Snowflake, la trasformazione digitale passa da dati e AI

Snowflake, la trasformazione digitale passa da dati e AI
Marika Lilla, Country Manager Italy di Snowflake

Il nuovo agente Snowflake Intelligence, la partnership con SAP e il rinnovo del partner program: così la piattaforma si evolve tra innovazioni e strategie

Da esperimento di un gruppo di data architects fuggiti da Oracle nel 2012 a compagnia che produce oltre 1 miliardo di dollari di fatturato per trimestre, nell’arco di 13 anni. La vertiginosa ascesa globale di Snowflake non accenna ad arrestarsi, anzi: cavalcando le opportunità offerte dalla nuova ondata di innovazioni tecnologiche, è pronta a intercettare un mercato sempre più vasto.

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«La grande rivoluzione nell’ultimo anno», racconta Lorenzo Onorati, Regional Director, Partners – EMEA South per Snowflake, «è stata il passare dall’essere una compagnia riconosciuta principalmente nella gestione dei dati a player attivo nel settore dell’AI».

Una mossa corretta, stando ai numeri: perché la crescita annuale continua ad attestarsi sul +32% e i clienti da oltre 1 milione di dollari sono più di 650, ma se ne contano già più di 6.000 che abbiano adottato le soluzioni Snowflake AI.

«Snowflake Intelligence vuol essere un prodotto di livello enterprise no code, esente da dashboard, che permetta di interagire in modo naturale con l’AI agentica e porle domande anche sulle relazioni di causa/effetto che si celano dietro ai dati, senza bisogno di essere tecnici esperti. Il tutto nel rispetto degli standard di data governance che ci sono ampiamente riconosciuti: chi possiede i dati può regolarne il livello di sicurezza nel momento in cui questi vengono inseriti nel software, che verrà poi mantenuto in ogni successiva elaborazione».

Lorenzo Onorati, Regional Director, Partners – EMEA South per Snowflake

Italia, per ora una promessa

Oltre alle cifre attuali, anche quelle future proiettano uno scenario sereno con ulteriori spazi di crescita: si prevede infatti che le remaining performance obligations – ovvero le entrate già sicure che arriveranno dai clienti – supereranno i 7 miliardi di dollari nel terzo quarter dell’anno fiscale 2026. Una base solida su cui costruire progetti dedicati in nuovi paesi, come nel caso dell’Italia.

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«Qui ci troviamo ancora in una fase iniziale», commenta Marika Lilla, Country Manager Italy di Snowflake, «ma i trend riflettono il quadro globale e sono molto promettenti: i settori con più potenziale, al momento, sono quello finanziario e quello del retail/moda. In previsione, con la volontà di intercettare mercati più ampi, abbiamo già iniziato a rinnovare il team italiano con l’inserimento di persone che vantano background variegati e diverse competenze verticali».

Tra i partner, che rivestono un ruolo fondamentale in quanto veicolo del 100% del business, non si contano solo system integrator, ma anche gli hyperscaler: soprattutto AWS e Azure, con cui vige un rapporto di co-vendita viste le caratteristiche di SaaS di Snowflake, mentre con Google Cloud la relazione rimane di natura più competitiva. Nel 2026 l’apertura è prevista in 4 nuove regioni: Emirati Arabi, Spagna, Israele e Arabia Saudita.

Luigi Locatelli, Partner Sales Director Italy di Snowflake

Un partner network sempre più moderno

«È un po’ il modo in cui l’azienda è nata ed è stata modellata», spiega Luigi Locatelli, Partner Sales Director Italy di Snowflake, «essere estremamente partner friendly tanto per i system integrator, quanto per gli hyperscaler, quanto per le terze parti. Ci muoviamo in un ecosistema complesso e facciamo trasformazione digitale; quindi, abbiamo bisogno di strumenti e di un network affidabile. Anche per quanto concerne la formazione: abbiamo lanciato la nuova piattaforma SPN Learning e continuiamo a coltivare la community attraverso webinar, eventi, summit e iniziative dedicate ai partner».

E nella stessa direzione d’intenti si colloca la partnership con SAP annunciata questo mese: una collaborazione ufficializzata di recente ma su cui si lavora da tempo, tanto che nasce come integrazione già sviluppata e pronta all’uso. «Oggi iniziamo finalmente ad assistere a un cambiamento di filosofia», continua, «in cui non si ragiona più partendo dall’idea di dover ridurre costi e rischi, bensì dall’idea di crescere. Anche in Italia, questo ci permette di abbracciare partner più verticali che ieri non avremmo considerato».

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