Acronis: AI e automazione nel 2026. Impatti su sicurezza e servizi gestiti

Acronis: AI e automazione nel 2026. Impatti su sicurezza e servizi gestiti

A cura di Denis Cassinerio, Senior Director and General Manager South Europe – CEE di Acronis

Il 2026 si presenta come un anno di svolta per chi si occupa di cybersecurity e infrastrutture digitali. L’evoluzione delle minacce, sempre più sofisticate e scalabili grazie all’uso dell’AI, richiede un cambio di paradigma: modelli manuali e frammentati non sono più sufficienti. La capacità di anticipare gli attacchi, reagire in tempi rapidi e assicurare continuità operativa diventa un fattore competitivo per aziende e Managed Service Provider (MSP).

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

L’accelerazione della digitalizzazione e la crescente interconnessione delle filiere ampliano la superficie d’attacco, mentre i reparti IT e i team di sicurezza si trovano ad affrontare la duplice pressione di carenza di competenze e richieste normative. In questo scenario, AI e automazione assumono un ruolo centrale per contenere il rischio, garantire resilienza e sostenere la crescita.

Dal punto di osservazione di chi opera quotidianamente in un ecosistema estremamente dinamico, emergono cinque previsioni operative per il 2026.

  1. L’automazione su larga scala trasforma le operation

L’adozione di AI e automazione cambierà radicalmente il modo di gestire le attività operative. Una quota significativa dei ticket di primo livello potrà essere risolta automaticamente, oppure con soluzioni proposte in tempo reale e validate con un semplice clic. La riduzione del “rumore” operativo – allarmi, richieste ripetitive, attività di documentazione – libera tempo e risorse per compiti a più alto valore, dove analisi e supervisione umana restano determinanti.

Per gli MSP, questo cambio di paradigma non riguarda soltanto la sicurezza, ma anche i processi. Contratti, reportistica, pianificazione, rendicontazione e fatturazione potranno essere supportati da sistemi intelligenti, semplificando attività amministrative. Questa transizione viene abilitata da piattaforme integrate che utilizzano AI per correlare segnali, classificare priorità e proporre azioni correttive. In prospettiva, si prevede che molte delle operation più ripetitive saranno gestite quasi completamente da sistemi autonomi, con supervisione umana mirata e interventi solo nei casi più critici.

Leggi anche:  Genetec amplia la quota di mercato nel software di controllo degli accessi a livello mondiale

L’approccio a piattaforma unica di Acronis consente di evitare la frammentazione di tool separati. Con una sola console è possibile combinare protezione dei dati, rilevamento delle minacce, automazione dei processi e recovery, supportando MSP e aziende nel garantire continuità operativa e riducendo i tempi di risposta.

  1. AI diventa un nuovo workload da proteggere

L’utilizzo di strumenti basati sull’AI introduce nuove responsabilità per team IT e MSP, perché questi sistemi diventano parte integrante dei processi e devono essere gestiti, monitorati e protetti. Questi strumenti generano valore, ma ampliano anche il perimetro di rischio: i modelli di AI richiedono protezione dei dati, governance degli accessi e continuità di servizio. L’adozione si sposta quindi da un approccio sperimentale a uno strutturato, che prevede policy, responsabilità e metriche di qualità.

Per i partner, si aprono nuove opportunità in ambito consulenza, implementazione e monitoraggio. La piattaforma Acronis integra l’AI nei flussi decisionali e nelle funzioni di sicurezza, permettendo di gestire questi nuovi workload con policy centralizzate, automazione e protezione dei dati. In questo modo gli MSP possono accompagnare i clienti nell’adozione dell’AI, offrendo servizi di implementazione, gestione e sicurezza senza introdurre ulteriori livelli di complessità.

  1. Il modello di business cambia: contano i risultati

Riduzione dei tempi di inattività, miglioramento della postura di sicurezza, rapidità nel ripristino e rispetto delle normative diventeranno parametri di riferimento. Questo shift riflette un cambiamento nei criteri di acquisto: le organizzazioni non valutano più l’effort, ma il beneficio ottenuto.

L’adozione dell’AI e della smart automation permette anche a provider di dimensioni più contenute di competere con realtà più grandi, grazie alla possibilità di affidare parte delle attività a “virtual employees”, annullando in parte il vantaggio di scala e garantendo livelli di servizio elevati. Attraverso automazione, AI e strumenti integrati, Acronis supporta modelli di erogazione basati sui risultati ottenuti: tempo di inattività ridotto, ripristino rapido e miglioramento della postura di sicurezza possono essere misurati e condivisi tramite dashboard e reportistica, consentendo ai provider di dimostrare valore in modo trasparente.

  1. Le minacce si spostano sull’uomo, la velocità aumenta

Nel 2026 crescerà la pressione sui vettori di attacco centrati sul fattore umano. Deepfake, impersonation in tempo reale e interazioni telefoniche o video rese credibili dall’AI diventeranno un punto di ingresso primario, spesso senza necessità di malware. L’automazione offensiva accelera l’esecuzione delle fasi successive alla compromissione, riducendo il tempo a disposizione per rilevamento e reazione.

Leggi anche:  Personal Training Online tra i buoni propositi del 2025: i consigli di Kaspersky per allenarsi in modo sicuro

Emergeranno tattiche più elusive, con codice in grado di modificarsi in tempo reale in base al contesto. L’esecuzione potrà adattarsi al volo per evitare controlli statici, annullando il valore delle firme tradizionali e rendendo possibile scalare attacchi automatizzati anche da parte di attori meno esperti.

Parallelamente, aumenteranno gli attacchi senza payload evidenti: si sfrutteranno identità compromesse, token, API e console cloud, utilizzando strumenti e permessi già presenti negli ambienti. La virtualizzazione diventerà un’area sensibile: carichi di lavoro usa-e-getta e toolchain in micro ambienti virtuali potranno essere creati e distrutti rapidamente, lasciando tracce minime. L’infrastruttura di virtualizzazione stessa diventerà un obiettivo, perché un singolo punto debole può interrompere interi ambienti.

Un altro vettore riguarderà i browser e gli agenti basati su AI: con l’adozione di strumenti che interpretano pagine e agiscono autonomamente, il prompt injection verrà sfruttato per azioni non autorizzate, esfiltrazione di dati o automazione di account attraverso contenuti di pagine web, annunci o script.

Le funzionalità della piattaforma Acronis, basate su rilevamento comportamentale e risposta automatizzata tramite procedure predefinite, aiutano a contrastare attacchi condotti a velocità elevata, identificando anomalie nei primi secondi dall’intrusione e attivando contromisure automatiche.

  1. Compliance e normative diventano parte della resilienza

L’adozione di AI e nuove tecnologie accelera anche i requisiti di conformità. I controlli standardizzati, come ISO 27001 e i nuovi framework dedicati all’AI, fungono da base per l’allineamento alle normative emergenti.

La cooperazione tra team legali e tecnici sarà essenziale per governare questa complessità. Le organizzazioni che investono in automazione dei controlli e in monitoraggio continuo potranno adattarsi più rapidamente ai cambiamenti di requisiti, evitando rallentamenti operativi e riducendo il rischio di non conformità.

Acronis facilita la gestione della compliance grazie a controlli standardizzati e reportistica automatizzata: policy di sicurezza, verifiche e audit possono essere gestiti direttamente dalla piattaforma, semplificando l’allineamento ai requisiti e consentendo di estendere rapidamente la conformità a nuovi ambiti.

Leggi anche:  Minacce informatiche per gli ospedali attraverso i device IoMT

Le previsioni indicano una chiara direzione: la differenza la faranno coloro che sapranno integrare tecnologia, processi e persone, trasformando la pressione del cambiamento in un vantaggio strategico.