Perché Google potrebbe acquisire Spotify

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Il prezzo fissato dai fondatori sarebbe troppo alto ma il colosso potrebbe decidersi per fronteggiare l’avanzata di Apple

L’acquisizione sarebbe di quelle da segnare sul calendario, aggiornando all’istante la voce “Spotify” su Wikipedia. Google potrebbe infatti accaparrarsi presto la piattaforma (sito web e app per dispositivi mobili) preferita per fare streaming di musica online. La notizia, diffusa dal Wall Street Journal, è che già un anno fa Larry Page e Sergey Brin avevano provato a portarsi in casa Spotify ma il prezzo, fissato dai fondatori, era troppo alto per giustificare un’acquisizione del genere. Con il senno di poi, potremmo dire che Google avrebbe recuperato, almeno in parte, la cifra utilizzata per l’acquisto, ma non è questo il punto.

La storia

Google lo scorso dicembre aveva reso nota una lettera inviata alla Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti in cui si leggeva come avesse “avviato e poi interrotto le procedure per l’acquisto di una società estera, con una valutazione stimata tra i 4 e i 5 miliardi di dollari”. Secondo la testata statunitense, quell’azienda sarebbe stata proprio Spotify, vicina ad una valutazione di 4 miliardi di dollari. Il problema è che i fondatori, visto l’interesse e il successo della piattaforma, avrebbero voluto venderla a non meno di 10 miliardi di dollari, un prezzo davvero fuori portata anche per Google.

Il numero giustifica il prezzo

A maggio la rivale Apple ha acquisito Beats Music, un  competitor di Spotify, assieme alla sorella”Beats Electronic LLC”, produttrice delle famose cuffie. Per il suo acquisto Apple ha speso 500 milioni di dollari, una cifra decisamente più bassa di quella richiesta da Spotify, da comparare anche con la “portata” dei due servizi: Beats Music ha poco più di 100 mila abbonati, mentre Spotify ne conta 10 milioni per il servizio “Premium” e 30 milioni per l’accesso gratuito. Decisamente un altro mondo.

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