L’ultima generazione di esperienze immersive dell’azienda francese combina modelli, simulazione, dati e AI in un ambiente che sfrutta al massimo le potenzialità della VR
Fino a pochi anni fa ci sarebbe sembrata una scena tratta da un film di fantascienza: indossare il visore, selezionare la propria scelta con un paio di movimenti delle dita e finire catapultati in una simulazione iperrealistica. Oggi invece non solo questa tecnologia è realtà, ma le sue applicazioni in campo business sono sempre più concrete ed efficace nel risolvere alcuni dei problemi chiave delle aziende moderne. La sua più recente iterazione sono i 3D Univ+rses sviluppati da Dassault Systèmes, ambienti virtuali che combinano 40 anni d’esperienza aziendali, molteplici virtual twins e la potenza dell’AI.
«Si tratta del culmine di un lungo viaggio», racconta Chiara Bogo, EUROMED Strategy & Marketing Senior Director di Dassault Systèmes Italia, «iniziato da un gruppo di giovani ingegneri nel 1981, quando cercavano di fare innovazione con il 2D e poi integrando il 3D nella progettazione di aerei. La vera svolta, molto più recente, sono stati i gemelli virtuali: attraverso di essi si è passati dal rappresentare semplici oggetti a, di fatto, rappresentare la vita. E con 3D Univ+rses questo concetto viene portato all’estremo. I virtual trainer permettono di trasferire know-how e conoscenza alle nuove generazioni e possono così divenire una nuova base per l’economia generativa».
Un banco di prova sicuro, potenziato dall’AI
«Siamo partiti da un’economia di massa», spiega Umberto Arcangeli, Amministratore Delegato di Dassault Systèmes Italia, «basata sulla massimizzazione dello sfruttamento delle risorse. Poi si è progressivamente passati a un’economia esperienziale, dove il consumatore è diventato una figura via via sempre più centrale. Adesso entrambe le correnti confluiscono nell’economia generativa, che richiede un nuovo paradigma: prendere esempio dalla natura per sviluppare nuovi modelli di business sostenibile».
E quale può essere il ruolo di un universo virtuale in un tale contesto? «Di fatto è un abilitatore», risponde Arcangeli, «poiché permette di simulare tutte le operazioni in un ambiente sicuro prima di implementarle nella realtà. Nei processi maggiormente soggetti a rischio ciò garantisce la sicurezza degli operatori, nelle linee di produzione allevia il carico di lavoro sul personale, e così via».
L’AI non viene utilizzata unicamente per automatizzare i task più mondani, ma attraverso le esperienze generative permette di affrontare uno dei dilemmi attuali che affligge tantissime aziende: il ricambio generazionale e l’annesso trasferimento di conoscenza alla forza lavorativa del domani, senza necessità di dedicar loro risorse che possono essere impiegate altrove in modo più efficiente.
Accrescere il valore crescendo le persone
«L’obiettivo finale», continua Arcangeli, «è quello di imporci come i leader più fidati nella creazione e nella gestione di proprietà intellettuali: noi forniamo la base, a partire da cui ogni cliente può poi costruire la propria in base alle necessità. Abbiamo una serie di universi 3D differenti, specifici a seconda dei settori a cui si riferiscono, dal manufatturiero, alle infrastrutture, all’healthcare, senza ovviamente dimenticare automotive e aerospaziale che rimangono due delle aree più consolidate nella nostra esperienza aziendale.
3D Univ+rses è pensato non soltanto per le aziende, ma soprattutto per le persone, allo scopo di elevare le loro potenzialità e accrescerne il valore, così da conseguire un vantaggio competitivo». Il software, testato con oltre 50 diversi LLM, lavora nativamente con Mistral, connazionale di Dassault Systèmes con cui l’azienda ha siglato un accordo. Per quanto riguarda l’hardware, proprio quest’anno ha stretto una collaborazione con Apple, integrando i dispositivi Apple Vision Pro nella sua piattaforma di nuova generazione 3DEXPERIENCE.


































