L’evoluzione di Commvault Cleanroom Recovery riduce ulteriormente il rischio di ripristino di un’infrastruttura compromessa

L’evoluzione di Commvault Cleanroom Recovery riduce ulteriormente il rischio di ripristino di un’infrastruttura compromessa

Commvault estende la potenza della sua avanzata tecnologia ai managed service provider che si occupano di garantire resilienza alle imprese

Commvault, fornitore leader di soluzioni di cyber resilienza e protezione dei dati per le aziende che utilizzano il cloud ibrido, ha annunciato oggi una serie di funzionalità altamente avanzate nella sua offerta Cleanroom Recovery, che aprono una nuova era nel recupero end-to-end dai cyberattacchi.

Studi dimostrano come le aziende impieghino in media 24 giorni per riprendersi dopo un incidente informatico. Gran parte di questo tempo viene speso per recuperare non solo i dati, ma anche l’infrastruttura – database, applicazioni e sistemi operativi – che li alimenta e li gestisce. Commvault accelera il processo di recupero dell’infrastruttura introducendo il cosiddetto “Factory Reset” all’interno della propria tecnologia Cleanroom Recovery.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Con Factory Reset, oggi disponibile, le aziende possono ripristinare rapidamente la propria infrastruttura dopo un attacco all’interno di una “camera bianca” (cleanroom), utilizzando un’immagine pulita predefinita e convalidata e, a differenza dei ripristini tradizionali, offrendo un punto di ripristino personalizzabile. Questa innovazione, definita anche “pave/repave”, è significativa per diversi motivi. In primo luogo, le aziende non devono preoccuparsi di ripristinare l’infrastruttura contaminata dal ransomware, perché l’immagine è protetta e verificata in anticipo. In secondo luogo, una volta ripristinata l’infrastruttura, le aziende possono riavviare rapidamente i sistemi con i dati, contribuendo ad accelerare il processo di ripristino complessivo. Infine, con il Factory Reset, gli amministratori possono concentrarsi sulla convalida dei dati recuperati nella cleanroom, invece di preoccuparsi dell’infrastruttura sottostante.

“Commvault Cleanroom Recovery non si limita a disporre di un ambiente isolato, ma offre risultati tangibili che hanno un impatto sull’azienda. In precedenza, il ripristino poteva richiedere più di sette ore, causando notevoli interruzioni. Oggi, il nostro ambiente Cleanroom garantisce tempi di attesa pari a zero per la maggior parte delle applicazioni: i servizi sono pronti all’istante”, dichiara Nate Hauenstein, IT Global Infrastructure & Operations Director, Chart Industries, Inc. “Tagliare i tempi di inattività in modo così drastico è fondamentale: le interruzioni si riducono al minimo, i ricavi vengono protetti e soprattutto si dimostra il valore degli investimenti in soluzioni di ripristino avanzate e convalidate come Commvault”.

Leggi anche:  Rilasciato il nuovo report dei laboratori Netskope: focus sul settore delle telecomunicazioni

Commvault Cloud Threat Scan e Cleanroom

Commvault non si concentra solo sul ripristino di un’infrastruttura pulita, ma anche di dati puliti dopo un attacco informatico. Ecco perché Commvault sta portando le sue capacità di scansione delle minacce anche in Cleanroom Recovery. Con Commvault Cloud Threat Scan, le organizzazioni possono eseguire la scansione dei dati recuperati in camera bianca come ulteriore modo per assicurarsi che i dati siano puliti. Questo offre ai team di sicurezza e IT un ulteriore livello di fiducia e può aiutare le aziende a mantenere uno stato di continuità operativa anche dopo essere state colpite dai malintenzionati.

Cleanroom Recovery si estende ai Managed Service Provider

Mentre un numero sempre maggiore di aziende determina ciò che è necessario per garantire l’operatività minima in seguito a un attacco, anche i fornitori di servizi gestiti (MSP) si concentrano sull’aiutare le imprese a essere resilienti. Commvault sta ora estendendo la potenza di Cleanroom Recovery agli MSP, in modo che possano offrire questa tecnologia ai loro clienti.

“Uno dei vantaggi principali di Cleanroom Recovery è la tranquillità che offre. I nostri clienti sanno che i loro dati vengono gestiti con la massima cura e precisione”, spiega James Watts, Managing Director di Databarracks. “Con queste nuove funzionalità, Commvault offre un ambiente controllato con maggiore accessibilità e possibilità di scelta, un rilevamento delle minacce in tempo reale che aiuta a ridurre al minimo il rischio di reinfezione e un processo di recupero il più efficiente e affidabile possibile.”

“Siamo entusiasti dei miglioramenti apportati a Cleanroom Recovery. L’integrazione con Commvault Cloud Threat Scan è un elemento di differenziazione nel mercato, in quanto offre il rilevamento e la risposta alle minacce in tempo reale. Inoltre, il ripristino automatico delle condivisioni di file e il Factory Reset con funzionalità di pave/repave riducono significativamente i tempi di inattività e contribuiscono a garantire che i sistemi dei nostri clienti vengano ripristinati in uno stato incontaminato”, commenta Greg Jehs, VP Managed Services, Meridian IT. “In poche parole, la continua innovazione e crescita di Cleanroom Recovery ci permette di fornire ai nostri clienti il miglior servizio possibile”.

Leggi anche:  Costruire un'infrastruttura di dati inattaccabile nell'era dell'intelligenza artificiale e del cloud ibrido

“L’integrazione di Factory Reset e Threat Scan in Cleanroom Recovery è una testimonianza della natura in evoluzione delle minacce informatiche e della necessità di una resilienza che abbracci infrastrutture e dati”, aggiunge Matt Bynum, Senior VP, Managed Services, Verinext. “Queste funzionalità ci permetteranno di fornire un servizio più robusto e completo, aiutandoci a garantire che le infrastrutture dei nostri clienti non solo siano ripristinate, ma anche libere da qualsiasi elemento dannoso”.

Un’evoluzione positiva

Questi avanzamenti apportati a Cleanroom Recovery si basano su funzionalità annunciate in precedenza che consentono alle aziende di migliorare la resilienza. Ad esempio, con Cleanroom Recovery le organizzazioni hanno la possibilità di testare rapidamente e regolarmente e, se necessario, di testare nuovamente i piani di cyber recovery con facilità in tutta l’infrastruttura IT. Inoltre, la convalida dei punti puliti (Cleanpoint™ Validation), abilitata dall’intelligenza artificiale, consente ai clienti di identificare rapidamente l’ultimo punto di ripristino pulito. Inoltre, con Cleanroom Recovery, gli utenti possono personalizzare le sequenze di ripristino, in modo che i dati vengano recuperati in un ordine logico.

“Quando abbiamo realizzato Cleanroom Recovery, l’abbiamo intenzionalmente concepita come una soluzione cloud-native per cambiare radicalmente il modo in cui le aziende affrontano il ripristino, non solo a seguito di un incidente, ma in modo proattivo attraverso test automatizzati e ad alta frequenza”, conclude Pranay Ahlawat, Chief Technology and AI Officer di Commvault. “A differenza degli approcci tradizionali, le cleanroom basate sul cloud consentono ai clienti di avviare più ambienti di ripristino isolati in parallelo, senza preoccuparsi del firmware compromesso o dell’hardware sottostante. E non ci fermiamo al recupero dei dati: stiamo puntando anche sul ripristino di infrastruttura, automazione e orchestrazione. Mentre gli attori delle minacce diventano sempre più sofisticati, aiutiamo i nostri clienti a stare al passo con l’innovazione e la resilienza operativa”.

Leggi anche:  Zscaler presenta la soluzione Asset Exposure Management per ridurre i rischi informatici in modo più rapido ed efficace