Le ultime tendenze dell’utilizzo dell’AI nella gestione delle risorse umane

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Nuova ricerca Personio: quattro professionisti HR su cinque di età compresa tra i 25 e i 34 anni utilizzano attualmente l’intelligenza artificiale sul luogo di lavoro

Gli apicali di molte aziende stanno utilizzando una gamma di strumenti di intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza dei processi nelle loro organizzazioni in un contesto in cui l’andamento del business impone un continuo impegno verso la riduzione dei costi. Tuttavia sono necessarie maggiore conoscenza e più formazione per ridurre le resistenze tra i dipendenti e consentire alle aziende di sfruttare appieno i vantaggi di questa risorsa tecnologica innovativa.

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Questo è quanto emerge da una nuova ricerca di Personio, la principale società europea di software HR per le piccole e medie imprese, che ha intervistato 1.500 decision maker HR in tutta Europa.

Le innovazioni abilitate dall’AI sono attualmente guidate dai vertici delle organizzazioni europee, con l’84% dei decision maker HR che segnalano un interesse per l’adozione
dell’intelligenza artificiale da parte dei manager senior; specificatamente il 70% dei manager già utilizza sistemi di intelligenza artificiale. Tuttavia, sebbene questa tendenza segua un’implementazione top down nelle organizzazioni, sono i collaboratori più giovani che si adattando più rapidamente alla diffusione dell’intelligenza artificiale. L’80% dei professionisti HR di età compresa tra 25 e 34 anni utilizza attualmente qualche tipo di strumento basato sull’intelligenza artificiale, percentuale che scende al 52% tra quelli di età superiore ai 55 anni, dimostrando una chiara tendenza generazionale in tutta Europa quando si tratta dell’adozione di questa tecnologia.

Con budget HR spesso sotto attento scrutinio, le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale offrono alle aziende l’opportunità di quantificare vantaggi tangibili in termini di costi. Il 93% dei responsabili delle risorse umane, che già utilizzano strumenti di intelligenza artificiale di qualche tipo, dichiarano di aver avuto hanno avuto o di aspettarsi risparmi sui costi all’interno dei propri reparti, sebbene solo il 63% abbia esplicitamente inserito a budget tale risparmio di costi, evidenziando una dinamica ancora in pieno sviluppo. In ogni caso, quella dell’AI sembra essere un’opportunità per quella parte dei manager (30%) che ancora non ha utilizzato strumenti di intelligenza artificiale come ausilio nei processi HR.

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Tra le altre motivazioni per investire nell’intelligenza artificiale vi è l’efficienza: il 61% degli
intervistati ritiene che l’intelligenza artificiale li aiuterà a risparmiare tempo nei processi di
gestione delle risorse umane. Rendendo più efficienti attività amministrative quali l’onboarding di nuovi dipendenti, l’elaborazione delle buste paga e delle timbrature, la gestione dei benefit, l’organizzazione dei training, i team HR avranno più tempo per concentrarsi su altre attività a maggior valore, inclusa la talent acquisition, contribuendo così migliorare la gestione complessiva e i risultati della propria organizzazione.

Tuttavia, i gap di conoscenza e i dubbi legati alla perdita di posti di lavoro potrebbero creare delle resistenze all’adozione dell’AI tra i dipendenti. Poco meno della metà (45%) degli intervistati cita la perdita di posti di lavoro come una delle principali sfide legate all’adozione dell’intelligenza artificiale. La ricerca evidenzia anche che le preoccupazioni generate dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito lavorativo, tendono a scendere quanto maggiore è la conoscenza del contributo che il suo utilizzo può portare. D’altra parte è incoraggiante che il 94% dei decision maker HR confermi l’intenzione di promuovere momenti di formazione per introdurre con successo l’intelligenza artificiale generativa nei processi HR.

Enrico Provenzale, Country Development Lead Italia di Personio, ha commentato: “Quando i computer arrivarono per la prima volta nei luoghi di lavoro, i dipendenti dovettero imparare a utilizzare Excel. Educare i dipendenti all’intelligenza artificiale non è diverso. L’introduzione dell’intelligenza artificiale deve andare di pari passo con la formazione in materia, sia per i reparti delle risorse umane che per i collaboratori. Fornendo alla forza lavoro le competenze necessarie per utilizzare l’intelligenza artificiale in modo responsabile ed efficace, possiamo trasformare le loro paure riguardo alla perdita del lavoro in fiducia e migliorare complessivamente l’employee experience”.

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Tom Cheesewright, Applied Futurist, ha aggiunto: “Passo molto del mio tempo a rassicurare le persone che l’intelligenza artificiale non può fare il loro lavoro. Un lavoro è un insieme complesso di attività. L’intelligenza artificiale può svolgere parte del lavoro, non può svolgere l’intero lavoro di nessuno. Invece, usando l’intelligenza artificiale è possibile ottimizzare lo svolgimento dei propri compiti ed evitare di svolgere alcune attività routinarie e di scarso valore. Meglio lasciare che un sistema di AI-based faccia questa parte del lavoro! Più tecnologia introduciamo e più utilizziamo l’intelligenza artificiale, più valorizzeremo le persone e le qualità che sono unicamente umane”.