Quantum Computing: come cambierà il Data Management

Quantum Computing: come cambierà il Data Management

A cura di Matteo Longoni, Business Development Manager di Axiante

Il Quantum Computing si sta affermando come uno dei trend più promettenti dell’attuale scenario tecnologico. Il suo potenziale è enorme: può ridefinire il modo in cui le aziende gestiscono, analizzano e valorizzano i propri dati.

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Attualmente infatti questa tecnologia muove i primi passi nel Data Management concentrandosi su ambiti dove l’elaborazione classica (che rimane in parallelo) mostra i suoi limiti: ottimizzazione di portafogli finanziari, di Dataset particolarmente complessi, individuazione di pattern nascosti in enormi volumi di dati non strutturati. La promessa del Quantum Computing è infatti quella di superare le barriere computazionali dei sistemi tradizionali attraverso l’esplorazione simultanea di molteplici soluzioni in parallelo per identificarne “la migliore”, un vantaggio determinante quando si tratta di analizzare grandi volumi di dati.

In questa direzione, la decisione di grandi players come IBM, Google e Amazon di rendere accessibili i loro computer quantistici attraverso piattaforme cloud sta già producendo i primi effetti: le imprese possono sperimentare algoritmi quantistici senza investimenti infrastrutturali proibitivi, ampliando il numero di organizzazioni che familiarizzano con queste nuove logiche e accelerando lo sviluppo di applicazioni più mature e diffuse.

Il futuro prossimo

La traiettoria è chiara: i computer quantistici si dedicheranno alle elaborazioni più complesse, mentre quelli tradizionali continueranno a gestire le operazioni di routine. Secondo Arti – l’Associazione Ricerca Tecnologie Innovative che fa parte del National Quantum Science and Technology Institute (NQSTI) – nei prossimi tre-cinque anni prenderanno forma architetture ibride dove sistemi classici e quantistici collaboreranno in modo sinergico.

Questa convergenza per il Data Management, rappresenta molto più di un’evoluzione tecnologica: è un cambio di paradigma. Algoritmi quantistici potranno ottimizzare query su database massivi in tempi impensabili per i sistemi classici. Mentre il machine learning quantistico promette di identificare pattern nascosti in Dataset multidimensionali con precisione superiore, aprendo nuove frontiere all’analisi predittiva e alla personalizzazione.

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Un’ulteriore area particolarmente promettente è quella dei database quantistici, dove i dati vengono codificati direttamente in stati quantistici. Questo permette di effettuare ricerche in database non strutturati con una velocità proporzionale al quadrato rispetto agli algoritmi classici, riducendo, per esempio, drasticamente le operazioni necessarie per interrogare database con miliardi di record.

La differenza fondamentale è nell’approccio: mentre i metodi classici analizzano i dati sequenzialmente o in parallelo seguendo percorsi definiti, il Quantum Computing esplora simultaneamente tutte le possibili soluzioni per individuare quella ottimale.

Impatti sul Data Management

Per il Data Management il Quantum Computing rappresenta una trasformazione anche operativa, con vantaggi significativi nei settori dove la capacità di elaborare, analizzare e valorizzare i dati rapidamente fa la differenza.

I benefici principali toccano principalmente quattro direttrici:

#1 Velocità: problemi di ottimizzazione che oggi richiedono giorni o settimane potranno essere risolti in ore o minuti. Si pensi all’ottimizzazione della supply chain in tempo reale, dove migliaia di variabili devono essere considerate simultaneamente: rotte di trasporto, disponibilità di magazzino, domanda fluttuante, costi energetici e delle materie prime. Un sistema quantistico, per la natura intrinseca della propria tecnologia, è in grado di individuare la soluzione ottimale fra tutte le possibili combinazioni, con una velocità inaccessibile ai sistemi tradizionali.

#2 Capacità analitiche: la possibilità di processare dati in stati sovrapposti permetterà di esplorare correlazioni complesse oggi inaccessibili. Nel settore bancario, il Quantum Computing può analizzare simultaneamente migliaia di variabili macroeconomiche, comportamenti dei mercati e profili di credito per costruire modelli predittivi più accurati, migliorando la valutazione del rischio di portafoglio e identificando opportunità di investimento non evidenti. Nel retail, questa tecnologia scopre pattern di acquisto complessi analizzando dati da canali multipli (online, fisico, mobile, social media), abilitando strategie di pricing dinamico e campagne di marketing iper-personalizzate con tassi di conversione superiori.

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#3 Big Data e AI: il Quantum Computing apre scenari inediti nell’elaborazione di Big Data. Il Quantum Machine Learning può addestrare modelli di intelligenza artificiale su dataset massivi, migliorando drasticamente non solo i tempi ma anche la qualità delle previsioni in ambiti come il riconoscimento di immagini o l’analisi del sentiment, agendo sull’ottimizzazione dei parametri di accuratezza e performance degli algoritmi.

#4 Sicurezza: grazie al sistema Quantum Key Distribution (QKD), la protezione dei dati diventa teoricamente inviolabile: qualsiasi tentativo di intrusione altera infatti inevitabilmente lo stato quantistico dei dati, rendendo rilevabile ogni violazione. È la prima volta che la sicurezza informatica passa da un presupposto probabilistico a uno fisicamente garantito.

Dalla promessa alla realtà quantistica

Il percorso evolutivo appare promettente, ma non privo di sfide. L’adozione del Quantum Computing nel Data Management richiederà innanzitutto una trasformazione culturale e organizzativa profonda: le aziende dovranno ripensare i propri processi e formare team capaci di operare in questo nuovo paradigma dove classico e quantistico convivono.

Parallelamente, sarà necessaria una nuova governance dei dati, impeccabile, pre-requisito fondamentale per sfruttare appieno le potenzialità dei dati, a maggior ragione in ambito quantistico come tecnologia nuova. Ma il vero punto di svolta sarà la capacità di identificare i giusti use case ovvero quelli in cui la natura quantistica porta vantaggio in termini di performance rispetto agli algoritmi classici (“quantum supremacy”), e in termini di impatto competitivo reale e misurabile per il business. Solo infatti attraverso un approccio strategico che mette al centro i vantaggi in termini di efficienza e performance economico-finanziarie dirette e indirette, la promessa del Quantum Computing si trasformerà in un asset concreto per la competitività aziendale. Infatti, come spesso accade con le tecnologie di frontiera, il vero vantaggio lo avrà chi saprà capire per tempo come integrare l’innovazione nella propria visione e strategia aziendale.

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