Sicurezza, efficienza e user experience: come la biometria vocale sta trasformando l’accesso ai servizi bancari, sanitari e pubblici
Secondo un rapporto di Verified Market Reports, le entrate del mercato relativo alla biometria vocale sono state valutate a 3,45 miliardi di dollari nel 2024, con una stima a 11,26 miliardi di dollari entro il 2033, a un CAGR del 14,2% dal 2026 al 2033. Una dinamica trainata da organizzazioni pubbliche e private che ricercano soluzioni affidabili e performanti per l’autenticazione degli utenti.
Una crescita ulteriormente accelerata da uno scenario di minacce informatiche sempre più aggressive, con un incremento significativo delle frodi vocali e digitali che stanno mettendo sotto pressione i tradizionali sistemi di autenticazione.
L’esigenza di garantire sicurezza e continuità operativa nei servizi digitali – dall’home banking ai sistemi sanitari, fino alla pubblica amministrazione – evidenzia infatti i limiti degli strumenti più diffusi, come password, PIN o domande di sicurezza. Questi sistemi, pur essendo familiari agli utenti, risultano vulnerabili, difficili da gestire e soggetti a furti di credenziali. In un contesto in cui gli attacchi basati su social engineering e phishing diventano sempre più sofisticati, la fragilità delle credenziali tradizionali è oggi uno dei principali vettori di rischio.
Per rispondere a queste criticità, la biometria vocale si configura come una tecnologia capace di elevare gli standard di sicurezza senza sacrificare la semplicità d’uso. Le applicazioni sono vaste: nel settore bancario consente l’autenticazione passiva durante una conversazione con operatori o assistenti virtuali; nella sanità facilita il riconoscimento immediato dei pazienti nelle consultazioni da remoto; nella pubblica amministrazione accelera l’accesso ai servizi digitali, riducendo drasticamente tempi di attesa e processi manuali.
L’accelerazione della voice biometrics, per anni percepita come tecnologia matura e quasi marginale, è profondamente legata all’urgenza di contrastare attacchi basati su deepfake vocali e identità digitali rubate, rendendola oggi non solo utile ma strategica.
Tra le innovazioni più rilevanti emerge l’autenticazione passiva, che analizza l’impronta vocale in background senza richiedere frasi predefinite. “Il risultato è un’esperienza senza interruzioni, in cui la verifica dell’identità avviene quasi senza che l’utente se ne accorga. Questo approccio, oltre a ridurre i tempi medi di gestione delle chiamate fino al 15%, consente di dimezzare i costi di autenticazione e di accelerare le procedure fino all’80%” ha dichiarato Alessandra Peterlin, Director Sales & Consultancy di Spitch Italy.
La voce rappresenta un tratto biometrico unico e naturale. Attraverso l’analisi basata su intelligenza artificiale e machine learning, le soluzioni di biometria vocale identificano in pochi secondi caratteristiche impossibili da replicare con precisione, rendendo l’accesso ai servizi più fluido e sicuro.
Un ulteriore valore aggiunto è rappresentato dai moduli anti-spoofing di nuova generazione, in grado di distinguere voci reali da audio preregistrati, sintetizzati o manipolati. “In un’epoca in cui i deepfake vocali sono sempre più diffusi, questa capacità diventa essenziale per proteggere dati e identità digitali. Non solo: in caso di frode, la tecnologia consente di creare un’impronta vocale del truffatore, bloccandone i tentativi successivi”, ha aggiunto Alessandra Peterlin.
Gli istituti finanziari e i contact center stanno registrando un’impennata di attacchi basati su audio sintetico, rendendo indispensabile dotarsi di strumenti in grado di distinguere in modo affidabile la voce reale da quella artificiale. Senza tecnologie come la biometria vocale avanzata, molti operatori sarebbero oggi esposti a rischi sistemici.
Un ruolo rilevante lo gioca inoltre l’AI Act europeo, che introduce criteri rigorosi per l’uso dell’intelligenza artificiale nei sistemi di identificazione biometrica. Spitch affronta questo scenario con soluzioni progettate per garantire trasparenza, controllo umano e piena conformità normativa, assicurando che la biometria vocale venga implementata in modo etico e sicuro, senza sacrificare efficienza o performance. In questo quadro regolatorio e di crescente minaccia esterna, la biometria vocale non è più una semplice opzione tecnologica ma un tassello essenziale per garantire sicurezza e continuità operativa.
La biometria vocale si conferma così una delle tecnologie più efficaci per coniugare sicurezza, efficienza operativa e qualità dell’esperienza utente. Un equilibrio virtuoso tra innovazione e naturalezza d’uso, in cui la voce si trasforma in una chiave di accesso affidabile e immediata.
Una tecnologia “tradizionale” che oggi torna centrale, più necessaria che mai, per difendere identità e servizi in un’epoca in cui la sicurezza digitale è costantemente messa alla prova.


































