Google potrebbe far pagare la ricerca con IA

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Secondo fonti Usa i costi del servizio richiedono alle aziende nuove entrate 

Secondo quanto riferito dal Financial Times, Google sta elaborando piani per far pagare le funzionalità di ricerca potenziate dall’intelligenza artificiale, in quello che sarebbe il più grande cambiamento del modello di entrate dell’azienda nella sua storia. La mossa è una conseguenza naturale delle ingenti spese necessarie per fornire il servizio, e lascerebbe ogni attore leader del settore offrire una certa varietà di modelli di abbonamento per coprire i propri costi. La proposta di Google implicherebbe che la società offra la sua nuova funzionalità di ricerca esclusivamente agli utenti dei servizi in abbonamento premium, a cui i clienti devono già iscriversi se desiderano utilizzare gli assistenti di intelligenza artificiale in altri strumenti di Google come Gmail e la suite per ufficio, Workspace.

Con questa esperienza di ricerca, sperimentata in versione beta per utenti selezionati, l’intelligenza artificiale generativa di Google viene utilizzata per rispondere alle domande direttamente con un’unica risposta, in uno stile simile all’approccio conversazionale di ChatGPT e dei concorrenti. Gran parte dell’attenzione nell’ambito dell’intelligenza artificiale è rivolta all’enorme dispendio della potenza di calcolo utilizzata per addestrare modelli generativi all’avanguardia. Nell’ultimo anno OpenAI e Microsoft hanno annunciato l’intenzione di costruire un data center da 100 miliardi di dollari per la formazione sull’intelligenza artificiale, mentre a gennaio Mark Zuckerberg ha dichiarato che il suo obiettivo era quello di spendere almeno 9 miliardi di dollari solo sulle GPU Nvidia. Ma il costo della formazione dell’intelligenza artificiale è solo un decimo di quello totale del settore. L’analista Brent Thill ha scritto in una nota informativa: “La maggior parte della spesa per il calcolo dell’IA oggi è diretta all’esecuzione, non all’addestramento, dei modelli, e più del 90% all’inferenza, il processo mediante il quale un modello di intelligenza artificiale è interrogato. 

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I concorrenti di Google offrono già piani di abbonamento simili. Perplexity, un motore di ricerca basato sull’intelligenza artificiale, non pubblica pubblicità ma offre un livello “pro” mensile da 20 dollari, che fornisce l’accesso a modelli di intelligenza artificiale più potenti e un utilizzo illimitato. Altri, invece, continuano a offrire i loro prodotti in perdita. Le funzionalità IA di Bing sono gratuite ma legate al browser Edge di Microsoft. La startup di navigazione e ricerca Arc offre i suoi prodotti gratuitamente agli utenti e afferma che in futuro intende aumentare le entrate addebitando ai clienti professionali le funzionalità aziendali.