Bancomat: per molti, ma non ancora per tutti

Il 70% degli italiani possiede la carta bancomat, ma solo un utente su due la utilizza per prelevare o fare acquisti. Una nuova ricerca Wincor Nixdorf realizzata in collaborazione con Doxa conferma che la carta elettronica più diffusa in Italia trova ancora almeno due resistenze nella popolazione: sicurezza percepita non sempre sufficiente e poca dimestichezza con la tecnologia, soprattutto tra le donne e la popolazione anziana

Rimane la carta elettronica più diffusa in Italia, ormai il 70% degli italiani ne possiede almeno una, ma incontra ancora spesso qualche resistenza. Come conferma infatti una nuova ricerca Wincor Nixdorf realizzata in collaborazione con Doxa”1, solo il 53% degli italiani usa il bancomat per gestire i propri pagamenti e acquisti quotidiani, il 53% per prelevare. In questo secondo caso, il prelievo medio è di 150 Euro mentre il valore totale dei prelievi nel Paese ogni settimana supera i 4 miliardi di Euro. Volumi importanti per un fenomeno che – nonostante gli oltre trent’anni di servizio in Italia – sconta ancora qualche reticenza da parte di fasce specifiche della popolazione (in prevalenza donne e anziani), soprattutto legata alla sicurezza percepita e alla poca dimestichezza con la tecnologia.

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Sportello Bancomat, questo sconosciuto (alle spalle)

Se solo un italiano su due oggi preleva allo sportello automatico, è pur vero, secondo la ricerca, che gli utenti si ritrovano tutti, chi più chi meno, con gli stessi accorgimenti e pari buon senso davanti ai terminali: ci si guarda alle spalle, si chiede il rispetto della distanza per la riservatezza, si copre la tastiera nel digitare il codice “pin” o ancora si osserva l’integrità della macchina e della tastiera. Ciò che cambia di volta in volta è la tipologia di paure dichiarate. Se infatti il 29% degli intervistati esprime almeno una paura nel prelevare al bancomat, il 27% sottolinea come si fidi ancora poco della tecnologia mentre il 23% mostra paure di natura personale (riconducibili ad aspetti soggettivi o, per esempio, a persone presenti nelle vicinanze dello sportello).

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In generale, però, la sensazione di sicurezza allo sportello è aumentata nel tempo, e oggi la stessa consapevolezza dei rischi è di molto cresciuta. Un esempio su tutti: la “specie” di italiani – nel recente passato ancora molto diffusa – che annotano ancora il codice “pin” sul bancomat o in un foglietto nel portafoglio è ormai in via d’estinzione (dichiarano di tener fede a queste errate tradizioni solo, rispettivamente, il 3% e il 7% del campione): ora il 67% degli utenti lo impara a memoria e il 20% lo trasforma in numero di telefono da conservare, magari camuffato, all’interno della rubrica.

Le abitudini contano. E rassicurano

Quasi la metà degli intervistati preleva sempre allo stesso sportello bancomat (47%), un italiano su tre lo fa presso gli stessi due o tre sportelli (37%). Il luogo che si conosce spinge infatti a credere di poter meglio controllare la situazione e riconoscere eventuali fattori di rischio. Gli italiani sono inoltre più propensi a scegliere un ambiente al chiuso, perché ne ricavano una sensazione di maggior sicurezza. Il 33% di chi preleva all’interno di un’agenzia della banca e il 26% di chi preleva in un locale adiacente si sente infatti del tutto sicuro nell’effettuare questa operazione contro l’8% di chi preleva da sportelli sulla strada o presso centri commerciali. Anche il fatto che l’ambiente sia ben illuminato incide sulla scelta (il 67% degli intervistati ha dichiarato che predilige più spesso sportelli di questo genere). Le abitudini incidono anche su coloro che dichiarano di non utilizzare per nulla il bancomat per prelevare: il 52% di loro si sente infatti più sicuro ad andare in banca dal cassiere, il 45% lo trova più comodo e il 30% ne approfitta per svolgere operazioni particolari.

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Clonazione, la grande paura

Tra le paure che limitano il ricorso al bancomat, quella oggi più diffusa e percepita è sicuramente quella della clonazione della carta. Il 19% degli italiani ha dato infatti a questa voce il massimo valore di rischio percepito. Una risposta adeguata delle banche e l’assunzione di particolari presidi a tutela dell’utente possono aiutare a rassicurare. Tra questi, ad esempio, risultano graditi e valutati importanti le videocamere di sicurezza, gli sms che segnalano prelievi superiori ad un certo importo, i sistemi di allarme che rilevano situazioni sospette a tecnologie innovative di sicurezza aggiuntive rispetto al codice “pin” (come per esempio l’impronta digitale).

Piccoli esercenti: il versamento si fa intelligente, i pagamenti meno

Ancora oggi solo il 64% dei piccoli esercenti (farmacie, benzinai, tabaccai) accetta pagamenti con il bancomat. Già il 15% di loro usa però i nuovi sistemi di versamento intelligente agli sportelli bancomat per gestire il contante, percentuale che scende al 9% considerando i soli assegni. Se infatti il 51% degli esercenti intervistati si sente del tutto sicuro nel versare allo sportello con il cassiere, una percentuale di poco inferiore, il 30%, dichiara la stessa sicurezza nell’effettuare questa operazione presso uno sportello bancomat. Se presso il cassiere la paura più ricorrente riguarda la possibilità che vengano commessi degli errori nell’accredito sul proprio conto corrente o nel contare il contante, allo sportello bancomat emerge la paura di non poter annullare l’operazione in caso di dubbi o errori o che la carta possa essere clonata.