Google Bard IA arriva in 180 paesi

Ecco come sarà l’Assistente Google con Bard

Il chatbot svelato alla conferenza Google I/O 2023, arriverà anche in Italia nei prossimi mesi

Negli ultimi due mesi, chiunque voleva provare il nuovo chatbot IA di Google, Bard, ha dovuto prima registrare il proprio interesse e iscriversi a una lista d’attesa per ottenere l’accesso. Durante la prima giornata della Google I/O 2023, la sua conferenza per sviluppatori, Big G ha annunciato l’apertura a 180 paesi in lingua inglese della nuova ricerca di Bard. Il chatbot è sviluppato sulla base del più recente Large Language Model di Google, PaLM 2, che lo rende più versatile che mai. Google ha rilasciato in fretta la prima generazione di Bard a febbraio, dopo che ChatGPT di OpenAI è apparso dal nulla e ha iniziato a rendere l’interazione uomo-IA decisamente interessante. Le cose, per Google, sono peggiorate quando le prestazioni iniziali di Bard si sono rivelate tutt’altro che impressionanti. Nei mesi successivi, la società ha lavorato per sviluppare ulteriormente PaLM, il modello linguistico che essenzialmente alimenta Bard, consentendogli di produrre risposte di migliore qualità e fedeltà, oltre a svolgere nuove attività come la generazione di codice di programmazione. 

Come annunciato dai dirigenti di Google durante il keynote I/O 2023, Bard è passato alla nuova piattaforma PaLM 2. Pertanto, gli utenti possono aspettarsi una serie di nuove funzionalità e funzioni da implementare nei prossimi giorni. Si parte con le risposte visive alle domande, che consentono, quando si chiede qualcosa al chatbot, di ottenere non solo testi ma anche foto e video, al posto del classico elenco puntato di Google. Gli utenti potranno anche inserire immagini in Bard insieme alle loro query scritte, portando all’interno dell’IA le funzionalità di Google Lens, ad esempio per scoprire dove si trova un luogo o il nome di un monumento. Anche se Google ha già portato le potenzialità dell’IA in oltre 25 dei suoi prodotti, il colosso ha deciso di stringere nuove partnership per consolidare ulteriormente gli sforzi nel campo dell’intelligenza artificiale generativa. Lo ha fatto collaborando, tra gli altri, con Adobe, così da portare in Bard l’IA generativa Firefly e contrastare l’offerta BingChat-DallE2 di Microsoft.

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