Forum PA 2012: innovare contro la crisi

In un momento di difficoltà per il nostro Paese e quindi anche per la PA, molte speranze sono riposte nell’informatica; la tecnologia deve fare da traino diventando un vero fattore abilitante per lo sviluppo di nuovi business

L’ultima edizione del Forum PA è stata ricca come non mai di segnali di speranza, così necessari in questi tempi di crisi.

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Un primo segnale è stato la partecipazione del Governo che ha dimostrato ai suoi massimi livelli, con il Presidente del Consiglio Monti in apertura e cinque ministri nelle giornate di lavoro, l’importanza che l’esecutivo ha voluto attribuire al tema dell’efficienza e dell’ammodernamento della PA. Non solo la politica: i vertici apicali di tutti gli enti, di tutte le grandi imprese di ICT, di moltissime amministrazioni si sono ritrovati a Forum PA per parlare, ma anche per ascoltare.

Le parole chiave di Forum PA sono state: smart city, open data, e-democracy, trasparenza, valutazione, open government.

Un segnale in fondo di speranza anche dagli espositori e investitori: c’erano (quasi) tutti anche se con investimenti minori, specie le PA coinvolte nei tagli lineari passati e nella Spending Review futura.

Abbiamo incontrato e intervistato alcuni dei protagonisti: Rita Tenan, direttore della divisione Public Sector di Microsoft Italia, Alessandro Starita, responsabile del mercato Pubblica Amministrazione di EMC Italia ed Eva D’Onofrio, vice presidente Global Technologies Services di IBM Italia, Claudio Bassoli, direttore generale Pubblica Amministrazione per Cisco Italia e Agostino Bertoldi, vice president Enterprise e Mobility Sud Europa di Nuance Communications. 

In particolare la partecipazione di Microsoft ha messo in luce tre concetti chiave: Open Data per favorire un’amministrazione più aperta e vicina ai cittadini, efficienza operativa e Cloud computing per risparmiare nella gestione IT delle aziende pubbliche, e nuovi modi di lavoro per consentire, grazie a nuovi dispositivi, una maggiore produttività dei dipendenti pubblici e un migliore servizio alla collettività.

«Con la nostra partecipazione a Forum PA confermiamo proprio l’impegno a supporto dell’Agenda Digitale e dell’Open Government, puntando su Cad, Cloud computing e open data», ha affermato Rita Tenan.

Data Manager: Qual è lo stato dell’arte dell’informatizzazione della PA, sono stati fatti dei passi in avanti?

Rita Tenan: Questo è un momento molto particolare per il nostro Paese e quindi anche per la PA, quello che sta emergendo è una grossa tensione legata alla crisi economica. La PA è strategica per ripartire e l’informatica costituisce una chiave di successo, pertanto la tecnologia deve fare da traino diventando un vero fattore abilitante. In questo momento c’è una voglia di concretezza e di soluzioni tecnologiche che possano avere un impatto positivo non più in termini di tre anni, ma a tre mesi.

 

La vostra azienda, che è leader nel mondo, quali progetti sta portando avanti in Italia?

Tenan: La PA è una delle aeree strategiche per lo sviluppo di Microsoft e vi riponiamo molta attenzione sia attraverso la creazione di nuovi prodotti sia con forti investimenti nel settore. Vogliamo aiutare, attraverso la nostra passione, la PA a essere connessa. Vogliamo una PA che abbia le stesse possibilità tecnologiche che hanno i cugini del mondo privato, non c’è nessun motivo perché non sia così. Una PA che possa fare la PA.

Quali sono le tecnologie trainanti?

Tenan: Il Cloud certamente. Ci sono dei casi d’eccellenza sul territorio che vanno riprodotti e sistematizzati. Per esempio un progetto molto interessante è quello della Provincia di Lecco che facendo leva sul Cloud ha federato i piccoli Comuni erogando infrastruttura informatica quasi in real time.

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Altra area interessante è quella della collaboration, gli Enti centrali o locali hanno molto da condividere e ciò può essere facilitato e velocizzato grazie all’uso di tecnologie ora disponibili. Il vero problema quindi non è più la tecnologia, ma la volontà di rivedere in chiave moderna i processi.

Siamo molto attivi anche nel settore degli open data, abbiamo appena finito un progetto con il ministero della Salute rilasciando molte informazioni che non solo garantiscono trasparenza, ma danno anche la possibilità alle Pmi di usare questi dati per generare valore.

Siete molto attivi anche nella formazione vero?

Tenan: Lavoriamo molto con le scuole e le università per divulgare la tecnologia nel Paese. Consapevole della delicata fase di transizione che la Pubblica Amministrazione si trova oggi ad affrontare, Microsoft intende supportarla con occasioni di formazione e linee guida per aiutare gli Enti Pubblici a cogliere le opportunità dell’innovazione tecnologica. Microsoft s’impegna da sempre per accompagnare la PA in questo percorso di evoluzione, che rappresenta uno dei focus del piano d’investimento triennale di oltre 130 milioni di euro con cui ci impegniamo per la digitalizzazione del Paese, puntando anche all’innovazione di 5mila Amministrazioni Pubbliche.

I Big Data

L’area espositiva di EMC ha messo in mostra temi quali innovazione e Big Data, dematerializzazione e content management, continuità operativa, sicurezza dei dati e delle applicazioni con molte case study inedite, che hanno mostrato soluzioni innovative e casi di eccellenza, nei diversi ambiti della Pubblica Amministrazione.

Siamo in una situazione difficile, c’è la Spending Review in atto, da operatore del settore cosa vede?

Alessandro Starita: Il nostro Paese si trova ad affrontare un momento di transizione, nel quale la tecnologia può realmente rivoluzionare i processi, permettendo di raggiungere efficienze reali e di offrire servizi sempre più mirati e puntuali, che sono in grado di abbattere fortemente i costi della burocrazia, a tutto vantaggio del cittadino. Siamo orgogliosi di offrire il nostro contributo con tecnologie all’avanguardia unite a una forte specializzazione, che ci consente di elaborare, grazie anche ai nostri partner, soluzioni innovative in linea con le recentissime novità in materia di semplificazione, con le esigenze della Spending Review in corso, e con le indicazioni dell’imminente e attesissimo decreto Digitalia.

EMC, come player principale del settore ICT, mette a disposizione tecnologie molto orientate al risparmio economico non soltanto dal punto di vista tecnico, ma anche finanziario. Crediamo di poter essere un partner della PA mettendo a fattor comune anche esperienze fatte in altri contesti internazionali, dove, per esempio, già ci sono esperienze concrete legate allo sviluppo dell’Agenda Digitale.

Le tecnologie sono quelle in cui ci sentiamo più forti grazie agli investimenti fatti in tempi non sospetti dall’azienda, per esempio la Convergent Infrastructure che è uno dei fiori all’occhiello di EMC. Riusciamo a portare sul Cloud e qui a far collassare all’interno i tre elementi principali del data center: lo storage, i server e la tecnologia di rete, il tutto con la virtualizzazione che è il primo passo verso il vero Cloud computing.

Una best practice riguarda l’Irlanda, dove il Governo ha deciso di fare un investimento e sta mettendo in piedi un G-Cloud vero con le nostre tecnologie, per mettere a disposizione delle Amministrazioni centrali e locali questa tecnologia.

Uno dei trend emergenti è quello dei Big Data, quali sono le vostre soluzioni?

Starita: I Big Data fanno parte del Dna di quest’azienda che nasce nel settore dello storage e che quindi da sempre si è cimentata con il problema di memorizzare e poi gestire grandi volumi di dati. La capacità di essere in grado di andare a recuperarli nei modi e nei tempi richiesti dall’utente fa parte della nostra offerta di servizi. Le ultime acquisizioni tipo Greenplum, azienda che consente la gestione dei grandi volumi di dati con una tecnologia MPP, sta avendo grande successo.

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La visione IBM per l’infrastruttura digitale della nuova PA

L’area delle infrastrutture e sicurezza rappresenta per IBM il punto di partenza fondamentale della collaborazione con la Pubblica Amministrazione nell’attuazione dell’Agenda Digitale Italiana.

La domanda di sempre maggiore efficienza della PA e le opportunità offerte da nuove tecnologie abilitanti – quali mobility, Cloud, green, banda larga – riportano in primo piano il tema dell’infrastruttura, in un momento in cui la ricerca dell’efficienza è centrale, ma è centrale anche la necessità di sviluppo nel Paese.

Attraverso infrastrutture tecnologiche moderne si può aumentare l’efficienza eliminando sprechi e ridondanze – si pensi al grande numero di data center esistenti nella PA – e si può favorire lo sviluppo economico, in particolare attraverso il Cloud computing che accelera e rende più accessibile la realizzazione di servizi per cittadini e imprese, abilitando la collaborazione nei territori e sostenendo la nascita di nuove imprese che compongono e assemblano servizi.

Questo nonostante le riduzioni già in essere dei budget?

Eva D’Onofrio: Sì, la PA ha una struttura complessa; solo nella PA centrale ci sono oggi più di mille data center e decine di migliaia di server. Lo sfruttamento di questa capacità elaborativa oggi è molto limitato, quindi c’è un capitale di tecnologie sottoutilizzate che potrebbero essere completamente rivisitate, consolidate e virtualizzate con grandi risparmi. Si potrebbe per esempio concentrare tutto in massimo dieci data center con risparmi anche sul piano energetico, che spesso è un aspetto trascurato, si parla di un’incidenza sui costi pari al 15%.

Quali sono le novità presentate da IBM al Forum PA?

D’Onofrio: IBM continua a fare investimenti molto forti in R&S, nel Cloud abbiamo realizzato migliaia di progetti negli ultimi quattro anni, facendo numerose acquisizioni di aziende che sviluppano software per un valore di tre miliardi di dollari, per creare le tecnologie che sono alla base della realizzazione di un’infrastruttura Cloud. Abbiamo realizzato sei data center che sono dedicati all’erogazione dei servizi in Cloud, che aderiscono agli standard per l’interoperabilità e abbiamo creato un’architettura di riferimento che favorisce il passaggio da un’applicazione tradizionale a una in Cloud.

Spesso le aziende hanno paura del Cloud, come rispondete?

D’Onofrio: La sicurezza è un problema psicologico, i dati sono molto più al sicuro se custoditi in data center progettati e realizzati per essere sicuri e che garantiscono il rispetto della privacy piuttosto che nel sottoscala di una piccola azienda.

Ci sono in Italia delle best practices?

D’Onofrio: In Italia iniziamo ad avere alcune esperienze di Cloud privati nella PA mentre per quanto riguarda il Cloud pubblico proprio ultimamente abbiamo partecipato a un interessante esperimento. Ci siamo imbattuti in un progetto di una federazione di Comuni veneti, “Alleanza per lo sviluppo”, che ha coinvolto il sistema imprenditoriale, le università e il mondo della finanza per costruire un ecosistema che favorisse lo sviluppo. Hanno realizzato, con l’ausilio dell’IT, dei servizi per il monitoraggio del programma e il raggiungimento degli obiettivi e si sono creati dei modelli analitici per verificare lo sviluppo socio economico del territorio. Come IBM abbiamo fatto l’esperimento di prendere in carico questi servizi da loro sviluppati, anche in modalità mobile per facilitarne l’utilizzo degli amministratori, e li abbiamo resi disponibili sulla nostra nuvola. Volevamo provare quanto tempo ci volesse per effettuare un’operazione del genere e ci abbiamo messo pochi giorni, con il lavoro di solo due risorse dedicate. Cito quest’esperienza perché è replicabile a breve in altri territori, stante la velocità e facilità, e soprattutto maschera la complessità tecnologica, disaccoppiando la tecnologia dal processo. L’infrastruttura è già disponibile con tutte le caratteristiche di sicurezza e di protezione del dato necessario e quindi l’utente si può dedicare solo a semplificare e progettare nuovi servizi, con costi bassi in modalità pay-per-use.

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La rete e l’Agenda Digitale

Cisco ha preso parte al Forum PA per dialogare con gli interlocutori istituzionali sul presente e sul futuro delle tecnologie per la Pubblica Amministrazione Centrale, sullo sviluppo dell’Agenda Digitale e su quello di infrastrutture di rete adeguate che devono fare i conti con uno scenario economico poco favorevole.

Come si conciliano lo sviluppo di azioni concrete per realizzare l’Agenda Digitale e le oggettive difficoltà di molte Amministrazioni Pubbliche nel destinarvi investimenti?

Claudio Bassoli: Il potenziale dell’ICT nel miglioramento della produttività, nella riduzione generale dei costi compensa lo sforzo di investire in tecnologia anche in tempi di crisi. Si possono conciliare le diverse esigenze ricercando soluzioni flessibili, modulabili nel tempo e replicabili con semplicità. Perché questo abbia senso, però, è  essenziale avere a disposizione un’infrastruttura adeguata che permetta di creare nuove opportunità e servizi e che consentano di trasformare la realtà operativa dell’Amministrazione Pubblica. Il tema dell’accesso universale per i cittadini, per le istituzioni e le imprese a una rete in banda larga efficiente e di qualità è la “prima pagina” dell’Agenda Digitale e speriamo che i segnali di impegno in questo senso trovino seguito.

Dovendo scegliere, su quali tecnologie la Pubblica Amministrazione dovrebbe puntare la propria attenzione?

Bassoli: Porrei un accento particolare sul tema Cloud e sulle soluzioni di end user computing, che rappresentano “i due estremi” della catena di virtualizzazione dei servizi, delle applicazioni e delle risorse. Di fatto sono due modelli per i quali ci si attende nel futuro una massiccia diffusione a livello di imprese e di organizzazioni.

Considerando i tanti vantaggi che si possono avere per le finalità gestionali ed operative degli Enti pubblici, quali contenere i costi, semplificare i processi, garantire maggiore flessibilità, reattività, efficienza generale, riteniamo che ogni Amministrazione dovrebbe dedicare una riflessione a tali opportunità anche con il supporto e la consulenza degli attori dell’offerta.

Nuance: riconoscimento vocale anche per la PA

Ottimizzazione delle procedure, semplificazione dei rapporti con i cittadini, sono tutti obiettivi al centro della politica delle Pubbliche Amministrazioni e che potrebbero essere perseguiti sviluppando una logica del tutto innovativa. Le soluzioni Nuance sono tecnologicamente all’avanguardia e rispondenti alle esigenze di mercato. Lo dimostrano le realtà aziendali che hanno scelto la tecnologia e le soluzioni Nuance per una migliore ottimizzazione dei tempi e relativa riduzione dei costi.

«Le tecnologie di riconoscimento del parlato e di gestione documentale via Ocr sono una grande opportunità per migliorare l’efficienza della Pubblica Amministrazione», afferma Agostino Bertoldi.

Nuance  al Forum PA ha  presentato proposte che vanno dal supporto ai medici, che possono dettare i referti senza scriverli, alle applicazioni più avanzate nei servizi di informazione ai cittadini. In questo caso il riconoscimento vocale non sostituisce il rapporto diretto tra le persone e l’Amministrazione, ma migliora l’efficienza offrendo un primo livello di selezione delle richieste.