Oltre l’Erp e nonostante l’Erp

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Intervista ad Alfredo Gatti, managing partner e fondatore di Nextvalue

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Data Manager: Si dice che per guadagnare competitività, un’azienda deve puntare sull’innovazione dei processi e dei prodotti. Nell’Extended Erp in quali funzionalità vede una maggiore esigenza di innovazione dei processi?

Alfredo Gatti: Concordo, l’innovazione di prodotto o di servizio è una condizione necessaria per tutti se si vuole rimanere competitivi; il fatto è che spesso ricerca e sviluppo non appaiono nei bilanci se non come voce spesata nell’anno fiscale. Sospetto che nel nostro Paese paradossalmente si faccia molta più innovazione senza dirlo, senz’altro molta di più di quanto le statistiche rilevino. L’innovazione di processo e quella organizzativa, anziché quella di trasformazione del business, sono ancor meno evidenti, spesso implicite nell’azione imprenditoriale, certamente non così diffuse nelle practice.

Nell’ambito dei nostri panel di imprese e delle interviste raccolte negli ultimi mesi sull’argomento Extended Erp abbiamo rilevato un’attenzione molto superiore, un ritorno all’area del processo di relazione con il mercato e il cliente. Seguono una maggiore attenzione ai processi di delivery, all’eccellenza nella logistica e nei processi di erogazione del servizio, seguiti dai processi riorganizzativi, forse, in questo caso, più per necessità che per virtù.

Da una ricerca condotta da IDC sono emersi alcuni dati su cui ci farebbe piacere avere la sua opinione:

Gli Erp – si legge nel report IDC – non danno alle aziende l’agilità in termini di architettura software necessaria a supportare il business in un mercato che ormai è globale e cambia molto velocemente. Gli intervistati sostengono: l’impossibilità di modificare facilmente i loro sistemi Erp; gli interventi sul sistema Erp paralizzano l’intera organizzazione, e rallentano i progressi in altre aree che potrebbero portare più valore; solo il 3% dichiara di non aver mai introdotto cambiamenti nel sistema Erp dopo il go-live; il 43% dichiara invece di dover fare continuamente cambiamenti alla configurazione del sistema.

I maggiori Erp sono stati sviluppati negli anni 90 come i sistemi “core”: per anni i fornitori hanno presentato i loro prodotti come in grado di offrire tutte le funzionalità, necessarie o meno che fossero. Successivamente la parola d’ordine è stata il “processo” e l’Erp perfetto contiene oggi migliaia di “lego” che, opportunamente combinati, supportano tutti i processi che si possono desiderare o immaginare.

Peccato che quando si chiede agli end-user la loro opinione in merito, o quanto tutta questa potenzialità sia facile da utilizzare, si riscontrino le risposte come quelle della ricerca citata. Vi è un senso di frustrazione e di negatività diffusa, forse troppo ingenerosa nei confronti dei sistemi Erp. Di fatto le aziende finali sono passate dall’adottare framework che necessitavano di forti personalizzazioni a sistemi “prefigurati” per le industry, all’integrazione di blocchi applicativi supplementari, a contratti di manutenzione evolutiva esosi. In molti casi sono rimaste le complicanze organizzative, l’arroganza di certi fornitori, idee poco chiare sulla sostenibilità della scelta di fronte a un consiglio di amministrazione. è pur vero che le stesse aziende dovrebbero anche ricordare di essersi messe in queste situazioni per scelte di fondo per lo più effettuate anni fa.

Come superare oggi questa ennesima distanza tra It e business?

Credo che mediamente da parte dei Cio vi sia una competenza migliore dei processi e una migliore capacità di gestione dell’It aziendale, discernendo tra ciò che va gestito come commodity, anche per ciò che concerne l’Erp, e ciò che è sostanziale per l’innovazione di processo e la trasformazione del business.

Sostengo questa tesi perché vi è anche un passaggio generazionale in corso: qualche quarantenne in più è anche parte del network dei Cio che si rapportano con Nextvalue (www.nextvalue.it), qualche spirito critico, che mette in discussione le scelte passate della propria azienda. Per essi commodity e parti sostanziali del software possono trovare risposte più adeguate in servizi applicativi, anche gestiti nella “nuvola”, a costi variabili e secondo Sla più opportuni. Insomma il modello cambia anche per le applicazioni core, forse non è ancora “l’Erp perfetto”, ma è dirompente e ammette poche rendite di posizione. Fa dire ai Cio europei riuniti in CIOnet (www.cionet.com) che siamo entrati nel “Beyond the Erp”. Oltre l’Erp e nonostante l’Erp!

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