L’Europa spinge verso la fatturazione digitale per un mercato sicuro, trasparente e sempre più competitivo
Dagli ultimi dati rilevati da Statista si evince come il sistema di fatturazione elettronica sia considerato uno strumento competitivo da molte aziende. Le imprese europee che hanno già adottato soluzioni tecnologiche in questo ambito, hanno registrato nel 51% dei casi un’ottimizzazione di ordini e pagamenti, nel 59% una maggiore facilità a raccogliere dati e generare report con risparmi monetari diretti per il 41% di loro[1]. Eppure oggi i sistemi operativi presenti sul mercato a livello comunitario non sono ancora del tutto uniformati e interoperabili, e questo crea difficoltà di comunicazione e passaggi poco trasparenti tra i diversi attori. Proprio per questo, realtà certificate come Intesa (Kyndryl) hanno creato soluzioni digitali con un unico punto di accesso per gestire le roadmap degli obblighi normativi dei diversi Stati e garantire una compliance dei documenti aziendali.
“Dal 2030, la notifica delle transazioni B2B all’interno dell’UE diventerà obbligatoria e i Paesi membri saranno chiamati ad adeguarsi” – spiega Giorgio Fasolis, B2B Solutions Consultant di Intesa (Kyndryl) – “L’Italia, in questo contesto, si conferma pioniera, seguita da Germania e Romania, e a partire dal 1° gennaio 2026 anche il Belgio entrerà ufficialmente in questo percorso. Risulta quindi sempre più urgente adottare tecnologie certificate, capaci di connettere tra loro i diversi sistemi proprietari e costruire un network di scambio efficiente e rapido per il commercio internazionale”.
L’Europa sta imponendo infatti l’adozione della fatturazione elettronica B2B intra-UE allo scopo di modernizzare il sistema IVA, contrastare l’evasione fiscale e creare un mercato digitale unico. Già da marzo di quest’anno è stato introdotto il pacchetto ViDA (“VAT in the Digital Age”), per trasmettere elettronicamente, a partire dal 2030, tutte le transazioni B2B tra gli Stati membri utilizzando standard tecnici armonizzati.
E ora tocca al Belgio
Dal 1° gennaio 2026, tutte le aziende belghe soggette a IVA dovranno emettere e ricevere fatture digitali strutturate per le operazioni B2B, utilizzando lo standard Peppol BIS 3.0 come canale obbligatorio. Saranno ammessi solo formati digitali, escludendo carta e PDF, e il mancato adeguamento potrà comportare sanzioni già dalla prima violazione. Le nuove regole fiscali porteranno anche modifiche alla gestione dell’IVA e, dal 2028, sarà introdotto un sistema di e-Reporting quasi in tempo reale.
Per le imprese, si tratta di una trasformazione che impone aggiornamenti tecnologici e normativi, ma che offre anche l’opportunità di semplificare i processi, migliorare l’efficienza e uniformare la gestione della fatturazione a livello internazionale.
“L’evoluzione normativa sulla fatturazione elettronica a livello europeo sta creando nuove sfide per le aziende, che si trovano a dover affrontare sistemi diversi, scadenze normative variabili e barriere linguistiche e tecnologiche” – afferma Fasolis – “è necessario quindi dotarsi di sistemi efficienti e affidarsi a partner certificati in grado di accompagnare PMI e big player nella creazione semplificata di un network di scambio unico, proficuo e trasparente”.
La soluzione di Intesa (Kyndryl)
Per supportare le imprese, Intesa ha sviluppato una piattaforma pensata come un unico punto di accesso – un vero e proprio Single Point of Interface – per gestire le roadmap degli obblighi normativi dei diversi Paesi. Facendo leva sull’esperienza già maturata come Access Point Peppol per il Nodo Smistamento Ordini (NSO) in Italia e partecipando attivamente ai progetti di fatturazione avviati in UE, Intesa mette a disposizione delle aziende la propria soluzione supportandole nella:
- gestione dell’attivazione della fatturazione elettronica in linea con le normative dei Paesi europei, e garantendo compliance totale con le procedure dei diversi interlocutori;
- riduzione della complessità tecnologica grazie ad un unico sistema di accesso centrale e semplificato – diminuendo di conseguenza i costi per gli investimenti tecnologici e facendo risparmiare tempo agli addetti ai lavori;
- conservazione a norma dei documenti, grazie all’integrazione con il sistema LTA (Long Term Archiving), riconosciuto come servizio fiduciario europeo, per una piena sicurezza di tutto il ciclo di vita di dati e file sensibili.
È importante riuscite a creare un ecosistema legale che garantisca piena sicurezza ad ogni interlocutore, e che dunque semplifichi e supporti lo scambio commerciale in Europa (e non). La tecnologia, come quella sviluppata da Intesa, diventa uno strumento prezioso allo scopo di implementare la competitività di ogni singola azienda, rendendola efficiente e rapida. Non solo, soluzioni uniche e interoperabili come quella proposta riducono i tempi di lavoro e i costi che ne deriverebbero – invece – da costanti integrazioni di sistemi esterni e mai pienamente adeguati. Tutto questo in maniera democratica per grandi aziende e piccole medie imprese, che definiscono da sempre il tessuto imprenditoriale soprattutto italiano.