Denodo, il dato non si duplica, si governa

Denodo, il dato non si duplica, si governa

Angel Viña, il fondatore della piattaforma che sfida i data lake spiega perché il futuro è nel dato virtuale, e cosa ci aspetta con il Data Act europeo

«La duplicazione dei dati? Un incubo». Angel Viña, non ha bisogno di alzare la voce per convincere. Gli basta una considerazione che suona come un moderno adagio per chi lavora in data center o direzioni IT. Lui, da anni, predica l’eresia più sensata del nostro tempo: “Non spostare i dati. Governali”. Nel cuore elegante di Milano, il fondatore e CEO di Denodo – la piattaforma che ha fatto della data virtualization il proprio credo – si prepara ad accogliere clienti e partner italiani. Un’occasione per illustrare la nuova versione 9.2 e, insieme, una visione del mondo. Perché parlare con Viña significa entrare dalla porta principale in una sorta di elegia del dato senza più confini, vivo e adattabile, pronto a lasciarsi interrogare. «Abbiamo completamente ripensato il catalogo dati», racconta, «trasformandolo in un vero e proprio Data Marketplace, con un’interfaccia rinnovata, la visibilità totale degli asset e una rinnovata capacità di osservare i flussi in tempo reale».

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La nuova release introduce strumenti per la gestione completa del ciclo di vita dei data product – un insieme di dati, metadati, policy di accesso, qualità garantita e un’interfaccia unificata, con un “proprietario”, un ciclo di vita, utenti target, ecc. Un corpus che non è più una sequenza di viste isolate o frammenti di report, rappresentando invece entità misurabili, progettate per rispondere a qualsiasi richiesta. «Spesso mi capita di chiedere ai clienti quanti data product gestiscono – ci dice Viña – ricevendo risposte vaghe». Tradotto: molte aziende trattano i dati ancora non come asset strategici. Lontane dal possedere visibilità e ownership distribuita sui dati.

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La filosofia di Denodo è opposta a quella dei lakehouse in cui si riversano petabyte di dati sperando che, prima o poi, diventino utili. «Perché muovere i dati, duplicarli, significa moltiplicare i costi e i rischi» afferma Viña. «La nostra tecnologia invece si fonda su un modello ‘no copy’. Ovvero il dato resta sempre dove si trova, ma viene reso disponibile in tempo reale, in modo sicuro attraverso una governance centralizzata».

Non è solo efficienza. È anche conformità. Prevista nel Data Act europeo, in vigore dal prossimo settembre, che impone nuove regole di accesso e condivisione. Viña non si scompone: «Per noi è una grande notizia. Il nostro livello di astrazione è fatto apposta per affrontare normative complesse. Sovranità, privacy, audit: tutto gestito in un unico strato». E se l’IT è ancora preoccupato per i requisiti tecnici? «L’errore è pensare che la conformità sia un tema di database. Non è così. È un tema di business. È il processo di gestione del rischio che deve essere conforme, non il datalake».

L’ambizione di Denodo, si spinge ancora più in là. «Con la prossima versione – anticipa Viña – potremo finalmente parlare con i dati. L’AI Assistant sarà infatti in grado di generare query in linguaggio naturale, suggerire domande e restituire i risultati senza che l’utente conosca né SQL nè altri linguaggi di programmazione». Un cambio di marcia ancora più marcato. «Perché non sarà necessario sapere né dove si trova il dato, nè in che formato sia disponibile. Sarà il sistema a comprenderlo e gestirlo. Il nostro obiettivo, è far sì che gli LLM possano accedere ai dati strutturati in modo sicuro, ovunque essi siano. Vogliamo essere il ponte, tra i modelli e l’ecosistema aziendale».

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Denodo non è nuova a queste sfide. Nata con l’idea di semplificare l’accesso al dato distribuito in tempo reale, oggi opera a livello globale, con clienti – grandi aziende e istituzioni pubbliche in vari settori chiave – e progetti attivi in molti Paesi del mondo. Questo rafforza la credibilità e la solidità della piattaforma Denodo, utilizzata in numerosi contesti mission-critical. «Il punto di forza di Denodo risiede in un’architettura tecnologica i cui componenti sono progettati per ottimizzare prestazioni, scalabilità e intelligenza delle interrogazioni. Questo consente alle aziende di superare i silos informativi, migliorare la qualità delle decisioni e valorizzare il patrimonio informativo esistente. In un contesto in cui la complessità dei dati cresce insieme alla velocità del business, Denodo vuole continuare a ridurre la duplicazione in modo razionale. Aiutando le aziende a trasformare i dati in valore. Senza dogmi, conclude Viña, ma con una visione chiara».