La rivoluzione API-first trasforma l’IT da funzione di supporto a leva strategica. Open insurance e smart risk riscrivono l’intero modello operativo: più efficienza, riduzione del time-to-market e customer experience su misura. La fiducia si progetta: trust-by-design

La gestione del rischio non è più un esercizio di compliance, ma una leva strategica per garantire continuità, competitività e fiducia nel lungo periodo. CIO e CISO lo sanno bene: ransomware, interruzioni operative, crisi ambientali e instabilità geopolitica minacciano ogni giorno la business continuity. In questo scenario, il settore assicurativo sta vivendo una metamorfosi profonda. Da semplice “paga-sinistri”, si sta trasformando in un’infrastruttura digitale di prevenzione e resilienza, capace di inserirsi nei flussi operativi aziendali attraverso API, analytics predittivi e soluzioni embedded. In altre parole, l’assicurazione diventa un “chief risk officer”, sempre presente, sempre connesso, sempre più software-driven.

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Questa evoluzione ridefinisce il perimetro tradizionale del risk management: non più un’attività a posteriori, ma un processo in tempo reale, alimentato dai dati, orchestrato da AI e integrato nei sistemi core dell’impresa. Le assicurazioni non solo rispondono ai rischi, ma iniziano ad anticiparli, automatizzarli, mitigarli – e persino monetizzarli – offrendo nuove modalità di protezione flessibile, scalabile e interfunzionale. Ma serve un nuovo framework per valutare, integrare e co-creare resilienza, dove i partner assicurativi diventano parte integrante della strategia digitale. Non si tratta più solo di proteggere il business, ma di disegnare un nuovo modello insieme a nuovi attori.

LA NUOVA CATENA DEL VALORE

L’intero sistema economico e produttivo, in questi ultimi anni, è stato investito da emergenze e cambiamenti senza precedenti. Il comparto assicurativo è tra i più sollecitati, anche per il suo ruolo fondamentale nella valutazione e gestione dei rischi. Come evidenzia il rapporto FutureScape: Worldwide Insurance 2025 Top 10 Predictions di IDC, il settore assicurativo globale si trova sotto pressione da più fronti: economico, normativo, tecnologico e operativo. Un contesto che impone un ripensamento profondo dei modelli di business e delle priorità strategiche. Le partnership tecnologiche strategiche e l’adozione di pratiche FinOps alimentate dall’intelligenza artificiale diventano leve decisive per una gestione più efficiente dei costi cloud. Allo stesso tempo, le nuove frontiere della copertura del rischio abilitate dall’AI ridisegnano il panorama assicurativo, accelerando una trasformazione in cui l’innovazione diventa il vero fattore distintivo di competitività. Sul fronte della domanda, l’inflazione ha eroso i risparmi discrezionali dei consumatori, spingendo verso un aumento dei riscatti e delle decadenze nelle polizze vita, con un conseguente incremento delle spese di liquidazione dei sinistri.

I conflitti geopolitici, la crisi energetica che ne è derivata e l’escalation delle minacce informatiche alimentano un clima di crescente incertezza e aggiungono ulteriori livelli di complessità allo scenario globale. Dai modelli pay-per-use, che rivoluzionano il modo di concepire le polizze, alle soluzioni digitali orientate alla sostenibilità, il settore sta ridisegnando il proprio volto. Non si tratta solo di innovare i prodotti, ma di ridefinire il valore stesso offerto ai clienti, costruendo un rapporto più dinamico e personalizzato. Dematerializzazione dei processi, integrazione dell’AI, mobile payments e piattaforme data-driven: le priorità di investimento del settore stanno evolvendo rapidamente, concentrandosi sulle tecnologie in grado di aumentare efficienza, scalabilità e personalizzazione. L’impatto di questa trasformazione coinvolge tutti i livelli della catena del valore. L’ulteriore conferma arriva dal presidente dell’Istituto per la Vigilanza sulle AssicurazioniIVASS, Luigi Federico Signorini. Intervenuto all’assemblea annuale dell’ANIA, l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici, Signorini ha individuato due fronti strategici su cui le compagnie dovranno concentrare gli sforzi nei prossimi anni: cybersecurity e intelligenza artificiale.

Nella stessa occasione, Giovanni Liverani, presidente di ANIA, ha rilanciato con una proposta ambiziosa: un patto per un’Italia più protetta, e quindi più forte e competitiva, un’iniziativa che mira a rafforzare il ruolo del settore assicurativo nel contesto economico e sociale del Paese. Liverani ha anche invitato a superare lo stereotipo che ritrae le compagnie assicurative come entità esclusivamente orientate al profitto, sottolineando invece il loro crescente impegno nella mitigazione dei rischi sistemici.

Le tendenze evidenziate da IVASS e ANIA erano già emerse, durante l’ultima edizione della conferenza DIA Europe 2025, promossa dall’associazione europea DIA e svoltasi a Basilea a lo scorso marzo. Le compagnie assicurative non possono più limitarsi a essere meri indennizzatori a posteriori. Il loro ruolo si sta evolvendo rapidamente verso quello di gestori proattivi e intelligenti del rischio: partner strategici in grado di prevedere, mitigare e, sempre più spesso, prevenire l’impatto degli eventi avversi, grazie alla leva della tecnologia, dei dati e dell’intelligenza artificiale.

SUPERAMENTO DELLE BARRIERE

Secondo gli esperti, la strategia di adozione dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI) si concentra inizialmente sul superamento delle barriere operative, evolvendo da semplici casi d’uso interni, orientati alla produttività, verso implementazioni multimodali e multidipartimentali. In una seconda fase, il focus si sposta sull’accelerazione dell’adozione su larga scala, con lo sviluppo di soluzioni scalabili supportate da processi decisionali coerenti e trasparenti e da pratiche standardizzate a livello organizzativo. Questo approccio richiede architetture ecosistemiche, basate su piattaforme collaborative multi-partner, in grado di generare dati e modelli riutilizzabili. Fondamentale sarà anche l’investimento in infrastrutture tecnologiche adeguate allo scopo e l’adozione di modelli di governance unificati dell’AI.

Secondo IDC, entro il 2026 il 30% delle compagnie assicurative raggiungerà un tasso di successo superiore all’80% nelle proprie iniziative di GenAI, grazie alla nomina di un orchestratore dell’intelligenza artificiale incaricato di abbattere i silos organizzativi. Sempre secondo IDC, il 97% delle compagnie globali subirà un impatto trasformativo – se non dirompente – sui propri modelli operativi e sul posizionamento competitivo entro la fine del 2026.

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Il cambiamento è già in atto: molte assicurazioni hanno avviato numerosi proof of concept (POC) legati alla GenAI e ora cercano di passare a strategie integrate e scalabili. Tuttavia, per evitare di restare intrappolate nella “Death Valley” dei POC, è necessario superare le barriere strategiche e organizzative, come la mancanza di collaborazione interfunzionale e il disallineamento tra i vari dipartimenti. Negli ultimi mesi, i CIO hanno dato impulso a una nuova fase definita da IDC come “GenAI scramble”: una corsa alla definizione di strategie coese, in grado di integrare la GenAI con altre tecnologie avanzate, gettando così le basi per un’intelligenza artificiale davvero abilitante per il business.

NUOVI MODELLI DI BUSINESS

L’evoluzione si accompagna a un cambiamento radicale negli stili di consumo e nei modelli di business, richiedendo attenzione crescente a compliance, governo del rischio e della resilienza digitale. Secondo le previsioni di IDC la metà delle interazioni tra assicuratori e assicurati avverrà in tempo reale tramite strumenti self-service digitali, aumentando il coinvolgimento conversazionale su tutti i canali e migliorando la soddisfazione del cliente. Nel settore assicurativo, i canali digitali hanno rapidamente guadagnato popolarità, riflettendo i cambiamenti nel comportamento generale dei consumatori. In particolare, gli aggregatori digitali di terze parti, come i siti web di comparazione prezzi e i marketplace digitali, sono sempre più popolari per le assicurazioni vita e danni individuali e offrono ai consumatori un metodo semplice per confrontare polizze e prezzi. Inoltre, la GenAI migliora il coinvolgimento conversazionale e le capacità di comprensione del linguaggio naturale degli strumenti digitali.

Le piattaforme self-service basate sull’AI, come chatbot e assistenti virtuali, sono in grado di fornire consulenza personalizzata ed empatica, gestendo richieste complesse in tempo reale. Entro il 2027, secondo IDC, il 65% delle compagnie assicurative globali adotterà soluzioni di modernizzazione del codice legacy basate sull’intelligenza artificiale, integrando infrastrutture cloud certificate secondo criteri di sostenibilità ambientale. Le compagnie assicurative sono chiamate a una crescente trasparenza sulle performance ESG, soprattutto per quanto riguarda la progettazione di prodotti e servizi orientati alla sostenibilità. Integrare criteri ambientali, sociali e di governance nella strategia di offerta non è più solo un imperativo etico: significa anche aprire nuove fonti di ricavo, intercettare segmenti di clientela più diversificati e rafforzare il posizionamento del brand.

Le assicurazioni si stanno anche rendendo conto che le iniziative di decarbonizzazione possono avere un impatto significativo sulla redditività a breve termine, riducendo i costi e, quindi, stanno adottando pratiche come l’adozione di flotte di veicoli ecologici, la promozione della mobilità condivisa, la transizione verso operazioni senza carta e la gestione di strutture ecocompatibili. IDC prevede che la sinergia tra sostenibilità ed efficienza dei costi continuerà a guadagnare slancio man mano che le organizzazioni accelerano le loro iniziative ambientali in risposta alle recenti normative e standard ESG.

EMBEDDED PROTECTION

Un’altra sfida chiave è rappresentata dal nuovo impianto normativo europeo sulla resilienza operativa digitale. Dal 17 gennaio 2025 è in vigore il regolamento DORA (Digital Operational Resilience Act), che introduce requisiti stringenti per la gestione dei rischi informatici nel settore finanziario e assicurativo. Le novità non sono trascurabili: si va dalla gestione strutturata degli incidenti alla protezione contro i rischi derivanti da terze parti, fino all’obbligo di effettuare test di resilienza operativa almeno ogni tre anni, simulando attacchi cyber reali. Gli incidenti devono essere classificati secondo criteri standardizzati e, se ritenuti gravi, notificati alle autorità competenti entro scadenze precise. Il regolamento impone inoltre un quadro di riferimento omogeneo per tutti gli attori del sistema – dalle istituzioni finanziarie ai fornitori di servizi ICT critici – che saranno soggetti a sorveglianza diretta da parte delle autorità di vigilanza.

DORA estende e rafforza la responsabilità operativa delle imprese anche nella gestione dell’intera catena di fornitura. I rapporti con i partner e le terze parti dovranno essere regolati da ruoli e responsabilità ben definiti, con particolare attenzione alla tracciabilità delle attività e alla gestione dei flussi tra i diversi anelli del valore. In uno scenario di mercato sempre più interdipendente, la compliance diventa un pilastro per garantire affidabilità, continuità e sicurezza del business. Inoltre, proteggere i dati sensibili dei clienti – dalle informazioni personali ai dati finanziari e sanitari – è fondamentale non solo per evitare perdite economiche e sanzioni regolamentari, ma per mantenere la fiducia. Tuttavia, la sicurezza non può essere delegata esclusivamente alle tecnologie. Serve una cultura aziendale orientata alla cybersecurity, con formazione continua e responsabilizzazione di ogni funzione, e una governance trasparente che coinvolga CISO, CIO e linee di business. La sfida è trasformare la sicurezza in un abilitatore di business digitale, garantendo un equilibrio sostenibile tra innovazione, compliance e protezione.

L’open insurance introduce un modello di condivisione sicura e controllata dei dati tra compagnie, partner e clienti attraverso API aperte. Questo paradigma trasforma radicalmente la catena del valore assicurativo, favorendo l’innovazione dei prodotti, la personalizzazione delle offerte e l’integrazione fluida con servizi di mercati adiacenti come la mobilità, la salute o la smart home. Un approccio API-first implica che l’infrastruttura IT di una compagnia assicurativa sia progettata fin dall’inizio per essere aperta, modulare e interoperabile, con API che consentono una comunicazione fluida tra sistemi interni ed esterni. In sostanza, i servizi assicurativi diventano componenti digitali riutilizzabili, facilmente integrabili in piattaforme, app, marketplace o servizi di terze parti.

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Per i CIO e i CISO, l’open insurance rappresenta sia un’opportunità che una sfida. Da un lato, permette di accelerare l’accesso a dati preziosi e di ampliare i canali distributivi, sviluppando ecosistemi digitali collaborativi e incrementando l’agilità nel rispondere ai bisogni dei clienti. Dall’altro, impone requisiti stringenti in termini di sicurezza, privacy e governance dei dati, obbligando a implementare infrastrutture scalabili e resilienti, in grado di garantire interoperabilità, tracciabilità e conformità normativa. La governance dell’open insurance deve includere policy rigorose per l’autenticazione, la gestione delle autorizzazioni e la protezione contro le frodi digitali, integrando tecnologie come l’identità digitale decentralizzata e la blockchain per assicurare trasparenza e fiducia nel flusso dati. Inoltre, il dialogo costante con i regolatori è cruciale per definire standard condivisi e mitigare i rischi reputazionali e operativi.

AI-POWERED FINOPS

Il rapporto IDC mostra che otto compagnie su dieci non sono ancora in grado di ottenere il pieno valore dai propri investimenti nel cloud, rendendo le strategie FinOps un imperativo. A frenare il ritorno strategico è l’impasse della “fase intermedia” della trasformazione digitale: un territorio complesso e frammentato, in cui l’elevata dispersione tecnologica limita la capacità di generare efficienza, agilità e risultati tangibili. Un dato è emblematico: il 52% delle organizzazioni assicurative ammette di sprecare o sottoutilizzare tra il 16% e il 50% della propria spesa cloud. Il settore è ora chiamato a compiere un salto di maturità, passando da una logica di adozione tecnologica a una cultura della valorizzazione e accountability operativa.

Mentre l’adozione del cloud procede a ritmi sostenuti, i meccanismi di governance e controllo faticano a tenere il passo. Il risultato è un crescente disallineamento tra investimenti infrastrutturali e capacità di governo strategico, con implicazioni dirette su costi, performance e sicurezza. In assenza di una visione integrata e di pratiche FinOps, molte organizzazioni rischiano di compromettere il ritorno atteso dalla trasformazione digitale. È qui che di nuovo l’AI può aumentare la probabilità di raggiungere l’obiettivo.

Le organizzazioni con funzionalità FinOps mature possono disporre di un’intelligenza più approfondita su tutti i loro stack IT per prendere decisioni proattive. Oltre a utilizzare l’AI predittiva e interpretativa, le organizzazioni possono sfruttare l’AI generativa per creare dashboard personalizzate con metriche rilevanti per ogni stakeholder. L’integrazione di FinOps con l’AI può portare a risparmi tattici costanti sui costi e aiutare l’IT a contribuire efficacemente agli obiettivi di sostenibilità organizzativa più ampi, integrando operazioni ottimizzate e strategie DevOps. AI e GenAI sono destinate a diventare leve strategiche nella modernizzazione dei sistemi legacy. Offrono strumenti potenti per velocizzare la generazione del codice, automatizzare il debug e ottimizzare la creazione dei casi di test. Il risultato? Processi di sviluppo più rapidi, efficienti e sostenibili. Queste strategie non solo miglioreranno l’efficienza operativa e la sostenibilità, ma garantiranno anche la conformità alle normative e allineeranno le operazioni IT a obiettivi di sostenibilità. Secondo IDC, entro il 2027 le compagnie che riusciranno a integrare l’AI nei processi FinOps potranno ottenere fino al 25% di valore aggiunto dai propri investimenti.

I DATI COME BASE

I fattori di successo condividono oggi tre caratteristiche chiave: mettere i dati al centro dell’innovazione per guidare decisioni e prodotti, ridefinire profondamente la catena del valore sfruttando la tecnologia per aumentare agilità ed efficienza, e trasformare radicalmente la relazione con il cliente, rendendola più fluida, personalizzata e digitale. Per cogliere appieno le opportunità offerte dall’AI e dalla trasformazione digitale, le compagnie assicurative stanno adottando architetture data-driven in tempo reale, progettate per raccogliere e analizzare costantemente tutte le informazioni rilevanti su clienti, stakeholder e tutti gli aspetti del business, consentendo decisioni rapide a ogni livello dell’organizzazione.

In molti casi gli operatori prevedono l’integrazione con partner specializzati, grazie ai quali è possibile gestire l’operatività del business a distanza con il trasferimento di denaro all’interno della piattaforma multicanale, minimizzando i tempi e consentendo il lancio tempestivo di nuove linee di offerta. La disponibilità di informazioni dettagliate sui singoli clienti, inclusa la loro propensione personale al rischio, apre la strada a offerte di servizi altamente personalizzati e mirati. L’impiego dell’AI consente un significativo miglioramento dell’efficienza operativa, potenziando la qualità dei servizi e riducendo drasticamente gli effetti negativi delle asimmetrie informative.

Nasce così una nuova realtà di business, in cui la data-driven company sfrutta informazioni generate, per esempio, da sensori installati nelle abitazioni o a bordo delle automobili per anticipare problemi, supportare il cliente nelle sue attività quotidiane e proporre soluzioni su misura per le sue esigenze. La crescente digitalizzazione delle abitudini di consumo genera sia nuove opportunità sia rischi che richiedono iniziative mirate. Le compagnie tradizionali percepiscono la maggiore competizione con i nuovi attori digitali, che si caratterizzano per processi agili, veloci ed efficienti e modelli di business innovativi basati su AI e advanced analytics e su offerte flessibili, dinamiche e indirizzate a nuovi ambiti ed esigenze.

Il primo passo è rispondere alla concorrenza rafforzando il rapporto con i clienti tramite esperienze personalizzate, comunicazioni di valore e customer journey integrati e fluidi. Per la maggioranza delle aziende del settore attrarre e trattenere i clienti è la principale priorità. A questa segue la creazione di nuovi prodotti e servizi e l’espansione in nuovi segmenti di mercato. Per competere nel nuovo mercato, caratterizzato da una velocità sempre maggiore, l’efficientamento e la semplificazione dei processi interni spicca come un’altra priorità irrinunciabile. Anche in questo caso, la stragrande maggioranza delle aziende si focalizza sulla semplificazione dei processi e sulla riduzione dei costi operativi per innovare la propria proposizione e offrire un’esperienza di maggior valore ai clienti e ai partner di canale (agenti, broker), senza rinunciare alla possibilità di migliorare le proprie performance di business. Per cogliere appieno le opportunità offerte dalla trasformazione digitale, le aziende stanno adottando architetture da “data-driven enterprise” capaci di raccogliere e analizzare in tempo reale tutte le informazioni rilevanti. In questo contesto, l’AI emerge come leva strategica per introdurre nuovi modi di lavorare più agili e collaborativi, favorendo la condivisione dei dati e una proattività senza precedenti.

Il cliente – sia esso impresa o famiglia – ha oggi aspettative elevate e non esita a migrare verso la concorrenza, che spesso comprende anche player non tradizionali. L’innovazione diventa così un requisito irrinunciabile per rendere l’interazione più semplice, trasparente e conveniente, in un’ottica win-win. La priorità è chiara: mettere la customer experience al centro, offrendo sempre la libertà di scelta e il controllo sul canale preferito, garantendo un’interazione personalizzata e coerente, con un’esperienza uniforme e un’informazione integrata su ogni touchpoint.

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Parallelamente, cresce l’urgenza per le compagnie assicurative di stringere partnership strategiche con Insurtech specializzate, vere acceleratrici dell’innovazione in prodotti e servizi. Queste collaborazioni permettono alle realtà tradizionali di integrare tecnologie avanzate, automatizzare processi, personalizzare l’esperienza cliente e aprirsi a nuovi canali distributivi, come la vendita embedded o piattaforme digitali. Le Insurtech apportano soluzioni innovative per la gestione polizze, valutazione del rischio, prevenzione frodi e gestione sinistri, spesso con automazioni che riducono tempi e costi. Un caso concreto è Generali, che ha avviato numerose partnership per digitalizzare la vendita e sviluppare nuovi prodotti assicurativi. Tuttavia, non mancano le sfide: integrare sistemi tecnologici diversi, gestire i dati e garantire la sicurezza informatica secondo le regole di DORA richiede rigore e attenzione. Ma le opportunità superano le difficoltà: sfruttare al meglio l’ecosistema Insurtech permette di migliorare l’efficienza operativa e offrire ai clienti soluzioni sempre più competitive e su misura.

L’AGENZIA IBRIDA

Le polizze assicurative spesso richiedono spiegazioni dettagliate e consulenze personalizzate, ambiti in cui gli attuali strumenti digitali faticano a garantire rapidità e chiarezza. Di conseguenza, molti consumatori preferiscono ancora rivolgersi agli agenti, soprattutto nei settori finanziari e assicurativi più complessi, dove l’automazione totale resta una sfida. La fiducia verso le istituzioni tradizionali si conferma solida, e i clienti cercano attori ben radicati, con una presenza integrata sia fisica sia digitale, in un’ottica omnicanale. L’agenzia tradizionale non scompare, ma si trasforma: da mero esecutore di operazioni standard a centro di consulenza qualificata. Anche se i servizi basati su AI rappresentano il futuro, il vero successo risiede nell’armonizzazione completa di tutti i canali, digitali e fisici. In questo percorso, l’agente evolve in “brand ambassador” che sfrutta sia le tecnologie digitali sia le capacità relazionali per offrire servizi ad alto valore aggiunto.

Siamo anche qui di fronte a una evoluzione radicale: la cosiddetta “agenzia ibrida” o “phygital”, che supera la separazione tra fisico e digitale. L’obiettivo strategico è integrare le operazioni tradizionali, online e standard offrendo al cliente un’accoglienza personalizzata. Dalla ‘vecchia agenzia’ si deve in sostanza recuperare il prezioso patrimonio di fiducia guadagnato nel tempo. Su questa fiducia, e grazie alla potenza del digitale e dell’AI, è possibile costruire una relazione più solida con il cliente e servizi a valore più vantaggiosi. Insomma, la tecnologia digitale deve essere, in ultima analisi, un’arma a favore del cliente e non contro.

DAL PRODOTTO AL SISTEMA

L’orizzonte che ogni compagnia assicurativa si trova ad affrontare è quello di operare con efficienza in un mercato nuovo, digitale, automatizzato e sempre più competitivo. L’intelligenza artificiale apre le porte a un modello di business innovativo che coinvolge trasversalmente l’intera azienda, sia sul fronte dell’offerta che della domanda. Grazie all’AI, le assicurazioni possono connettere e integrare in modo intelligente i propri servizi con quelli di mercati adiacenti, ampliando la relazione con i clienti e offrendo una customer experience “open insurance” di respiro globale, capace di integrarsi con quella di altre industrie complementari. In questo nuovo scenario, i servizi assicurativi seguono il cliente in tempo reale, su ogni canale e in ogni situazione, trasformando profondamente l’approccio tradizionale. Per cogliere queste opportunità, è però necessario avviare all’interno dell’azienda un processo di trasformazione innovativo, partecipato e collaborativo, che punti con decisione verso l’adozione dell’AI e del digitale, strumenti fondamentali per affrontare le sfide del contesto economico attuale.

Al tempo stesso, è necessario governare questo cambiamento in modo human-centred, soprattutto in un settore delicato come quello assicurativo, dove le implicazioni sociali e etiche sono cruciali. Contemporaneamente, serve un impegno strutturato e strategico a livello sistemico e di politica industriale: l’unico modo per competere su scala globale e puntare alla leadership economica e geopolitica nel prossimo decennio.