AI nella PA, i passi per una trasformazione reale

AI nella PA, i passi per una trasformazione reale

Gli LLM stanno trasformando la pubblica amministrazione: da chatbot ad assistenti virtuali, i servizi diventano più rapidi e personalizzati anche grazie a SAS Viya

Quando si parla di intelligenza artificiale, il mondo è spaccato in diverse parti. Da un lato gli Stati Uniti, che rilanciano le proprie ambizioni di leadership tecnologica, dall’altro l’Unione Europea, che mette sul piatto 200 miliardi di euro per i progetti AI che aiutino gli investimenti. E poi l’Oriente, con la Cina che è in una fase di estremo fervore per il rilascio non solo di modelli software ma anche dei semiconduttori utili a far avanzare Pechino nella corsa alla supremazia tecnologica. In tutto ciò, la vera sfida resta quella di tradurre queste visioni in cambiamenti concreti nei rapporti tra istituzioni e cittadini.

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Da Singapore all’Argentina, passando per India ed Emirati Arabi, i primi esperimenti sono già in corso con chatbot, assistenti virtuali e sistemi predittivi che stanno ridisegnando il volto dei servizi pubblici. Il nodo cruciale, secondo quanto emerge dal report “Un nuovo futuro per la produttività del settore pubblico” di Economist Impact, è proprio la capacità di colmare questa distanza tra strategia e attuazione.

Non si tratta più di domandarsi se l’intelligenza artificiale sia necessaria, ma piuttosto di comprendere come implementarla in modo sostenibile e realmente efficace. La questione è particolarmente delicata nel settore pubblico, dove ogni innovazione deve fare i conti con vincoli normativi, resistenze organizzative e la necessità di garantire equità e trasparenza. Un elemento fondamentale spesso sottovalutato riguarda la gestione dei dati. Ben l’86% dei dipendenti pubblici intervistati identifica nei silos organizzativi uno dei principali ostacoli all’adozione dell’AI, ma il problema reale non sono tanto le divisioni amministrative quanto la frammentazione delle informazioni. Senza una condivisione efficace dei dati, qualsiasi progetto di intelligenza artificiale rischia di restare monco, incapace di fornire quella visione d’insieme necessaria per decisioni informate e predittive.

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Il framework dietro il cambiamento

Secondo SAS, costruire piattaforme sicure e interoperabili diventa prioritario. Le amministrazioni devono promuovere una cultura in cui la condivisione dei dati sia la norma piuttosto che l’eccezione, garantendo al contempo qualità e affidabilità delle informazioni. Solo attraverso questa base solida è possibile addestrare modelli di AI efficaci e sviluppare un ecosistema decisionale basato su evidenze concrete anziché su percezioni soggettive.  Ma la tecnologia da sola non basta. Il capitale umano resta centrale in questa transizione, e paradossalmente l’intelligenza artificiale non lo sostituisce ma lo valorizza. L’automazione dei compiti ripetitivi libera tempo ed energie per attività a maggior valore aggiunto, ma richiede un profondo cambiamento di mentalità. Identificare i pionieri interni, quelle figure curiose e pragmatiche disposte ad abbracciare l’innovazione, diventa cruciale tanto quanto dotarli di percorsi formativi adeguati, coaching e strumenti di leadership digitale.

Ogni progetto deve nascere da una domanda chiara, una sorta di “stella polare” che orienti scelte, investimenti e priorità. Quale problema vogliamo risolvere? Quale beneficio tangibile vogliamo generare per cittadini e funzionari? Senza questa chiarezza iniziale, l’intelligenza artificiale rischia di trasformarsi in un esercizio accademico slegato dalla realtà operativa. Occorre quindi tradurre le strategie in metriche di successo misurabili, stabilire processi di monitoraggio trasparenti e comunicare apertamente risultati e progressi agli stakeholder. La credibilità di qualsiasi iniziativa si costruisce dimostrando valore concreto, non promettendo rivoluzioni. Per questo motivo, puntare su progetti pilota mirati e a basso rischio rappresenta la strategia più efficace. Successi iniziali rapidi generano fiducia, sbloccano nuove risorse e costruiscono consenso politico e amministrativo, mentre progetti eccessivamente ambiziosi rischiano di compromettere la credibilità dell’intero percorso di trasformazione digitale. L’approccio incrementale permette di imparare, adattarsi ed evolvere insieme alle persone che vivono quotidianamente il cambiamento.

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La narrazione del cambiamento assume un’importanza particolare. Non basta parlare di “fare AI”: bisogna raccontare storie di impatto reale, spiegare dove e come l’intelligenza artificiale migliorerà processi, ridurrà tempi d’attesa, aumenterà equità e trasparenza nei servizi. Parallelamente, serve anche il coraggio di evidenziare i costi del non agire, ovvero le conseguenze dell’inefficienza, della frammentazione amministrativa e della progressiva erosione di fiducia nelle istituzioni pubbliche. Al centro di questo percorso di trasformazione si colloca la governance, per SAS intesa non come mera struttura di controllo ma come architettura di fiducia capace di tenere insieme innovazione tecnologica, dimensione etica e necessità di trasparenza. Governare l’intelligenza artificiale significa creare le condizioni affinché la tecnologia migliori concretamente la vita delle persone, non solo le decisioni di una ristretta élite di tecnici o funzionari.

Il vantaggio di SAS Viya

Piattaforme come SAS Viya esemplificano questo approccio integrando analytics, machine learning e gestione del rischio in un ambiente aperto, scalabile e interoperabile. Queste soluzioni consentono agli enti pubblici di gestire l’intero ciclo di vita dei dati e dei modelli predittivi, garantendo sicurezza, tracciabilità e quella trasparenza oggi indispensabile per mantenere la fiducia dei cittadini. Il passaggio da una logica reattiva a una visione predittiva permette di anticipare i bisogni della popolazione e ottimizzare l’allocazione delle risorse, trasformando potenziali criticità in opportunità di miglioramento del servizio. Ogni decisione diventa così supportata da dati verificabili, processi chiari e risultati oggettivamente misurabili.

La pubblica amministrazione del futuro sarà quella capace di governare l’intelligenza artificiale con intelligenza umana, coniugando visione strategica, capacità di ascolto e senso di responsabilità. In questo equilibrio delicato si gioca la partita decisiva per rendere la PA non solo più efficiente e tecnologicamente avanzata, ma anche più vicina ai bisogni reali dei cittadini e, in definitiva, più umana nel modo di operare e relazionarsi con la collettività.

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