Come sta cambiando l’identità digitale delle imprese: i nomi di dominio, le estensioni e il ruolo dell’AI

Come sta cambiando l’identità digitale delle imprese: i nomi di dominio, le estensioni e il ruolo dell’AI

C’è un elemento del digitale che, nonostante trent’anni di trasformazioni, non ha mai perso centralità: la scelta del proprio nome online, sia per la propria identità personale sia per quella professionale o aziendale.

Non è un dettaglio tecnico, ma un gesto fondativo, una dichiarazione di identità. È lì che un’azienda, un professionista o un creator decide come vuole essere riconosciuto.

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Oggi, tuttavia, questo gesto sta cambiando. Non per effetto di mode passeggere, ma perché il contesto si è fatto più articolato e perché l’intelligenza artificiale è entrata, per la prima volta, nel cuore del processo creativo.

A cambiare non è solo come si sceglie un nome, ma l’intero paradigma che lo sostiene. La scelta del nome di dominio e quella dell’estensione sono infatti due passaggi distinti, che compongono livelli diversi dell’identità digitale, ma che vanno progettati insieme. Il nome è l’essenza dell’identità: unicità, riconoscibilità, coerenza con il posizionamento del brand. L’estensione è la sua cornice strategica: indica territorio, ambizione, mercati e pubblico a cui ci si rivolge.

In Italia questa distinzione è particolarmente evidente. L’estensione .it continua a essere la scelta dominante, rappresentando oltre la metà delle nuove registrazioni. È un fattore identitario forte: comunica prossimità, affidabilità e radicamento sul territorio. Ma proprio la sua diffusione ne evidenzia al contempo il limite: con oltre 3,5 milioni di domini registrati, il .it è un territorio maturo e ormai denso. Le soluzioni immediate scarseggiano, i nomi generici sono spesso occupati e costruire un’identità disponibile richiede oggi più strategia di quanto accadesse in passato.

Sempre più realtà – non solo grandi brand, ma anche PMI, professionisti e creator – hanno iniziato a considerare il proprio indirizzo digitale come un ecosistema, non come un elemento isolato. La scelta di distribuire la propria presenza su più estensioni (.com, .online, .tech, .cloud) risponde a esigenze diverse: ampliare la visibilità, presidiare mercati differenti, oppure rendere immediato il proprio posizionamento grazie a TLD verticali che chiariscono il settore in cui si opera.

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A questa evoluzione si affianca una crescente attenzione verso la brand protection, oggi alla base del 15% delle registrazioni. Proteggere il proprio nome online significa infatti garantirsi più estensioni e varianti, evitando ambiguità, imitazioni e utilizzi impropri. È un atteggiamento più maturo e consapevole che non riguarda più solo le aziende strutturate ma si estende anche alle realtà più piccole.

In questo contesto, l’intelligenza artificiale introduce una novità significativa: aiuta a individuare nomi realmente unici e brand-driven, andando oltre i limiti imposti dalla disponibilità sempre più ridotta. L’AI amplia il campo creativo e analitico in modo immediato, rendendo possibile in pochi secondi ciò che un tempo richiedeva esperienza, tempo e ricerche approfondite. Genera combinazioni semantiche nuove e coerenti, interpreta descrizioni formulate in linguaggio naturale, intercetta trend emergenti, individua naming disponibili e solidi e suggerisce anche le varianti utili alla tutela del brand, anticipando potenziali rischi.

Non stupisce che inizino a comparire anche naming legati all’AI stessa: segnale che la tecnologia sta ridefinendo non solo il processo, ma anche l’immaginario di chi oggi costruisce una nuova identità digitale, in un contesto in cui a livello globale l’estensione “.ai” ha registrato un incremento del +482% delle registrazioni nell’ultimo anno.

L’intelligenza artificiale amplia lo spettro delle possibilità, supportando il futuro dell’identità digitale. Ne nasce una dinamica fondata sull’equilibrio tra creatività e tecnologia, tra dati e visione, tra rapidità decisionale e profondità strategica. Sarà la capacità di aziende e professionisti di muoversi dentro questo nuovo contesto a determinare la solidità e il riconoscimento del proprio posizionamento nell’ecosistema digitale.