Capgemini, 5 top trend tecnologici per il prossimo anno

Pascal Brier CIO di Capgemini

In vista della terza edizione del TechnoVision, il CIO Pascal Brier e un team di esperti stilano le previsioni per il 2026: AI sempre più protagonista, ma non solo

“Ve l’avevamo detto”, potrebbero gongolare in quel di Capgemini, dopo che i forecast per il 2025 annunciati al termine dello scorso anno si sono concretizzati sotto ai nostri occhi. Ma piuttosto che soffermarsi sul passato, anche stavolta preferiscono volgere lo sguardo a ciò che verrà. «Una nuova fase per l’AI, non più di sperimentazione, ma di maturità», per riassumere nel modo più sintetico le parole del CIO Pascal Brier. «L’anno della verità per l’AI sarà uno dei cinque temi», dichiara, «mentre il secondo sarà il modo in cui essa influenza il software. Il terzo tema sarà la nuova evoluzione del cloud. Il quarto sarà l’ascesa delle intelligent operations, mentre il quinto sarà la sovranità tecnologica».

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Per Mark Roberts, Head of Capgemini AI Future Labs, «dopo tanti esperimenti nell’ultimo anno la conversazione sull’AI si sposterà dai proofs of concept al valore concreto. Anche l’etica passerà da essere mero argomento filosofico a parte vitale nell’implementazione di queste nuove tecnologie, anche e soprattutto per quanto riguarda le realtà multi-agentiche. Sarà importante trovare un equilibrio tra cosa fare nell’immediato e come prepararsi alle trasformazioni che l’AI apporterà nel lungo termine».

Come software e cloud cambieranno a causa dell’AI

Dopo un decennio in cui “il software ha divorato il mondo”, a detta di Sudhir Pai, Deputy Group CTO di Capgemini, ora sarà il turno dell’AI di sedersi a tavola. «Negli ultimi anni cloud e SaaS sono diventati sempre più predominanti, ma il modo di sviluppare software non ha subito grosse rivoluzioni. Ma dal 2026 anche questo cambierà: l’AI divorerà il software non solo per quanto concerne la sua codificazione, ma lungo tutto il suo ciclo vitale. Non si tratterà di una brusca virata, ma di un progressivo ritorno a una fase di ricostruzione che necessiterà di un cambio di mentalità da parte degli sviluppatori. I ruoli verranno ridefiniti, ma la supervisione umana rimarrà comunque centrale».

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Quella che contrariamente all’AI può invece definirsi una tecnologia già matura è il cloud, che però non sarà esente da innovazioni. «Il cloud 3.0», commenta Georgia Smith, Cloud Transformation Leader di Capgemini UK, «costituirà la base necessaria per le trasformazioni apportate dall’AI. Oggi si stima che 9 organizzazioni su 10 utilizzino multi-cloud e con l’avvento di sistemi agentici saranno necessari ambienti sempre più diversificati, dal momento che un singolo provider non può soddisfare l’intera domanda del mercato in autonomia. Multi-cloud, edge e ibrido diventeranno sempre più mainstream».

Intelligent operations e sovranità tecnologica

La quarta rivoluzione sarà guidata dalle intelligent operations, che Simone Neser, AI Taskforce Program Manager per Capgemini Business Services, definisce come «processi iper-automatizzati che combinano dati, AI e digitale. Sono i task quotidiani su cui si regge il business dell’azienda e questo li rende perfetti per essere potenziati dall’AI. Con l’avvento dei sistemi agentici si passerà dall’orchestrare singole fasi isolate a interi processi end-to-end, abbattendo i silos e creando catene del valore integrate e interconnesse. La collaborazione tra uomo e AI sarà sempre più centrale e il focus si sposterà dal risparmio alla generazione di nuovo valore».

Infine, vi è il tema della sovranità, sempre più rilevante a livello globale. «Per quanto riguarda il mondo tecnologico», conclude Nicolas Gaudilliere, CTO di Capgemini Invent France, «ci troviamo di fronte a un paradosso. In un mondo interconnesso, basato su catene globali, la totale autonomia tecnologica è impossibile: non potendo essere garantita dall’isolamento, la sovranità proverrà da un’interdipendenza di tipo strategico e da un controllo selettivo».