Commercialisti future-ready, il cambiamento non aspetta

Commercialisti future-ready, il cambiamento non aspetta

Tra intelligenza artificiale, nuove competenze e ricambio generazionale, la professione contabile si trasforma. Wolters Kluwer Tax & Accounting punta su AI, formazione e consulenza strategica

La figura del commercialista è al centro di un processo di trasformazione profonda. A determinarlo, sono fattori molteplici: l’evoluzione normativa, che ogni anno porta nuove sfide; il cambiamento delle esigenze di mercato e dei clienti sia essi privati che business; e l’impatto crescente della tecnologia.

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«Le normative spingono il cambiamento, ma è il contesto generale, culturale e tecnologico, a determinare il passo del professionista» – spiega Alessia Berra, Professional Services director di Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia. «In Italia, la vera svolta è stata la fatturazione elettronica. Abbiamo fatto da apripista per altri Paesi. Oggi, la Spagna si sta preparando a introdurre lo stesso sistema, e presto toccherà anche ad altre nazioni europee come, per esempio, il Belgio». mUn cambiamento inizialmente faticoso, ma ormai metabolizzato: «Oggi nessuno penserebbe di poter gestire la fatturazione fuori da un sistema elettronico».

VISIONE E FORMAZIONE

Nel report globale Future Ready Accountant, condotto da Wolters Kluwer in America, APAC ed Europa, la tecnologia emerge come leva fondamentale per il cambiamento, ma non tutti gli studi professionali reagiscono allo stesso modo: quelli più grandi sono pronti a investire e innovare, mentre i piccoli sono spesso impediti dagli adempimenti quotidiani. Questo genera una diversa percezione dell’innovazione: «Diventa un’opportunità per chi può investire, una difficoltà per chi non può» – commenta Alessia Berra. In questo contesto, l’intelligenza artificiale è al centro del dibattito per la sua accessibilità e pervasività. «Il 40% degli studi la utilizza già per ottimizzare i processi e dedicare più tempo ad attività a valore aggiunto». Tuttavia, l’automazione genera anche timori tra i collaboratori: «Il dubbio è se saranno in grado di svolgere nuove mansioni o se addirittura potrebbero non essere più utili. Per affrontare questo cambiamento serve un’evoluzione culturale che coinvolga tutto l’ecosistema degli studi, puntando su consapevolezza, visione e formazione».

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A complicare ulteriormente il contesto è il fattore demografico. «In Italia, l’età media dei titolari è elevata, oltre i 55 anni. Molti studi chiudono perché i figli scelgono strade diverse» – osserva Berra. «I giovani cercano un migliore bilanciamento tra vita e lavoro, e sono meno attratti da una professione che oggi offre meno certezze economiche rispetto al passato». Nel frattempo, anche le esigenze della clientela sono cambiate. «Le imprese non si accontentano più della semplice contabilità: chiedono consulenza evoluta, supporto strategico, strumenti di analisi predittiva a supporto delle decisioni».

MENO STUDI, PIÙ VALORE

Secondo Berra, il futuro vedrà quindi una riduzione degli operatori attivi sul mercato: «Probabilmente ne resterà la metà, molti piccoli studi si assoceranno ed avremo studi più strutturati, digitalizzati e, pertanto, più redditizi». A fare la differenza saranno la capacità di investimento, l’attrattività verso i talenti più giovani e la qualità dei servizi a valore. I dati lo confermano: «Gli studi che investono in tecnologie digitali sono anche quelli che mostrano maggiore redditività. Come Wolters Kluwer, abbiamo introdotto già da anni il robot accounting nella suite contabile per automatizzare l’importazione delle fatture elettroniche.

Inoltre, abbiamo esteso l’intelligenza artificiale al customer support con AVA, l’Assistente Virtuale Avanzata, che molti clienti giudicano estremamente efficace» – spiega Berra. Dal 2022, la Divisione Servizi Professionali e Consulenza guidata da Alessia Berra ha avviato un percorso di trasformazione per prepararsi ai cambiamenti futuri – normativi, tecnologici, sociali ed economici – evidenziando necessità e requisiti. Ne è nata una roadmap per formare i 70 consulenti del team su nuove competenze soft e hard. La tradizionale formazione post-vendita sta infatti lasciando spazio a soluzioni più flessibili come e-learning e tutoring. Molto richiesto è il servizio “Valore digitale” di Wolters Kluwer, che consente di mappare costi e tempi di attività ripetitive e confrontarli con quelli digitalizzati, evidenziando il risparmio concreto. «Il nostro obiettivo è prepararci a lavorare con una nuova generazione di clienti: giovani, digitali, esigenti, che vogliono soluzioni rapide e consulenze evolute» – conclude Berra.

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