Microsoft separerà Teams da Office per evitare problemi di antitrust

Microsoft separerà Teams da Office per evitare problemi di antitrust

Le aziende potranno acquistare la suite anche senza il software di collaborazione

Microsoft ha accettato di interrompere l’unione di Teams con la sua suite di produttività Office, secondo il Financial Times. La mossa dell’azienda tenta di evitare un’indagine antitrust dell’UE. Le fonti del FT affermano che le società alla fine saranno in grado di acquistare Office con o senza Teams installato, “ma il meccanismo su come farlo rimane poco chiaro”. Secondo quanto riferito, i colloqui con le autorità di regolamentazione dell’UE sono in corso e “un accordo non è certo”. Microsoft ha dichiarato a FT: “Siamo consapevoli delle nostre responsabilità nell’UE in quanto grande azienda tecnologica. Continuiamo a impegnarci in modo cooperativo con la commissione nelle sue indagini e siamo aperti a soluzioni pragmatiche che rispondano alle sue preoccupazioni e servano bene i clienti”. La piattaforma di lavoro a distanza concorrente Slack, ora di proprietà di Salesforce, si è lamentata con le autorità di regolamentazione dell’UE nel 2020, chiedendo ai funzionari di costringere Microsoft a vendere Teams separatamente dalla sua onnipresente suite Office. 

Il consigliere generale di Slack disse all’epoca: “Chiediamo all’UE di essere un arbitro neutrale, esaminare i fatti e far rispettare la legge”. Microsoft sta affrontando i suoi primi problemi normativi in ​​un decennio. La società ha concordato un accordo con la Commissione europea nel 2009, accettando di offrire ai clienti europei una scelta di browser web; è stata poi multata di 561 milioni di euro nel 2013 per non aver aderito a tale decisione. Ma la più famosa scossa è avvenuta all’inizio del millennio, quando Microsoft è stata costretta a dividersi in due società, una sentenza successivamente ribaltata da una corte d’appello. Microsoft e il DOJ si sono accordati nel 2001, accettando restrizioni come la condivisione di API con sviluppatori di terze parti e consentendo ai produttori di PC di installare software non Microsoft sui loro prodotti.

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