Social Bazar


Mille shop in pochi mesi per la piattaforma di “social commerce”. Il progetto Blomming coniuga con efficacia due ambiti di notevole successo come il micro e-commerce e il passaparola sui social network. Per la prima volta integrati in una soluzione che cavalca con disinvoltura il Web e Facebook

 

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Partiti alla fine di novembre, poco dopo la presentazione ufficiale ai Percorsi dell’Innovazione di Smau 2010, ha già realizzato un mall virtuale di circa un migliaio di negozi, metà dei quali hanno già attivato la vetrina su Facebook prevista come feature integrata in questa piattaforma di e-commerce con social network incorporato. In totale, il catalogo a disposizione della community di acquirenti di Blomming (www.blomming.com) conta già undicimila prodotti.

Alberto D’Ottavi può dirsi più che soddisfatto della sua iniziativa da imprenditore della rete. Un’iniziativa, mi spiega al telefono dove mi ha cercato dopo il mio messaggio (ovviamente su Facebook), partita lo scorso anno subito dopo l’incontro con Nicola Junior Vitto, uno sviluppatore trentenne che, mi dice Alberto, macina software da quando ne aveva venti e ha accumulato una grossa esperienza con un importante operatore italiano dell’e-commerce. «Nicola aveva questa esperienza, ma gli serviva qualcuno che, come me, avesse una certa familiarità con i social media». Insieme i due hanno rapidamente avviato la costruzione della prima realtà italiana ed europea di “Social Commerce”, uno strumento che mescola i metodi ormai tradizionali del commercio su Internet ai nuovi canali di interazione, condivisione, commento e passaparola. Blomming è un ironico “Frankenstein” linguistico che si richiama tanto al blogging come al commercio elettronico, proponendosi di rendere il secondo facile come il primo.

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Vendita e passaparola integrato

D’Ottavi, giornalista informatico di lungo corso, riesce a facilitare anche la comprensione dell’idea di business di Blomming. «Il target è abbastanza simile a quello cui fa riferimento eBay, dagli individui che fanno del commercio elettronico quasi una professione alle vere e proprie microimprese commerciali», spiega. La differenza fondamentale è che una volta aperto, un negozio su eBay rimane in un ambito separato, mentre tutte le attività promozionali e comunicative – il blog, la pagina su Facebook, il passaparola sui social network – sono a carico del titolare e diventano quasi un altro mestiere. «Con Blomming invece è tutto perfettamente integrato, il negozio aperto sulla piattaforma di social network può avere un’immediata replica anche in ambiente Facebook, opzioni di condivisione come i pulsanti like sono nativi». Per riassumere tutto questo in un unico concetto, l’e-commerce di eBay è 1.0, mentre Blomming è 2.0. «Il singolo prodotto venduto acquista subito un valore sociale, di relazione», sostiene ancora D’Ottavi evidenziando il principale punto di forza della piattaforma di Social Commerce sviluppata con Vitto. Per la tipologia di venditori verso cui Blomming è rivolto, l’integrazione delle diverse tecnologie, il motore di vendita, il sistema di pagamento e in più la possibilità di gestire direttamente la presenza social, è un grande vantaggio. Finora, rivestire dei panni sociali un’attività di commercio elettronico più o meno convenzionale poteva essere appannaggio delle grandi organizzazioni che si rivolgevano per questo a costosi system integrator. Con Blomming l’accessibilità alle nuove modalità di e-commerce fa parte integrante di una piattaforma che si usa a sua volta come un social network.

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Come funziona

Operativamente, se la promozione di un prodotto può avvenire nel contesto di Facebook, gli acquirenti vengono riportati su Blomming per perfezionare l’ordine e il pagamento. «Questo tende a stimolare molto gli acquisti impulsivi», osserva D’Ottavi, evidenziando proprio gli aspetti di interazione che si possono sviluppare con Blomming, sul cui mall elettronico far leva per attirare nuovi venditori e agevolare l’interazione tra questi e i loro potenziali clienti. La figura stessa del titolare di negozio, afferma il co-fondatore dell’iniziativa, è molto indicativa. «Molto forte la presenza femminile, molto frequenti nel catalogo sono i prodotti come gli accessori della moda e l’abbigliamento creativo». Il successo di Blomming segue anche l’affermarsi di una figura ibrida identificata nei cosiddetti self-sumers, consumatori che spesso diventano loro stessi venditori o produttori, donne e uomini frequentatori abituali dei social network e, in rete come nella vita, dei gruppi di acquisto collettivo. «È chiaro che in questa fase iniziale la nostra può essere considerata una comunità di early adopter pronti a saltare sulla novità, ma anche a dare valore sociale ed economico a comportamenti che si stanno espandendo molto».

 

Ambizioni internazionali

Proprio su questo D’Ottavi e Vitto scommettono in nome della futura crescita di Blomming e non solo qui sul mercato italiano. Il sito di Social Commerce ha un’interfaccia in lingua inglese fin dal suo primo giorno di vita e l’obiettivo esplicito è catturare l’attenzione di navigatori e commercianti di tutte le nazioni, sfruttando l’indubbio margine di vantaggio che, nonostante il breve periodo di vita, il brand ha già accumulato in Italia e in tutta Europa. Internazionali sono anche le ambizioni in chiave finanziaria dei due fondatori – e finora unici investitori nell’iniziativa. «A gennaio abbiamo avuto l’inattesa opportunità di partecipare a Londra al round di presentazioni per il SeedCamp, una delle maggiori competizioni per startup in Europa. Non abbiamo vinto, ma far parte della selezione finale di 20 aziende tra centinaia di iscritti è stato un importantissimo riconoscimento». Per poter compiere il necessario salto di qualità e innescare un nuovo ciclo di crescita per Blomming, D’Ottavi dice di avere già numerosi contatti con investitori internazionali. Individuare un supporter italiano sarebbe molto bello, conclude D’Ottavi, ma oggettivamente la predisposizione al rischio da queste parti è molto minore. «I giovani imprenditori italiani sono molto più maturi oggi, ma non posso dire lo stesso dei finanziatori italiani. Devono rendersi conto che se vuoi lavorare su scenari realmente innovativi è necessario mettere in campo formule nuove e diventare molto più rapidi, altrimenti l’innovazione continueranno a farla altrove».

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La nuova vetrina

Per l’immediato futuro, il sito Blomming sta preparando il lancio della nuova vetrina che metterà subito in evidenza i prodotti venduti. Nella veste attuale prima di poter navigare nel catalogo bisogna accedere a uno specifico negozio. Un ruolo promozionale viene comunque svolto dalla sezione “Magazine” del sito, dove vengono messi in evidenza gli oggetti più curiosi e accattivanti. La stessa funzione è affidata ai post, continuamente pubblicati sulla bacheca di Blomming su Facebook, in un gioco di continui rimandi tra social network e Web tradizionale che rende davvero particolare e ancora più divertente l’esperienza di acquisto.