Università Federico II di Napoli, Politecnico di Bari e La Sapienza di Roma: premiati tre progetti che plasmano il futuro di spazio, energia e salute attraverso la collaborazione
L’innovazione non è un prodotto dell’isolamento ma del dialogo. È una scintilla che scatta quando due sguardi sul mondo si incontrano. La chiusura non è solo un fatto politico o economico. È, prima di tutto, un freno cognitivo. Parte da questa presa d’atto della realtà l’edizione 2025 del Premio Canada-Italia per l’Innovazione, che rivela ogni anno nuove traiettorie basate sulla collaborazione reciproca tra i due Paesi, geograficamente lontani ma vicinissimi sul piano strategico della ricerca applicata e dell’innovazione sostenibile.
I tre progetti premiati rappresentano la sintesi di che cosa significa innovare producendo un impatto positivo in un ecosistema globale che richiede sempre più contaminazione tra competenze, tecnologie e capacità di visione. La selezione, annunciata a Roma dall’Ambasciata del Canada, è avvenuta nell’ambito del Piano d’Azione per la cooperazione rafforzata tra i due Paesi. In palio: finanziamenti mirati per alimentare collaborazioni di valore tra università, centri di ricerca e start-up italiane e canadesi.
Spazio, la sfida della sicurezza
Il primo progetto, guidato dal professor Pierluigi Casolaro dell’Università Federico II di Napoli, entra nel cuore di una questione fondamentale per l’esplorazione spaziale: come proteggere gli esseri umani dalle radiazioni? La risposta è Starry Crystals on Fiber, un dosimetro di nuova generazione in fase di sviluppo con il centro TRIUMF di Vancouver. Un’innovazione potenzialmente game-changing, pensata per missioni spaziali sempre più lunghe e ambiziose.
Energia e modelli intelligenti
La sicurezza energetica è una delle priorità geopolitiche del nostro tempo. A cogliere la sfida è CHIMERA, il progetto multidisciplinare di Paolo Scarabaggio del Politecnico di Bari, in collaborazione con l’Institut National de la Recherche Scientifique del Québec. L’obiettivo? Mettere insieme tecnologia e comprensione del comportamento umano per rendere le infrastrutture più forti, più intelligenti e pronte ad affrontare l’imprevisto. Non basta proteggere i sistemi con buoni software: serve capire come le persone li usano, dove si nascondono gli errori, come reagiscono sotto pressione. È un lavoro che vive nel punto d’intersezione tra ingegneria, cybersecurity e scienze cognitive. Perché la resilienza non è solo una questione tecnica: è una questione profondamente umana.
Salute, l’AI al servizio della prevenzione
Ultimo, ma non per impatto, il progetto BrainVital-AI, firmato da Arianna Caputo dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” in sinergia con l’Università di Montréal. L’aspirazione è alta: sviluppare sistemi di intelligenza artificiale capaci di monitorare lo stato di salute cerebrale e suggerire interventi personalizzati, prima ancora che insorgano patologie. Una direzione che incarna il futuro della medicina preventiva, guidata dai dati e dall’AI etica.
Cooperazione strategica, valore sistemico
Il Premio Canada-Italia non è solo un riconoscimento: è un catalizzatore. Ogni anno dà forma a reti transnazionali tra accademia, industria e istituzioni, promuovendo modelli di innovazione che uniscono rigore scientifico e impatto sociale. Quello del 2025 è un esempio paradigmatico: i progetti selezionati parlano la lingua del futuro, ma rispondono a bisogni già urgenti nel presente. mNel panorama internazionale, dove l’innovazione è sempre meno un atto isolato e sempre più un processo collettivo, parlare di “contaminazione” non può essere tabù. I confini tra discipline si dissolvono, quelli tra settori si assottigliano, e le collaborazioni tra paesi diventano la vera spinta propulsiva del progresso.
La decisione di puntare su salute, energia e spazio non è un esercizio accademico. È la scelta strategica per affrontare, insieme, sfide esistenziali che nessuna nazione può risolvere da sola. mEd è qui che l’alleanza tra Canada e Italia assume un significato più profondo. Non si tratta semplicemente di un’azione bilaterale codificata in un piano d’intesa. Si tratta di un legame tra intelligenze, comunità scientifiche e visioni del mondo complementari. L’innovazione non germoglia nei silos, ma cresce nel dialogo.