Trend Micro e la consumerizzazione


La tendenza alla consumerizzazione è ormai inarrestabile e i responsabili IT devono imparare a governarla anche dal punto di vista della sicurezza

Trend Micro (www.trendmicro.com/it), vendor di security da sempre attento all’evoluzione del mercato ICT e ai comportamenti che esso abilita, segue con grande attenzione il processo di consumerizzazione in atto, vale a dire quella tendenza per cui le risorse aziendali, in particolare i giovani, si aspettano di utilizzare in azienda i propri dispositivi e le proprie applicazioni consumer per svolgere i compiti loro assegnati, mostrando insofferenza verso le limitazioni imposte dai responsabili IT. L’importanza del fenomeno l’ha convinta a creare una nuova figura professionale, il senior director consumerization, incarico affidato a Cesare Garlati, un manager che vanta una lunga esperienza nel settore ICT, in particolare in ambito mobility. Il compito di Garlati non è facile, perché si tratta di far convivere due esigenze apparentemente contrapposte: sicurezza e controllo da un lato, flessibilità e creatività dall’altro. «Trovare un giusto equilibrio è possibile – assicura -; l’IT è ormai al centro di trasformazioni sociali e comportamentali profonde che bisogna studiare e analizzare a fondo per far si che diventino fattori strategici di successo, a livello personale e aziendale, e non causa di disordine». Spunti di riflessione interessanti si possono trovare su un sito istituzionale della società dedicato a questo tema (http://consumerization.trendmicro.com/), nonché sul blog curato personalmente da Garlati, www.bringyourownit.org, un punto di incontro molto vivace perché l’argomento è quanto mai attuale.

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Il punto di vista di Garlati è molto pragmatico. In primo luogo suggerisce di affrontare razionalmente questa nuova esigenza. Come? «I reparti IT – spiega Garlati – dovrebbero coinvolgere il maggior numero di interlocutori possibili, dai responsabili di funzione (marketing, vendite, risorse umane…) ai business partner fino ad arrivare ai clienti finali: attraverso indagini conoscitive si dovrebbero identificare le applicazioni utili ai processi di business che si vorrebbero/potrebbero ritrovare anche su personal device, specificando anche i dispositivi ritenuti più adatti. In questo modo il processo potrà partire con il piede giusto, vale a dire dalle esigenze della base e non da quelle del reparto IT, come è stato sino a oggi. La seconda fase dovrebbe prevedere l’elaborazione di una serie flessibile di criteri che definiscano chiaramente quali dispositivi e applicazioni verranno considerate corporate standard, e quindi supportate completamente dalla direzione IT, quali saranno tollerate e supportate parzialmente, e quali non verranno supportate, per cui la responsabilità ricadrà interamente sull’utente. In questa fase si dovrebbe elaborare una mappa delle tecnologie e dei relativi Sla in base ai profili degli utenti. Solo a questo punto si dovrebbe passare all’azione, scegliendo soluzioni progettate specificamente per proteggere e gestire le tecnologie consumer nell’azienda».

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Il compito di Garlati è quello di fare cultura ed educare il mercato, presentando anche dati e statistiche: le aziende italiane, per esempio, appaiono abbastanza propense alla consumerizzazione, visto che il 59% di un campione significativo dichiara di lasciare utilizzare dispositivi personali ai propri collaboratori, assicurandone il supporto nel 70% dei casi, a volte totale (40%), a volte parziale (30% circa). Solo al termine di questa panoramica Garlati ha accennato alle tecnologie di ultima generazione sviluppate da Trend Micro che consentono alle aziende di orientarsi verso una consumerizzazione dell’IT con tranquillità. Una delle novità più interessanti è rappresentata dall’aggiunta di una garanzia “soddisfatti o rimborsati” per Trend Micro SafeSync for Business 5.0, l’ultima release della suite che permette anche alle piccole e medie imprese di archiviare, condividere, sincronizzare e accedere ai file digitali in totale sicurezza utilizzando qualsiasi dispositivo Windows, Mac, iOs, Android o Web-enabled, ossia laptop, desktop, smartphone e tablet.