Service Economy e digital innovation

Service Economy e digital innovation
Roberto Gemma, chief operation officer di Altea Federation

Soluzioni cloud-native, intelligenza artificiale e cybersecurity abilitano la crescita

Mondo dei servizi e industria rappresentano due facce della stessa medaglia, distinte per convenzione di mercato ma interconnesse fra loro fino a creare i distretti verticali tipici dell’economia italiana. Seppur nelle fondamentali differenze di applicazione, non v’è dubbio alcuno riguardo alla digitalizzazione pervasiva per l’intero comparto economico. Al di là del settore di appartenenza (produzione, distribuzione, retail, terziario), il leit motiv di ogni azienda è la crescita esponenziale dei dati generati quotidianamente ed è proprio questo a rappresentare oggi una delle sfide più importanti per la transizione digitale.

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Il contesto in continua trasformazione, l’esigenza di tenere sotto controllo l’avanzamento delle attività e la profittabilità, il sapersi adattare alle variazioni di mercato sono condizioni che rendono necessario ripensare l’approccio alla tecnologia per adottare soluzioni a copertura dei processi gestionali, di reporting e di supporto alle decisioni finalizzate ad indirizzare una serie di aspetti.

Anzitutto, l’efficienza operativa: strumenti e tecnologie digitali come RPA o AI consentono di automatizzare processi manuali, ottimizzare le operazioni interne e ridurre i costi operativi, migliorando così la risposta dell’intero sistema.

Scegliere soluzioni cloud-native diventa una leva fondamentale e acceleratore dell’adoption, permettendo non solo di raggiungere più rapidamente i risultati attesi, ma anche di disporre delle migliori e più avanzate tecnologie presenti sul mercato, ad investimenti ridotti rispetto al passato. Il cloud non solo dematerializza la componente tecnologica, ma la arricchisce di funzionalità che prese singolarmente risulterebbero meno accessibili. Pensiamo alla facilità con cui si può robotizzare un processo, oppure utilizzare l’AI per ridefinire un target operating model in grado di rispondere alle attuali esigenze. La transizione digitale consente l’abbandono di pratiche altamente time-consuming e che possono essere automatizzate, permettendo alle persone di concentrarsi maggiormente sul business e portare valore ai clienti.

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Ma se parliamo di Service Economy, la customer experience è sicuramente al centro della rivoluzione digitale, con tecnologie di decisivo impatto su produttività e soddisfazione cliente. Creare app e servizi innovativi con soluzioni low-code/no-code permette di offrire un’esperienza più personalizzata, coinvolgente, differenziante sul mercato. L’uso di chatbot, assistenti virtuali o piattaforme self-service può semplificare e velocizzare l’interazione con i clienti, migliorando la loro soddisfazione complessiva, oltre a ridurre i tempi di risposta e servizio post-vendita.

Le tecnologie digitali hanno il grande vantaggio di favorire anche la collaborazione interna all’azienda. Piattaforme di comunicazione e condivisione di documenti consentono ai dipendenti di lavorare in modo più efficiente, condividendo informazioni e collaborando in tempo reale.

E infine, cybersecurity, una priorità d’azione che ci riporta alla mole di dati che qualsiasi azienda genera e gestisce quotidianamente. Sono questi stessi dati che permettono alle aziende della Service Economy di offrire soluzioni ed esperienze personalizzate. Per parlare di digitalizzazione, quindi, sicurezza e privacy devono essere inserite nelle linee strategiche di sviluppo e crescita, per accogliere appieno la potenza trasformativa delle tecnologie.

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