That’s business intelligence

Summit Italia 2013. Information Builders svela alle aziende come massimizzare il capitale informativo

«In Information Builders abbiamo riscontrato un trend secondo il quale molti clienti considerano i propri dati aziendali un investimento paragonabile a quello di un capitale finanziario o umano». Parola di Gerald Cohen, presidente e CEO di Information Builders, nel video messaggio di apertura del summit internazionale, che ha fatto tappa a Milano (provenendo da Madrid e in viaggio verso Rotterdam) ed è stato l’occasione per la business community italiana di confrontarsi sulle soluzioni di business intelligence, integrazione e integrity con i più alti parametri di eccellenza e innovazione. L’evento ha offerto spunti di riflessione e ha presentato i migliori casi cliente (tra cui Compar Bata, sulla mobile BI) insieme alla visione del mercato.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Le organizzazioni strategiche hanno ormai compreso perfettamente il valore intrinseco legato al fatto di rendere disponibili le informazioni a un numero crescente di persone, sia all’interno dell’impresa, sia all’esterno.

Ma che cosa è il capitale informativo che sta sfidando le imprese? Per Paolo Pasini, direttore Osservatorio BI di SDA Bocconi School of Management, «ogni persona o cosa o evento naturale, ogni oggetto o evento di business generano attorno a sé in modo sempre più automatico dati digitali, nel privato, nell’ambiente fisico e relazionale, in azienda e non solo sul web. Il capitale informativo si costruisce non si improvvisa. Bisogna dare forza alla capacità decisionale ad ogni livello e in ogni funzione aziendale. Lo scenario della BI, sta passando dai tool tradizionali, a un approccio più infrastrutturale in grado di abilitare anche strumenti analytics evoluti verso le app. Le aziende stanno passando a una BI più analitica attraverso l’implementazione di una maggiore BI governance».

Leggi anche:  Per il 53% degli executive il livello di resilienza della propria azienda è insufficiente

Per Josè Maria Soto, amministratore delegato e VP di Information Builders Italia, «sebbene le aziende siano consapevoli dell’importanza di gestire in modo efficace il loro capitale finanziario e umano è ancora poco noto il reale potere dell’informazione, capace di trasformare i dati in opportunità di business. Tutti i dipendenti di un’azienda, i partner, i fornitori esterni e stakeholders devono essere protagonisti di questa trasformazione, potendo accedere a un’informazione di cui fino a oggi non erano in grado di disporre».

 

Information Builders Team – Da sinistra: Jean-Claude Pastore, Massimiliano Crocetti, Maurizio Boga, Davide Papagni, Anoma Van Eeden, Mauro Grassi, Rado Kotorov, Alessandra Riboldi, José María García-Soto, Roberto Mariotti, Alessia Paganelli, Hans Heerooms


Secondo Rado Kotorov, VP e CIO di Information Builders, «siamo bloccati nel paradigma di Excel e per superare il basso livello di innovazione bisogna elevare l’adozione di BI, allargandola anche agli operativi. Solo così si cambia la cultura aziendale. Fra i fattori che ostacolano il successo delle aziende e dell’approccio analitico ai processi decisionali ci sono la leadership esasperata, la politica, la mancanza di cultura e di accountability». Naturalmente, ogni riferimento è puramente casuale.