Privacy in Internet: “Alt, prima si faccia riconoscere!”

La Corte di Londra, in seguito al caso emblematico di un blogger chiacchierone, emana una sentenza storica: “Non si può scrivere un blog mantenendo l’anonimato”. E così addio privacy in Internet.

Il Times non ci ha pensato due volte a smascherare il misterioso autore del blog “Night jack”, ora conosciuto come Richard Horton. L’uomo, poliziotto del Lancashire, raccontava sul blog le proprie esperienze nella forza di polizia, dai casi che ha dovuto risolvere, alle osservazioni personali su colleghi, spingendosi fino a considerazioni sociali e politiche. Saranno forse state queste ultime a innervosire la squadra del Times e più direttamente la conservatrice politica reale, che subito ha provveduto a condannare Horton per violazione di etica professionale. Il blogger infatti pur non avendo fornito riferimenti espliciti di nomi e luoghi reali, avrebbe comunque rivelato quanto basta per risalire ai casi veri e propri.
Per il blogger di Night Jack non è bastato intentare un’ingiunzione al tribunale per mantenere l’anonimato. La sentenza dell’Alta Corte di Londra è stata irrevocabile: “Se un blogger decide di rimanere anonimo, ciò non vuol dire che ne abbia sempre diritto e che un giornale non possa svelarne l’identità”. Così il Times, ricevuto l’assenso dalla Corte di Londra ha rivelato l’identità di Horton, vincitore lo scorso aprile del premio Orwell , per il valore di strumento informativo del suo sito.
Curiosamente, è stato il premio stesso a scatenare la serie di eventi che ha portato all’epilogo odierno, come scrive lo stesso Horton, proprio sul Times. Horton, rapito da quello spirito swiftiano di denuncia così prepotente e così odiato dalla società, ha fotografato un’Inghilterra degradata dalla povertà e dal crimine. Tra le sue storie compaiono scorci di zone suburbane popolate da cani randagi che gironzolano in quartieri deserti, ritratti di adolescenti che filmano le fidanzate con il cellulare e le mettono su YouTube, ragazze che scappano da bulli e pedofili senza scrupoli che si muovono a piedelibero.
Dopo il caso “Night Jack”, molto probabilmente a migliaia di blogger toccherà lo stesso destino e nessuno potrà più mantenere l’anonimato. Poco male. Finchè la Corte di Londra non emanerà un decreto sulla riduzione della libera espressione, a nessuno potrà essere impedito di denunciare alla cronaca realtà sconcertanti e malavitose.

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