Le discontinuità del nuovo mercato

Social networking, condivisione di relazioni, comunicazione estesa e collaborativa. Il nuovo corso di Internet su cui si sviluppano le manovre economiche di rinnovate concentrazioni di capitali attorno a nomi quali Linkedin, Facebook, Groupon, Zynga, Twitter sottende un modello di business la cui sostenibilità è più auspicata che reale.

I fondamentali, vale a dire numero di contatti e possesso di informazioni personali, sono ritenuti il vero valore di un’azienda, nonostante i ricavi siano ancora deboli. Eppure il mercato dà ampio credito alle nuove iniziative che si sono sviluppate nell’era post Google.

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Puri interessi finanziari e speculativi? Costruire un magico parco dei divertimenti che possa generare fortune miliardarie per poi evaporare e precipitare nuovamente nella disillusione così come successo per la bolla di fine millennio? Vedremo quanto consistente riuscirà a essere il movimento ispirato ai media sociali. Google, intanto, è sotto pressione, ha la consapevolezza di avere perso un treno importante, quello social, e cerca di ridurre il gap con Facebook e succedanei, vedi l’introduzione di Google+.

Una testimonianza di come la rapidità di cambiamento e trasformazione dei mercati possa creare discontinuità tecnologiche che determinano l’affermazione di imprese competitive e concorrenziali che deprimono e indeboliscono i modelli precedenti. Ma il paradigma alla base dell’attuale politica attraverso la quale si muovono le aziende di successo presenta delle particolarità che lasciano presupporre come possa essere sempre più difficile competere senza essere in possesso di un requisito essenziale: le relazioni con il mondo degli sviluppatori.

Nel ventennio dell’era del personal computer Microsoft è riuscita a controllare il mercato grazie alla capacità di definire rapporti esclusivi con tutti coloro che potevano contribuire ad alimentare il numero di applicazioni disponibili per la propria piattaforma operativa di riferimento, Windows. Una politica che viene oggi declinata in un contesto del tutto diverso, quello del mobile e del social networking che lascia intravedere quali possano essere i futuri assetti del mercato.

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Le applicazioni o micro applicazioni che oggi costituiscono l’ecosistema di Apple, Android, Facebook e Twitter rappresentano l’evidente segnale di come la competizione si fondi, ancora una volta, sulla capacità di creare un sistema di relazioni volto a favorire lo sviluppo di applicazioni. Con una nuova e sostanziale differenza: si tratta di codice sviluppato ai tempi di internet; la grande quantità di applicazioni appartiene a singoli e non ad affermati software vendor. Un modello basato su margini di guadagno di pochi centesimi per singola applicazione che può contare su un pubblico di milioni di persone.