A cura di Nicolò Robba, Chief Product Officer di Prima Assicurazioni
Il nuovo baricentro dell’innovazione assicurativa
Nel settore assicurativo, il concetto di «prodotto» non si esaurisce più in una polizza: oggi è diventato un’esperienza digitale, personalizzata e fluida, un punto d’incontro tra bisogni reali e tecnologia.
La crescita del settore si accompagna a una revisione profonda dei modelli operativi e dei processi di innovazione, segnale di un cambiamento profondo, a livello culturale. Il vero vantaggio competitivo non risiede più solo nella distribuzione o nel pricing, ma nella capacità di sviluppare soluzioni che portano valore aggiunto al cliente finale quando e dove è necessario .
In questo scenario, il lavoro del Chief Product Officer può rappresentare una leva strategica: al CPO, infatti, oggi viene chiesto non più “solo” di gestire il ciclo di vita del prodotto, ma anche di essere un architetto dell’innovazione e di fungere da ponte tra tecnologia, business e cliente.
Governance, efficienza e innovazione: il nuovo orizzonte del CPO
Oggi a chi ricopre questo ruolo è richiesto molto più che la conoscenza tecnica del prodotto: serve, piuttosto, che abbia una visione d’insieme, capace di unire sviluppo, design e ingegneria tecnologica in un sistema coerente e ad alta efficienza.
Questa prospettiva deve tradursi nella capacità di fare dell’offerta assicurativa un vero motore di differenziazione competitiva, coniugando innovazione e sostenibilità operativa. Non a caso, le aziende che adottano una strategia di crescita guidata dal mettere il cliente in primo piano ottengono risultati misurabili: secondo uno studio di McKinsey, questo approccio può generare una crescita dei ricavi superiore di circa un terzo rispetto ai concorrenti meno focalizzati sulla customer experience.[1]
In quest’ottica, al CPO spetta il compito di creare un modello organizzativo che bilanci autonomia locale e coerenza globale, mantenendo un linguaggio di prodotto comune e una chiara visione di lungo periodo. Gli investimenti insurtech, cresciuti di quasi il 90% negli ultimi mesi, confermano quanto sia cruciale un assetto in grado di adattarsi a mercati e normative diverse senza perdere coerenza, efficienza e capacità di esecuzione. [2]
I processi customer-driven come leva per la personalizzazione e l’efficienza
Nel settore assicurativo, processi customer-driven dinamici e supportati dal l’intelligenza artificiale rappresentano i catalizzatori principali di questa trasformazione e stanno già producendo effetti concreti: automazione dei processi di gestione della polizza, riduzione dei tempi operativi di supporto al cliente e maggiore controllo del rischio . È un’evoluzione che attraversa tutta la catena del valore – dalla gestione dei sinistri al pricing dinamico – e che richiede una governance di prodotto capace di integrarla in modo coerente e misurabile.
Dato che l’AI resta comunque uno strumento, ai CPO è richiesto di guidare questo processo di modernizzazione, consolidando sistemi frammentati e riducendo la complessità operativa. La sfida non è semplicemente adottare la tecnologia, ma farla diventare parte integrante dei processi, così da generare valore concreto per l’azienda e per l’utente finale.
Dall’innovazione alla sostenibilità del valore
In definitiva, ciò che distingue una insurtech vincente non è solo la piattaforma più avanzata, ma la capacità di trasformare tecnologia e prodotto in fiducia del cliente. In questo senso, il CPO deve assicurare che ogni iniziativa tecnologica contribuisca a rafforzare qualità, trasparenza ed efficienza, traducendo l’innovazione in risultati misurabili.
Quando il prodotto diventa esperienza e la tecnologia serve a generare semplicità e valore percepito, è allora che l’assicurazione digitale si avvicina al suo obiettivo più importante e ambizioso: mettere davvero il cliente al centro.
[1] McKinsey & Company, “Experience-led Growth: A New Way to Create Value”.
[2] Gallagher Re, “Global InsurTech Report – Q1 2025”.


































