Mino Zucchetti, un’eredità che vive

Mino Zucchetti, un’eredità che vive

L’inaugurazione dello Zucchetti Village a Lodi celebra l’uomo, l’imprenditore e il visionario che ha anticipato il futuro dell’informatica italiana, promuovendo un modello di lavoro innovativo e centrato sulle persone

«Ho avuto la fortuna di conoscere Mino Zucchetti». È un sentimento condiviso, quasi corale, quello che attraversa il folto pubblico riunito a Lodi per l’inaugurazione dello Zucchetti Village. Chi non l’ha conosciuto personalmente ne attinge il ritratto dalle parole, dai ricordi restituiti nei discorsi, dal rispetto e dall’emozione che affiorano negli interventi di chi ha lavorato al suo fianco. E lo si legge anche negli sguardi delle persone presenti, spesso lucidi di lacrime, segno di un legame che va oltre il tempo e oltre i ruoli.

Perché Mino Zucchetti è stato molto più di un imprenditore di successo. È stato un visionario, capace di anticipare il futuro dell’informatica italiana quando il settore muoveva ancora i primi passi. Ma, prima ancora, è stato un uomo che ha saputo costruire un’impresa solida e duratura, profondamente radicata nei valori del lavoro, dell’innovazione e della centralità delle persone.

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Un’eredità importante che è stata raccolta dai figli: Alessandro Zucchetti, presidente di Zucchetti, e Cristina Zucchetti, presidente di Z Holding e responsabile delle risorse umane del Gruppo Zucchetti. E proprio nel nome del fondatore è stato inaugurato lo Zucchetti Village a Lodi, la nuova sede di Zucchetti.

L’edificio traduce nella struttura architettonica un concept innovativo della gestione delle risorse umane, basato sulla creazione di un ambiente coinvolgente, creativo e flessibile nel quale organizzare il lavoro in modalità ibrida (lavoro in sede e smart working), con una logica improntata alla tipologia di mansione da svolgere (postazioni per attività individuali, sale meeting, spazi per call riservate, aree relax, library, aree per la formazione, corner wellness, punti di ristoro, garden, ambulatori, auditorium e spazi ludici).

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Una doppia inaugurazione

Alla presenza delle autorità civili e religiose – colonnello Alberto Cicognani (comandante provinciale dei Carabinieri di Lodi), Davide Garra (prefetto di Lodi), Andrea Furegato (sindaco di Lodi), mons. Maurizio Malvestiti (vescovo di Lodi), Fabrizio Santantonio (presidente della Provincia di Lodi) – la mattinata ha salutato una doppia inaugurazione: prima del taglio del nastro della nuova sede è infatti avvenuta anche la cerimonia di intitolazione della piazza d’ingresso a Mino Zucchetti.

«Abbiamo creato questa moderna sede per riunire in un unico complesso tutte le persone che lavorano su Lodi, con l’obiettivo di favorire la conoscenza personale tra colleghi, lavorare sempre più in collaborazione e ricevere ospiti in uno spazio più rappresentativo e consono alle nostre esigenze. Anche nelle altre città d’Italia è in corso un processo di riunificazione e riorganizzazione delle sedi in complessi moderni e tecnologici», dichiara Alessandro Zucchetti.

Architettura, tecnologia e territorio

La nuova sede è stata realizzata grazie all’architettura innovativa dello Studio Lombardini22 di Milano, all’esperienza ingegneristica di Carlo Pavesi dello Studio Pavesi di Lodi e alla capacità realizzativa di Ediltecno Restauri di Opera (Milano). Il Village rafforza ulteriormente il legame tra Zucchetti e Lodi, città dove l’azienda è nata e cresciuta, e offre un esempio virtuoso di edilizia capace di unire design, funzionalità e rispetto per l’ambiente.

«Ogni spazio – spiega Cristina Zucchetti – è legato a una funzione specifica ed è messo a disposizione di chiunque, a seconda delle diverse attività da svolgere o dei momenti di svago e di relax che servono a ricaricare le energie. La tecnologia svolge un ruolo fondamentale in questo senso, perché proprio le soluzioni che Zucchetti sviluppa per la gestione del personale, la prenotazione degli asset, il controllo accessi e la rilevazione presenze rendono possibile questo modello di lavoro agile e funzionale. Promuoviamo sempre di più progetti basati sul benessere delle persone e il Village esprime e dà vita proprio a tale valore, a favore di un modello di work life balance che valorizzi l’impegno e l’entusiasmo delle nostre persone».

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Cristina Zucchetti ha inoltre ringraziato Fabio Cella, dell’Ufficio Tecnico Zucchetti, che insieme a Gabriele Manenti ha coordinato i lavori di ristrutturazione, con la supervisione di Giovanna Alloni, responsabile dell’Ufficio Tecnico di Zucchetti, senza dimenticare tutte le persone delle varie aree aziendali che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera in ogni suo aspetto.

Le borse di studio intitolate a Mino Zucchetti

Al termine dell’inaugurazione, e a testimonianza dell’impegno dell’azienda a valorizzare i talenti in ambito tecnico-scientifico e a offrire loro concrete opportunità di inserimento in Zucchetti, si è svolto un momento speciale con l’assegnazione delle borse di studio agli studenti meritevoli, figlie e figli di collaboratori in forza all’impresa. Le borse di studio, intitolate a Mino Zucchetti, hanno premiato studentesse e studenti, frequentanti scuole superiori o università, che hanno conseguito importanti risultati scolastici nell’ambito dello studio delle discipline STEM.

Una sede che guarda al futuro

L’evento è proseguito con la visita della sede, che ha raccolto commenti molto positivi tra i presenti, mostrando come un luogo di lavoro moderno, accogliente ed ecosostenibile possa realmente incentivare la passione e la creatività delle persone che vi lavorano.

Il ricordo di Mino Zucchetti ha accompagnato anche il tradizionale momento conviviale, che si è svolto in uno degli ampi locali adiacenti all’auditorium del Village, tra le opere d’arte che il fondatore aveva acquistato nel corso degli anni. Un contesto che ha evocato il suo modo di essere: la passione per l’arte, per una cucina semplice capace di mettere al centro il risotto e i prodotti del territorio, per il cioccolato che non poteva mai mancare sulla sua tavola. Perché Mino Zucchetti amava la sua azienda e amava profondamente la vita.

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