L’obiettivo è mettere a disposizione delle aziende italiane strumenti innovativi per aiutarle a crescere in un Paese sempre più strategico
Il tempo della delocalizzazione produttiva in Cina è finito. Ora si guarda al Paese del Dragone con fini più ambiziosi e di lungo periodo: ritagliarsi un proprio spazio in un mercato di 1,3 miliardi di abitanti (in costante crescita), centrare obiettivi specifici quali la quotazione alle Borse di Honk Kong e Shanghai, attrarre investimenti… Attività complesse, che richiedono piani articolati e la capacità di saperli veicolare agli interlocutori giusti nella maniera migliore.
Al fine di promuovere una integrazione sempre più stretta tra il nostro Paese e la Cina, Circle Line (www.circle-line.eu), agenzia di comunicazione integrata presente direttamente a Hong Kong e Shanghai tramite Side2Side, e la Fondazione Italia-Cina (www.italychina.org), organizzazione senza fini di lucro che promuove scambi economici, politici e culturali tra i due Paesi, hanno stretto un accordo strategico di cooperazione a lungo termine. Aiutare le imprese italiane a sviluppare e migliorare le proprie attività di comunicazione in Cina, del resto, è fondamentale per impostare validi rapporti commerciali. Una delle prime iniziative congiunte è stata l’organizzazione del workshow Integrazione, analisi e linguaggio: tre chiavi di successo per le imprese italiane in Cina svoltosi alla fine di giugno a Milano, un evento che ha richiamato un pubblico numeroso e attento, a ulteriore dimostrazione che la Terra di Mezzo sta veramente diventando la frontiera del futuro. «Anche se il mondo corre sempre più in fretta e le distanze sembrano annullarsi – ha detto Thomas Albert Rosenthal, responsabile sviluppo strategico e relazioni esterne della Fondazione -, una delle prime cose da non dimenticare è che la percezione del tempo, in Occidente e in Oriente, è profondamente diversa. Gli interlocutori cinesi sembrano disporre di tempo infinito, e ogni particolare deve essere discusso mille volte a più livelli, tanto che il partner occidentale fa una grande fatica per individuare i punti chiave, le priorità cinesi, e questo porta spesso la discussione a una fase di stallo. La pazienza, quindi, è, secondo noi, una delle tre qualità – delle tre P, come diciamo noi – indispensabili per chi voglia fare affari in Cina. Le altre due sono la presenza, vale a dire la vicinanza fisica con la controparte, e la prudenza, perché anche la firma di un contratto, in Cina, rappresenta solo l’inizio di un percorso di collaborazione, che può interrompersi in ogni momento». In altre parole, per entrare in sintonia con un popolo che si è aperto al commercio mondiale solo di recente (ricordiamo che il suo ingresso ufficiale nel WTO, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, risale al 10 novembre 2001), l’intermediazione culturale resta fondamentale. E qui entra in gioco Circle Line, che vanta un’esperienza di comunicazione e marketing consolidata a livello mondiale e investe da tempo per monitorare da vicino la realtà asiatica, due elementi differenzianti che le consentono di fornire un supporto efficace ed efficiente a tutti coloro che intendono declinare il proprio know how nel complesso linguaggio cinese. «Con oltre 2mila quotidiani, 7mila magazine, 700 stazioni Tv tradizionali, 3mila Tv via cavo, mille stazioni radio e circa mezzo miliardo di utenti Internet, la Cina si colloca al primo posto del mercato editoriale mondiale, con tre centri principali, a Pechino, Shanghai e Guangzhou, e molti altri – per esempio Guangdong, Chengdu, Changsha, Daliani e Hangzhou – in forte espansione – ha spiegato Enrico Viazzo, general manager dell’agenzia -; noi abbiamo un ampio database di contatti stampa, completamente informatizzato, per la gestione, l’analisi, la personalizzazione dei messaggi, nonché il monitoraggio del coverage e la valutazione dei risultati. Inoltre, attraverso professionisti altamente skillati, abbiamo un approccio proattivo con la stampa locale, per cui siamo in grado di fronteggiare eventuali problemi di censura e auto-censura, ancora fortemente presenti, calibrando l’uso delle parole da utilizzare nella comunicazione ed evitando così qualsiasi fraintendimento». Il fiore all’occhiello dell’agenzia si chiama IMS, Integrated Management System, una soluzione che integra un insieme di strategie, costruite negli ultimi dieci anni, ottimizzate per attività internazionali attraverso l’utilizzo di tutti i media: un supporto fondamentale per costruire rapporti mirati e personalizzati.