ReeVo, la Cassaforte Digitale per difendere il business delle imprese: protezione dei dati, governance, compliance e resilienza operativa devono convergere per innovare
La sovranità tecnologica non è più un tema ideologico o un solo requisito normativo: è la condizione strategica per innovare con responsabilità e garantire controllo e continuità. Nei settori maggiormente regolamentati come finanza, sanità e pubblica amministrazione diventa il fondamento su cui costruire ecosistemi digitali evoluti. Come spiega Salvatore Giannetto, CEO di ReeVo, i dati vanno governati e protetti: «Questo significa guardare all’obiettivo di garantire resilienza e sovranità digitale». All’inizio ci si chiedeva solo dove fossero i dati, oggi la domanda è un’altra: come vengono conservati e trattati, e secondo quali regole e legislazioni?
Dati blindati, business al sicuro
Per ReeVo, Cloud & Cyber Security provider italiano ed europeo, la sovranità digitale è un principio progettuale che si traduce in un approccio molto concreto: garantire che infrastruttura, governance e protezione dei dati convivano nativamente e rispondano alle regole europee, mantenendo piena indipendenza tecnologica e visibilità sulle informazioni critiche.
«La sovranità digitale – spiega Giannetto – non va vista come una chiusura verso il mondo esterno, perché le aziende hanno necessità di affidarsi a provider in grado di abilitare il paradigma del multicloud e di scalare la propria infrastruttura IT in sicurezza. L’importante è governare in modo sicuro questo modello, focalizzandosi sulla protezione e sull’accessibilità dei dati, risorsa senza la quale le aziende non possono lavorare».
Resilienza cyber come investimento sul valore
Negli ultimi anni molte imprese hanno accelerato la migrazione verso il cloud, spesso senza considerare la componente di cybersecurity come parte integrante della strategia, un’anomalia che ReeVo corregge alla radice, facendo leva su nove data center di proprietà localizzati in Italia, Spagna e Francia. «L’errore più ricorrente – precisa Giannetto – è dividere e slegare questi due mondi, considerando il cloud una semplice voce infrastrutturale o un’architettura per fare outsourcing. Devono invece andare a braccetto in termini di resilienza, che non va intesa come un costo bensì come un investimento sul valore, efficienza e sicurezza ed è per questo che abbiamo costruito un’offerta di servizi cloud con sicurezza gestita rispetto a un modello di governance condivisa, dove il provider diventa garante di fiducia per l’azienda».
Le aziende italiane – conferma il CEO di ReeVo – stanno andando nella direzione giusta anche grazie alla spinta normativa e alla maggiore consapevolezza del rischio di incidenti, ma è un percorso ancora in divenire: «Molte aziende hanno maturato la consapevolezza che migrare in cloud può aumentare la sicurezza dal punto di vista operativo e infrastrutturale, ma in alcuni casi viene trascurata la componente di protezione dei dati». L’esempio più indicativo è la posta elettronica, spesso sinonimo di corsa al ribasso dei prezzi e senza soluzioni adeguate che servono a proteggerla dalle possibili violazioni. E invece – come ricorda Giannetto – è lo strumento più utilizzato in azienda e spesso veicolo di intrusioni e quindi un importante asset da difendere.
La sfida per CIO e CISO
La crescente complessità delle architetture IT, unita alla diffusione dell’intelligenza artificiale, sta ridefinendo il ruolo di CIO e CISO. «Rispetto al passato – conclude Giannetto – oggi queste figure devono affiancare il business per innovare e restare competitivi, gestire l’adozione dell’AI e garantire sicurezza in un contesto in cui gli attaccanti sono molto più preparati. Il loro ruolo è quello degli orchestratori, in una situazione di carenza di competenze e di budget, cercando di mantenere l’equilibrio tra agilità di business e protezione dei dati, che sono il vero patrimonio di ogni impresa. E per questo vanno messi in una Cassaforte Digitale».


































