L’autonomia intelligente che trasforma retail e supply chain
Gli agenti di intelligenza artificiale non sono semplici chatbot. A differenza degli assistenti generativi, che si limitano a fornire risposte, l’IA agentica è progettata per percepire, decidere e agire all’interno dei sistemi aziendali. Ogni agente è una piccola entità autonoma che riceve un obiettivo e lo persegue coerentemente, selezionando gli strumenti disponibili, analizzando gli esiti e ripetendo il ciclo fino al raggiungimento del risultato.
Nel retail e nella supply chain, contesti dominati da volumi enormi di dati e decisioni complesse, il potenziale è enorme. «Gli agenti possono analizzare eccezioni, automatizzare attività ripetitive e portare alla luce i problemi più rilevanti per l’intervento umano», spiega Rich Kurhajetz, senior strategist di RELEX Solutions, multinazionale fornitrice di una piattaforma per l’ottimizzazione del retail e della supply chain. Non sostituiscono le persone, ma le supportano, agendo come una rete di “junior analyst” digitali capaci di gestire migliaia di micro-decisioni in parallelo.
La differenza cruciale rispetto ai chatbot è che gli agenti agiscono realmente sui processi aziendali. Se un assistente generativo fornisce spiegazioni o indicatori, l’agente può attivare un workflow, configurare una dashboard o proporre direttamente azioni correttive. Un esempio concreto è l’integrazione con il motore di regole aziendali (BRE) di RELEX: l’agente può avviare automaticamente i flussi previsti dalle regole aziendali, riducendo tempi e rischi di errore manuale.
Secondo Max Forsius, product director di RELEX, il cuore del valore sta nella collaborazione uomo-macchina: «Chi ottiene i migliori risultati con l’IA è chi sa porre le domande giuste. L’esperienza dei pianificatori resta essenziale per stabilire regole, priorità e obiettivi, mentre gli agenti eseguono in autonomia le attività operative». Questo cambia anche i ruoli: meno focus su compiti ripetitivi, più spazio all’analisi avanzata e alla strategia.
Naturalmente, servono solide regole di governance. Gli agenti non devono avere accesso illimitato a dati o processi: è necessario stabilire quali strumenti possano usare, il livello di autonomia concesso e i confini operativi. In questo modo si evita il rischio di “automatizzare l’errore”, garantendo sicurezza, compliance e trasparenza.
Il consiglio pratico per le aziende è partire in piccolo, sperimentando casi d’uso ad alto valore aggiunto, come la riduzione delle vendite perse o l’ottimizzazione dell’inventario. È fondamentale coinvolgere da subito i reparti IT e legali per assicurare che privacy e autorizzazioni siano rispettate.
Gli agenti non sono un sostituto dell’intelligenza umana, ma un moltiplicatore di capacità. Consentono di affrontare temi che prima richiedevano troppo tempo o risorse, trasformando grandi masse di dati in decisioni rapide, accurate e sicure. Per il retail e la supply chain si apre così un nuovo scenario, in cui la collaborazione tra persone e intelligenze autonome può diventare il vero vantaggio competitivo.