PICCOLI ROBOT CRESCONO UN CLOUD PER LA ROBOTICA?


Aldebaran Robotics progetta, produce e commercializza robot autonomi. Il 9 giugno ha annunciato di aver raccolto finanziamenti per 13 milioni di dollari. La fase finale del ciclo di crescita della società, fondata nel 2005, è stata guidata da Intel Capital, con la partecipazione degli attuali investitori CDC Innovation, iSource e Crédit Agricole Private Equity. Le voci circolavano da un anno, ma la notizia ufficiale è rimasta circoscritta all’ambito degli addetti ai lavori. Se si considera che il 2009 è stato l’annus horribilis della robotica, il fatto è tutt’altro che un dettaglio, soprattutto se a mettere i soldi sul piatto è Intel. Abbiamo cercato di capire meglio i contorni dell’affaire e i suoi possibili sviluppi. Da Londra, Bruno Maisonnier, fondatore e Ceo di Aldebaran Robotics (nella foto) ci fa sapere che «there is no plan for Intel to buy Aldebaran…They only owned less then 20% of the company right now. But, yes, we do not exclude to be listed at the stock exchange in few months, since it is not planned neither». I nuovi fondi permetteranno all’azienda di sviluppare l’offerta in ulteriori settori verticali, come la sanità e l’assistenza sociale.

Per Stefano Stramigioli, professore di Robotica Avanzata all’Università di Twente, si tratta di «una buona notizia. I big player iniziano a tastare il terreno per non perdere la barca». Fiorella Operto, presidente della Scuola di Robotica di Genova, ci spiega che «la robotica industriale deve recuperare terreno. C’è in atto uno spostamento dal settore classico dell’automotive a quello della robotica di servizio. Pochi lo sanno, ma l’Italia è il secondo integratore di robotica in Europa». In questo, scenario «il silenzio di Microsoft fa rumore». Che fine ha fatto Robotics Studio? Forse è arrivato il momento di rinnovare vecchie logiche di impiego dell’IT. «La robotica non è un sistema operativo».

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