Applicazioni mainframe aperte al cloud con Mauden non è più tabù

Applicazioni mainframe aperte al cloud con Mauden non è più tabù

Affidabilità e agilità di business, Mauden punta alla modernizzazione del mainframe facilitando l’integrazione di sistemi e applicazioni con le nuove tecnologie

Fondata a Milano, da 36 anni Mauden aiuta i clienti a comprendere l’evoluzione delle tecnologie e degli ambienti infrastrutturali. Ripercorrere le tappe della sua storia è un po’ come scorrere l’evoluzione del digitale in Italia. A Daniele Gregoris, technology leader della LOB Legacy Modernization, abbiamo chiesto di spiegare il ruolo di Mauden (dal 2020, parte di Ricoh Italia) nella modernizzazione del mainframe. «Mauden assume un ruolo che potrebbe essere definito come una sorta di “intermediatore culturale” tra chi sviluppa gli applicativi e chi gestisce l’infrastruttura. Ed è proprio quello che facciamo nella LOB Legacy Modernization: andare a modernizzare e abilitare tutte le applicazioni legacy su ambiente mainframe verso le nuove tecnologie. Solitamente le esigenze di chi sviluppa e chi gestisce fanno fatica a “sposarsi” in quanto l’applicativo ha bisogno di andare in una certa direzione, mentre chi gestisce l’infrastruttura ha bisogno di controllo» – spiega Gregoris. «Oggi Mauden realizza soluzioni che comprendono e interpretano le necessità di entrambi gli interlocutori». Inoltre, in qualità di Platinum Partner, Mauden propone e utilizza soluzioni IBM, mantenendo la propria identità di System Integrator. «Oltre a sfruttare il nostro know-how riguardo al mondo IBM, siamo in grado di disegnare le migliori soluzioni per far interagire al meglio queste tecnologie con i sistemi interni alle aziende».

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IL MITO DEL CLOUD IBRIDO

Le aziende richiedono sempre più l’utilizzo del cloud ibrido e, come consulente tecnologico, Mauden lo propone ai propri clienti come soluzione di punta. «Si riassume tutto nel concetto di data gravity» – spiega Gregoris. «Le aziende preferiscono avere le proprie applicazioni “vicine” ai dati. Portare al di fuori del data center le applicazioni fondamentali per il core dell’azienda è estremamente complicato. Grazie al cloud ibrido, la parte on-prem che rappresenta il cuore dell’azienda rimane quindi all’interno, mentre le applicazioni meno strategiche sono decentralizzate in cloud». Per aiutare le organizzazioni a ridurre i costi legati all’energia e all’impatto ambientale – «le nuove tecnologie come per esempio IBM LinuxONE sono un punto di riferimento per il settore, grazie a una piattaforma server sicura e ad alte prestazioni per i carichi di lavoro data-intensive» – spiega Gregoris. All’interno del data center sono inoltre necessarie tecnologie per utilizzare il cloud e al tempo stesso per gestire al meglio i dati. «Un esempio è il “Transparent cloud tiering”, tecnologia che consente di salvare i dati del mainframe o di spostarli direttamente nello storage cloud dall’hardware periferico (dischi) senza utilizzare risorse del mainframe stesso».

MAINFRAME: NO TIME TO DIE

In un’epoca dominata dal cloud, il mainframe non ne vuole sapere di abbandonare la scena. La gestione di enormi volumi di dati e di utenti in contemporanea e una maggiore affidabilità, difficilmente raggiungibile da altre tecnologie, lo rendono ancora adesso indispensabile. «Al contrario di quanto si possa immaginare, sia da parte dei clienti che delle aziende tecnologiche, c’è un continuo investimento nel mondo del mainframe, che è considerato oggi più di ieri una tecnologia abilitante nella modernizzazione dei sistemi» – afferma Gregoris. «Si sta lavorando molto per colmare il gap di expertise, derivato dalle limitate risorse capaci di mettere mano al mondo mainframe». Adeguare il mainframe a un nuovo linguaggio, aprendolo a tecnologie più moderne, ha facilitato l’ingresso di nuove risorse “più giovani” in questo mondo. «Questo è quello che si è cercato di fare» – spiega Gregoris. «Aprire il mainframe a linguaggi più moderni e formare nuove risorse con skill adeguate. Anche Mauden stessa si è mossa in questa direzione, formando internamente i propri giovani, con un background di altri linguaggi e altre piattaforme, sui sistemi mainframe. Questo è stato facilitato anche dall’adozione degli stessi software e delle stesse applicazioni, per esempio in ambito DevOps, già utilizzate all’interno del mondo distribuito, e dalla capacità dei nuovi sistemi mainframe di interconnettersi con il cloud o altre piattaforme in maniera semplice, come IBM z/OS Connect, permettendo di far dialogare applicazioni interne o esterne ad esso in maniera totalmente trasparente». Per anni si è pensato che il mainframe fosse destinato a scomparire, soppiantato da soluzioni all’avanguardia; tuttavia proprio come in natura, il segreto della sua longevità è legato alla capacità di evolversi, garantendosi così ancora una lunga e proficua vita.

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