AI e pressioni energetiche: il 45% dei leader IT ammette che i data center non sono sostenibili

AI e pressioni energetiche: il 45% dei leader IT ammette che i data center non sono sostenibili

Lo rivela una nuova ricerca di Lenovo: servono design innovativi per affrontare le pressioni di AI e consumi energetici. Così i pluripremiati architetti Mamou-Mani e lo studio di ingegneria AKT II hanno immaginato i data center del futuro, tra cloud sospesi e bunker sotterranei

I data center devono evolvere per garantire la resilienza delle aziende in EMEA. È quanto emerge dalla nuova ricerca commissionata da Lenovo: dai carichi di lavoro AI alla sostenibilità e conformità, i design tradizionali non bastano più. Quasi la metà (45%) dei leader IT ammette che le infrastrutture attuali non supportano gli obiettivi di riduzione energetica e delle emissioni.

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Allo stesso tempo, il 99% dei decisori IT e C-level ritiene che la sovranità dei dati sarà cruciale per la raccolta, l’archiviazione e l’elaborazione nei prossimi anni. Mentre l’AI accelera l’uso dei dati in tutti i settori, molte organizzazioni faticano a implementarla in modo efficace e sostenibile, evidenziando il divario tra ambizione digitale e realtà infrastrutturale.

Lenovo ha realizzato lo studio “Data Center of the Future” in collaborazione con Opinium per delineare i fattori chiave che influenzeranno design, tecnologia e localizzazione dei data center, in un contesto di crescita del mercato e pressioni crescenti su energia, sostenibilità e costi.

Principali evidenze della ricerca

  • Gap di sostenibilità. Il 92% dei responsabili IT dà priorità a partner tecnologici che riducono consumi ed emissioni, ma solo il 45% afferma che il design attuale del proprio data center supporta tali obiettivi. I sistemi di raffreddamento tradizionali (come l’aria) non riescono più a bilanciare efficienza, costi e riduzione del carbonio.
  • Sovranità dei dati e latenza. L’88% considera già la sovranità dei dati una priorità e il 99% prevede che resterà tale nei prossimi cinque anni. Il 94% indica la bassa latenza come requisito chiave, spinta da applicazioni real-time e edge computing.
  • AI come fattore dirompente. Il 90% dei responsabili IT ritiene che l’AI aumenterà significativamente l’uso dei dati nel prossimo decennio e il 62% prevede che AI e automazione avranno il maggiore impatto sulla strategia IT. Tuttavia, il 41% ammette di non essere pronto a integrarla in modo efficiente.
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La visione di Lenovo

“Il data center del futuro sarà definito dalla capacità di scalare per sostenere la sempre maggiore richiesta di AI, rispettare gli obiettivi di sostenibilità e operare con la massima efficienza energetica”, afferma Simone Larsson, Head of Enterprise AI, EMEA di Lenovo. “In EMEA, la sovranità dei dati è una priorità urgente, plasmata da normative complesse e crescente attenzione dei CIO. Le aziende devono agire ora: prepararsi al futuro significa fare scelte oggi.”

Design per il 2055: concept visionari

Lenovo ha collaborato i pluripremiati architetti Mamou-Mani lo studio di ingegneria AKT II per immaginare come saranno i data center tra 30 anni, sfruttando risorse naturali, spazi dismessi e tecnologie di raffreddamento a liquido per ridurre l’impatto ambientale. Tra i concept:

  • Floating Cloud: data center sospesi a 20-30 km di altitudine, alimentati da energia solare e raffreddati con circuiti liquidi chiusi.
  • Data Village: strutture modulari vicino a corsi d’acqua, con possibilità di trasferire calore residuo a scuole e abitazioni.
  • Data Spa: centri dati integrati in paesaggi naturali, alimentati da energia geotermica.
  • Data Center Bunker: utilizzo di tunnel e bunker dismessi per ridurre consumo di suolo e migliorare sicurezza.

Tutti i concept si basano su raffreddamento a liquido, più efficiente e sostenibile rispetto all’aria.

Tecnologia Neptune: la risposta concreta

Per affrontare le sfide di AI e sostenibilità, Lenovo propone Neptune Liquid Cooling, che rimuove il 98% del calore alla fonte, riducendo consumi energetici e dipendenza dai sistemi ad aria. Una soluzione immediatamente implementabile per data center pronti al futuro.

“Con Neptune stiamo già aiutando i clienti a gestire le crescenti esigenze energetiche dell’AI”, conclude Larsson. “La sostenibilità non deve essere un’aggiunta, ma parte integrante del design.”

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Lo studio “Data Center of the Future” è stato condotto da Opinium su 250 decisori IT in aziende con oltre 250 dipendenti in Germania, Italia, Norvegia, Svezia, Regno Unito e UAE (agosto 2025).