lastre di policarbonato per l’edilizia e componenti per l’automotive. Da due anni Gallina presiede la Camera di Commercio di Torino, prima era a capo degli industriali di Torino. La sua attività imprenditoriale, al vertice di una multinazionale, rappresenta un valore di garanzia anche per le Pmi e le micro-aziende, ossia la volontà di “fare sistema”.
“Torino ha oggi le carte in regola per ripartire e riprendersi il ruolo di città-modello”, spiega Gallina: “Puntiamo a una centralità europea entro il 2030. È importante possedere una visione unica e una forza di comunicazione adeguata. Ricordiamo cosa stanno facendo il Cim+4.0 e il Politecnico con l’Università, in tema di produzione di soluzioni innovative e digitali. Torino si appresta a potenziare il suo ruolo di capitale nel settore dell’aerospazio, si prepara a correre con obiettivi di antica capitale”. (TILANCIO)