Il nuovo report evidenzia un aumento nell’adozione dell’intelligenza artificiale: quattro studi su cinque a livello globale prevedono di incrementare gli investimenti nell’IA e un terzo di essi la utilizza già quotidianamente
Wolters Kluwer Tax and Accounting presenta la seconda edizione del suo report globale “ Future Ready Accountant”. Lo studio fornisce un’analisi basata sui dati della professione fiscale e contabile a livello globale, con uno speciale approfondimento europeo e italiano, basandosi sulle opinioni di oltre 2.700 professionisti in tutto il mondo. I dati relativi all’Italia mostrano un settore solido nella relazione con i clienti e con una forte predisposizione al ruolo consulenziale, ma ancora caratterizzato da un approccio prudente agli investimenti in tecnologia, seppure in crescita rispetto a quanto emerso nella prima edizione del report.
Jason Marx, CEO di Wolters Kluwer Tax & Accounting, ha commentato: “Il Future Ready Accountant 2025 rivela una professione in fase di strategica trasformazione. Gli Studi stanno superando le soluzioni tattiche per adottare strategie a lungo termine incentrate sui servizi di consulenza, lo sviluppo dei talenti e l’integrazione tecnologica. L’IA non è più un’ipotesi futura, ma è un imperativo attuale che le aziende devono adottare non solo per sopravvivere, ma soprattutto per evolversi e crescere. Man mano che le aziende integrano l’intelligenza artificiale e l’automazione nei loro flussi di lavoro, ridefiniscono il modo in cui viene fornito il valore, vengono prese decisioni e costruite relazioni con i clienti. Questi cambiamenti non sono solo operativi, ma segnano una più ampia ridefinizione della natura stessa dello Studio, della sua strategia a lungo termine e dei modelli di coinvolgimento dei clienti che portano a risultati significativi”.
Il report globale presenta singole edizioni esclusive per gli Stati Uniti, il Canada, l’Europa e i mercati APAC , offrendo approfondimenti e analisi specifici per ciascuna regione.
“Questo rapporto è importante per il settore fiscale e contabile, poiché non solo coglie le tendenze globali, ma fornisce anche approfondimenti regionali, consentendo agli Studi di adattare le proprie strategie alle esigenze specifiche del mercato e di affrontare i significativi cambiamenti che stanno ridefinendo la professione”, ha affermato Marx.
Risultati comparati tratti dal precedente report:
Il rapporto Future Ready Accountant 2025 segna un’evoluzione significativa nel panorama contabile e fiscale globale rispetto al 2024. Quest’anno, l’adozione dell’IA ha registrato un’impennata, passando dal 9% nel 2024 al 41%, indicando un cambiamento radicale da una cauta sperimentazione a una sicura integrazione in tutte le operazioni dello Studio. I risultati di quest’anno mostrano che il 77% degli Studi prevede di aumentare gli investimenti nell’intelligenza artificiale, con il 35% che già la utilizza quotidianamente. Gli Studi stanno integrando l’intelligenza artificiale nei flussi di lavoro per migliorare i modelli di servizio e di coinvolgimento dei clienti, automatizzare le attività e generare analisi strategiche.
Riguardo al potere dell’IA, Marx ha commentato: “L’IA sta ridefinendo il modo in cui i professionisti accedono e applicano le loro autorevoli conoscenze. Basata su un quadro responsabile, l’IA fornisce approfondimenti trasparenti e collegati alla fonte, salvaguardando rigorosamente i dati degli utenti. Il Report di quest’anno mostra che l’adozione dell’IA è più che quadruplicata a livello globale, segnalando un passaggio dalla sperimentazione all’affidabilità operativa. Gli Studi che sfruttano l’IA lavorano più velocemente, con maggiore precisione e sicurezza, trasformando il modo in cui vengono prese le decisioni strategiche e viene fornito valore ai clienti”.
Inoltre, i servizi di consulenza sono diventati quasi universali, con il 93% degli Studi che li offre, rispetto all’83% del 2024. L’enfasi si è spostata dalla semplice espansione dell’offerta all’utilizzo dell’IA e dei dati per personalizzare e scalare la consulenza ai clienti. Anche le strategie relative ai giovani talenti sono maturate; mentre l’anno scorso l’attenzione era rivolta all’attrazione e alla fidelizzazione di professionisti qualificati, quest’anno gli Studi danno priorità alla formazione, con il 31% che cita lo sviluppo di competenze tecniche avanzate come una delle principali sfide in materia di personale.
L’adozione del cloud e l’integrazione tecnologica continuano a guidare la crescita. Nel 2024, il 62% degli Studi utilizzava la tecnologia cloud e quelli con un alto livello di integrazione hanno registrato una crescita del fatturato del 78%. Nel 2025, il 52% degli Studi ha ampliato le soluzioni basate sul cloud e l’87% di quelli con sistemi altamente integrati ha registrato una crescita del fatturato. L’evoluzione verso la maturità digitale è ora vista come un fattore abilitante per l’innovazione, la resilienza e il successo a lungo termine.
Principali risultati italiani del Future Ready Accountant
Cloud e AI grandi margini di sviluppo
I commercialisti italiani si collocano al 3° posto in Europa per adozione totale del cloud con il 34% degli Studi che opera già in modalità completamente cloud. Sommando il full cloud e l’adozione ibrida, il nostro Paese scivola però al 7° posto in Europa, con margini di miglioramento significativi.
Tra i principali driver di adozione del cloud la ricerca di Wolters Kluwer Tax & Accounting fa emergere la sicurezza dei dati (41%), la semplicità di implementazione (33%) e l’efficienza nei costi (32%).
La principale barriera resta, dato invariato rispetto all’anno scorso, la paura di interruzioni operative durante la migrazione (38%).
L’uso quotidiano dell’Intelligenza Artificiale riguarda solo il 28% degli Studi italiani, contro una media europea del 33%, mentre il 30% dichiara di non utilizzarla o di farlo solo raramente.
Tuttavia, il 61% degli Studi prevede investimenti in IA nei prossimi tre anni, soprattutto per aumentare il tasso di automazione, supporto fondamentale alla ricerca normativa e l’analisi dei dati.
Alta la fiducia delle aziende italiane per i commercialisti
Il 69% delle PMI italiane affida la contabilità a studi professionali, confermando un alto livello di fiducia nella categoria. I dati sui commercialisti italiani confermano la crescita dei servizi a valore aggiunto erogato alle PMI clienti, quali consulenza strategica, pianificazione fiscale e supporto nella scelta dei software gestionali. Tuttavia, solo il 57% degli Studi italiani supporta i clienti nella selezione delle soluzioni tecnologiche, e questo risulta essere il valore più basso in Europa.
Il 49% degli Studi prevede però di rafforzare la comunicazione digitale con i clienti nei prossimi anni, questo un dato superiore alla media europea (47%).
Performance economica e strategie di crescita
Solo il 66% degli Studi italiani ha registrato una crescita dei ricavi negli ultimi tre anni, a fronte dell’80% della media europea.
La propensione agli investimenti rimane contenuta. Solo un quarto degli Studi considera la tecnologia una priorità per il 2026 e appena il 29% prevede nuove strategie di marketing, contro il 36% della media europea.
L’Italia mostra anche il tasso più basso in Europa di operazioni di M&A (14%) e di ricorso al private equity (16%), a fronte di medie rispettivamente del 27% e del 30%.
Organizzazione del lavoro e gestione dei talenti
Solo il 26% delle realtà italiane ha introdotto modelli di lavoro ibrido negli ultimi tre anni, una percentuale tra le più basse d’Europa e l’investimento in formazione e competenze digitali rimane inferiore rispetto a Paesi come Belgio (67%) e Paesi Bassi (59%) pur considerando (81%) l’evoluzione normativa un fattore critico che influenzerà l’operatività, una delle percentuali più alte a livello europeo e dunque una maggiore e più intensa capacità digitale sarebbe di grande aiuto negli Studi di commercialista.
La carenza di strategie strutturate di sviluppo del capitale umano rischia di diventare un freno ulteriore in un contesto di crescente complessità e innovazione tecnologica.
I commercialisti italiani rappresentano un settore in transizione
Il quadro che emerge dalla ricerca Future Ready Accountant 2025 posiziona l’Italia come un mercato in cui la professione del commercialista resta centrale per la competitività delle PMI, grazie alla forte fedeltà dei clienti e al ruolo chiave nella consulenza normativa e gestionale. Tuttavia, la minore propensione agli investimenti in tecnologia, formazione e crescita strutturata rischia di accentuare il divario rispetto ad altri Paesi europei più dinamici.
Secondo il report, il principale fattore critico per i professionisti italiani sarà la capacità di accelerare la trasformazione digitale, rafforzando allo stesso tempo le competenze interne e le strategie di relazione con i clienti, per affrontare un contesto caratterizzato da crescente regolamentazione, evoluzione tecnologica e nuove esigenze del mercato.
Il prossimo report ci dirà se e come si è trasformato il settore professionale dei commercialisti in Italia.