A cura di Benjamin Revcolevschi, CEO di OVHcloud
La marcia inarrestabile della digitalizzazione, unita all’escalation delle tensioni geopolitiche, ha evidenziato una verità fondamentale: l’autonomia strategica non è più un’opzione politica, ma un imperativo esistenziale per il nostro continente. Per troppo tempo l’Europa ha ceduto il controllo del proprio destino digitale. È giunto il momento di reclamarlo.
Gli ultimi decenni hanno visto un lento declino tecnologico dell’Europa nella corsa globale all’innovazione. Pur essendo la seconda economia al mondo, la nostra dipendenza da attori extraeuropei per tecnologie quali l’IA e gli smartphone, ha raggiunto livelli preoccupanti. Questo comporta ripercussioni sulla protezione dei nostri dati, sulla nostra privacy, sulle nostre attività economiche e politiche e, più in generale, sulla nostra autonomia strategica.
L’infrastruttura cloud al centro dell’autonomia digitale europea
Oltre il 70% dell’infrastruttura cloud europea è nelle mani di provider americani e cinesi. Questa dipendenza porta con sé rischi legali significativi: su questi provider ricadono obblighi imposti da legislazioni extraeuropee che comportano il trasferimento di dati, in particolare di dati sensibili, al di fuori delle nostre organizzazioni e soprattutto dei nostri confini continentali. In Europa, il controllo sui dati personali è ormai compromesso, con il concreto rischio di una sospensione dei servizi digitali o cloud.
È quindi indispensabile assumere il controllo di queste infrastrutture e i cloud player europei sono il cardine dell’empowerment digitale. La creazione di un cloud aperto e di fiducia, che integra agilità e innovazione continua, costituisce la prima linea di protezione dei dati e dell’economia europea.
Rafforzare l’intera filiera del cloud in Europa è fondamentale per offrire ai leader aziendali un’alternativa solida e credibile nel lungo periodo. L’obiettivo è favorire lo sviluppo di soluzioni cloud robuste e resilienti, in grado di garantire i più alti standard di sicurezza ed eccellenza tecnica.
Gli appalti pubblici come leva, gli appalti privati come motore
Con il 14% del PIL dell’Unione Europea, pari a 2.000 miliardi di euro di spesa, gli appalti pubblici rappresentano una leva potente e immediata per sostenere i campioni tecnologici europei. Laddove esistono soluzioni europee, dare loro la priorità crea un circolo virtuoso: consolidamento della quota di mercato, aumento degli investimenti in R&S, miglioramento dell’offerta e aumento della competitività. Un “Buy European Tech Act”, ispirato ai sistemi asiatici o americani, permetterebbe di istituzionalizzare questa via preferenziale, nel rispetto di una concorrenza leale.
Gli appalti pubblici non possono essere l’unico mezzo per realizzare questo cambiamento di paradigma, nel lungo periodo, il vero motore è il settore privato.
I leader aziendali europei hanno una responsabilità storica, poiché le dinamiche geopolitiche influenzano oggi le decisioni dei comitati esecutivi e dei consigli di amministrazione.
Ogni decisione tecnologica influisce sulla resilienza del nostro ecosistema, dove l’innovazione deve rispondere ai nostri interessi e riflettere i nostri valori. La protezione dei dati e dei servizi digitali non è più solo una questione di conformità, ma soprattutto di indipendenza e sovranità. Le aziende che scelgono soluzioni cloud europee non fanno solo una scelta tecnica, ma contribuiscono a costruire e vincere la sfida della nostra autonomia collettiva.
Agire con urgenza
L’Europa dispone di tutte le risorse necessarie per guidare con successo la propria leadership digitale: un patrimonio di ingegneri d’eccellenza, tecnologie all’avanguardia, centri di ricerca di livello internazionale e un vivace ecosistema di imprese innovative. Tuttavia, affinché questo potenziale si traduca in un vantaggio competitivo concreto e sostenibile, serve una strategia chiara e condivisa che superi ritardi e disomogeneità. L’urgenza di agire è dettata non solo dalla crescente pressione geopolitica e dalle sfide di sicurezza, ma anche dalla necessità di costruire infrastrutture digitali resilienti, sovrane e sostenibili, che garantiscano il controllo europeo sui dati e sulle tecnologie critiche. Solo attraverso un impegno congiunto tra istituzioni, industria e comunità scientifica sarà possibile consolidare un ecosistema digitale europeo competitivo a livello globale, in grado di preservare l’autonomia strategica del continente e di promuovere uno sviluppo tecnologico allineato ai valori europei di privacy, sicurezza e innovazione responsabile.